sabato 3 dicembre 2016

II domenica del tempo di Avvento - Anno A - 4 dicembre 2016




Dal libro del profeta Isaia 11,1-10
In quel giorno, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra. Percuoterà il violento con la verga della sua bocca, con il soffio delle sue labbra ucciderà l’empio. La giustizia sarà fascia dei suoi lombi e la fedeltà cintura dei suoi fianchi. Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà. La mucca e l’orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la conoscenza del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare. In quel giorno avverrà che la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli. Le nazioni la cercheranno con ansia. La sua dimora sarà gloriosa.

Salmo 71 - Vieni, Signore, re di giustizia e di pace.
O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.

Il suo nome duri in eterno,
davanti al sole germogli il suo nome.
In lui siano benedette tutte le stirpi della terra
e tutte le genti lo dicano beato.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 15,4-9
Fratelli, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza. E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull’esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo. Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. Dico infatti che Cristo è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri; le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto: «Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo nome». 

Alleluia, alleluia, alleluia.
Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Alleluia, alleluia, alleluia.

Dal vangelo secondo Matteo 3,1-12
In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!». E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

Commento

Cari fratelli e care sorelle, già domenica scorsa la Scrittura ci parlava della necessità di attendere vigilanti la venuta del Signore. “Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore verrà”, ci ammoniva il Vangelo di Matteo, ma che cosa dobbiamo aspettarci? Nell’incertezza del tempo odierno le novità spaventano, sono piuttosto fonte di inquietudine e incertezza. La nostra esperienza ci insegna che ciò che di buono posso sperare nel mio futuro posso solo ottenerlo con la mia fatica, a costo di sacrifici e di rinunce, facendomi strada da me stesso. Nessuno oggi regala niente.
Questi ed altri analoghi pensieri ci portano a sentire come fuori luogo ed inattuale questo tempo di Avvento, meglio non crearsi false attese. Il mondo di oggi propone piuttosto di vivere la soddisfazione del presente, senza farsi troppe illusioni sul futuro; di dare valore solo a ciò che vedo e tocco, al resto non ci si può permettere di dare importanza.
Ma l’Avvento proprio per questo ci è offerto: per uscire dalla cultura del nostro tempo e vivere l’attesa della realizzazione di un mondo nuovo che deve venire. Sì, ogni anno esso contraddice la chiusura dei cieli e la miopia dello sguardo per invitarci ancora una volta a sollevare gli occhi sull’orizzonte largo del sogno di un mondo nuovo che deve realizzarsi.
Il brano del profeta Isaia che abbiamo ascoltato descrive questo mondo nuovo: “Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà. La mucca e l’orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme. ... Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte.” E’ il sogno ad occhi aperti del profeta, ma è anche il sogno di tutti coloro che non accettano come normale che il forte prevalga e il debole soccomba, che la legge apparentemente normale della forza si imponga su tutti, che l’uno sia contro l’altro. E’ il sogno dei popoli che vivono il dramma della guerra, dei poveri oppressi, delle vittime dell’ingiustizia. Ma è anche il sogno di quanti si fanno toccare dal loro grido di invocazione e fanno proprio quel sogno, aspettandone con ansia la realizzazione promessa dal profeta. È quello che oggi l’Avvento ci propone di fare: lasciamo spazio nel nostro vivere quotidiano all’ansia di un mondo migliore che proviene da chi oggi soffre ed è nel dolore. L’attesa del Natale non può essere un tempo narcotizzato dalla concentrazione su di sé.
Se sentiamo anche noi l’attesa delle moltitudini sofferenti non possiamo non chiederci: quando si avvererà la visione del profeta?
A questa domanda risponde il grido di Giovanni battista nel deserto: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!” Giovanni nel deserto di speranze per il futuro e di visioni di un mondo nuovo alza la voce e invita a fare propria la visione profetica, perché la sua realizzazione finalmente è a portata di mano. Egli viene per far entrare nella vita degli uomini colui che può realizzare quel sogno, il Signore Gesù. Sì, Giovanni sa che le vie degli uomini sono tortuose, come i loro pensieri; che si avvitano su se stessi, girando solo attorno alle proprie insoddisfazioni e paure, senza mai uscirne fuori. Per questo invita a raddrizzare le proprie vie per incamminarsi verso gli altri e verso Dio.
Per questo la gente è attratta da Giovanni e viene da lui sul Giordano, perché le sue parole sono piene di futuro e aprono alla speranza di un tempo nuovo. Sì, ci siamo troppo abituati a non sperare più un futuro diverso, accontentandoci di un po’ di soddisfazioni effimere, ma oggi lasciamoci svegliare dal grido di Giovanni, lasciamoci attrarre anche noi dal sogno di Isaia e dalla visione del battista di un mondo giusto e migliore, di una realtà  felice per tutti, di una vita senza le radici amare dell’odio e della violenza. La loro grandezza sta proprio in questo saper alzare lo sguardo e non restare disorientati e soffocati nella nebbia inquinata che copre il mondo giù in basso. C’è un orizzonte alto possibile, c’è una prospettiva diversa che possiamo veder realizzata, se sappiamo, come Giovanni e Isaia, innalzarci all’altezza dello Spirito e lavorare fattivamente per la sua realizzazione. Non è un sogno irrealizzabile, non sono utopie di gente illusa! C’è un tempo nuovo che aspetta chi non si accontenta e continua a cercare. Non lo trova però chi china il capo e vive con scontatezza questo tempo di Avvento, così come i sadducei e i farisei i quali si sottomettono al battesimo di Giovanni, ma senza vivere la conversione dal loro modo di essere. Anche noi tante volte ci sottomettiamo alle pratiche della fede, ma senza aspettare più che da essa nasca la novità di un futuro diverso. Il Battista smaschera la falsità di un atteggiamento falsamente religioso, ma che rifiuta la novità del vangelo e l’altezza della sua visione: “Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”
Fratelli e sorelle, accogliamo con docilità l’invito che ci proviene da questa seconda tappa di Avvento, perché ci prepariamo in questo tempo alla venuta del Signore. Usciamo dalle vie contorte e dallo sguardo basso chino su di sé, per imparare ad attendere il mondo nuovo di giustizia e di pace che il Signore è venuto per realizzare. Solo così anche noi entreremo a farne parte.


 Preghiere

O Signore Gesù fa’ che ascoltiamo l’annuncio gridato da Giovanni e raddrizziamo le strade tortuose della nostra vita per incamminarci speditamente verso di te e i nostri fratelli.
Noi ti preghiamo


Ispira i nostri cuori, O Dio del cielo, a sentimenti di amore e di misericordia, perché facciamo nostro il sogno di un mondo nuovo che la tua venuta potrà finalmente realizzare.
Noi ti preghiamo


Perdonaci o Dio perché ci accontentiamo del nostro presente e non attendiamo più che si realizzi il tempo di pace e di giustizia che i profeti hanno annunciato. Donaci un cuore caldo e occhi nuovi per accogliere con gioia le visioni e i sogni che tu ci ispirerai.
Noi ti preghiamo


Sostieni o Padre misericordioso tutti coloro che nel mondo lottano per affrettare la realizzazione del tuo regno. Per gli operatori di pace e di giustizia, per gli annunciatori del vangelo, per gli amici dei poveri. Proteggili e sostieni il loro operato
Noi ti preghiamo


Ti preghiamo o Padre del cielo per tutti quei cristiani che soffrono nel mondo a causa della violenza e della persecuzione. Proteggi le comunità dei tuoi discepoli ovunque le loro vite sono minacciate.
Noi ti preghiamo

Consola o Signore le vittime della guerra e della violenza. Dona pace e salvezza a tutti coloro che oggi sono oppressi dall’ingiustizia.
Noi ti preghiamo.


Ti preghiamo o Signore, per tutti coloro che bussano alle porte della nostra vita e invocano consolazione e aiuto. Fa’ che aprendo loro il nostro cuore diveniamo capaci di riconoscere in loro te che ci vieni incontro, povero e indifeso.
Noi ti preghiamo


O Cristo Gesù, fa’ che con la tua nascita nel mondo si aprano gli occhi di quanti ancora non ti conoscono e che la tua parola tocchi i loro cuori. Fa’ che sappiamo accompagnarli verso di te che ti fai uomo per farti trovare da chi ti cerca.
Noi ti preghiamo





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