sabato 26 novembre 2016

I domenica di Avvento - Anno A - 27 novembre 2016



Dal libro del profeta Isaia Is 2,1-5
Messaggio che Isaia, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e su Gerusalemme. Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà saldo sulla cima dei monti e s’innalzerà sopra i colli, e ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie  e possiamo camminare per i suoi sentieri». Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli. Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra. Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore. 

Salmo 121 - Andiamo con gioia incontro al Signore.
Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

È là che salgono le tribù del Signore, +
secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.

Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano;
sia pace nelle tue mura,
sicurezza nei tuoi palazzi.

Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: «Su di te sia pace!».
Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 13, 11-14
Fratelli, questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo.

Alleluia, alleluia, alleluia.
Mostraci, Signore, la tua misericordia
donaci la tua salvezza.
Alleluia, alleluia, alleluia.

Dal vangelo secondo Matteo 24, 37-44
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

Commento

Cari fratelli e care sorelle, si apre oggi un nuovo anno di preghiera e vita con il Signore. come già dicevamo domenica scorsa, il tempo di Dio segue ritmi e tappe diverse da quello del mondo, per questo ci forza a guardare alla nostra esistenza senza scontatezza, ma cogliendo in essa i semi di novità che il Vangelo vi deposita, perché essi germoglino e crescano nella lunghezza del tempo.
Oggi lo fa proponendoci di vivere questo tempo di attesa che è l’Avvento. In questo caso possiamo dire che il mondo, a differenza di altri tempi liturgici, come ad esempio fa per la Quaresima e la Pasqua, non fa finta che esso non esista, ma cerca di impossessarsi dell’Avvento per farne qualcosa di estraneo alla fede cristiana, per poi proporcelo stravolto. Il tempo di attesa della nascita del Signore è stato trasformato nel tempo delle compere, della preparazione dei regali; la festa di Natale da occasione per rinsaldare e ampliare i vincoli di amicizia o di parentela nell’autenticità della gioia per la venuta del Salvatore ci viene proposta come occasione per rinchiuderci nella nostra cerchia ristretta, escludere che non ne fa parte; così come la generosità si trasforma in consumismo, la gioia intima e serena in ubriacatura sguaiata, la meditazione e l’attesa in distrazione e frenesia, ecc… Insomma quella che era nata come la festa a qualcuno che viene, è divenuta la festa che ciascuno fa a se stesso.
Ebbene la liturgia di oggi viene a proporci proprio questo: di uscire da questo senso scontato del Natale, con i suoi riti e le sue tradizioni che si ripetono immutate, per gioire della novità che il Vangelo viene a portare nella nostra vita, la novità del Signore che nasce.
Per questo oggi con voi vorrei pormi una domanda: ma perché Gesù è nato, si è fatto uomo, affrontando il rischio di non essere riconosciuto e compreso? Che bisogno c’era?
La storia poteva continuare il suo corso normale, si sarebbero succeduti i regni della terra e l’umanità sarebbe evoluta egualmente con il suo progresso scientifico e sociale.
Lo stesso possiamo dire di ogni singola persona: che bisogno c’è che Gesù nasca anche quest’anno nella mia vita personale? Se “saltassimo” l’Avvento e il Natale non continuerebbe tutto ugualmente anche nella nostra vita personale? In fondo il famoso detto popolare sull’Epifania “che tutte le feste si porta via” non sta proprio a significare che finite le feste tutto torna come prima, come una parentesi aperta e chiusa che non lascia traccia?
Rispondere alla domanda “che bisogno c’è che Gesù nasca anche quest’anno nella mia vita personale?” non è facile. Proprio per questo, la Chiesa con sapienza ci offre l’opportunità di avere un tempo sufficientemente lungo per riflettervi sopra, che sono appunto le quattro settimane del tempo di Avvento. È un tempo pertanto utile e prezioso, da non lasciarsi sfuggire con distrazione e superficialità.
Oggi il Vangelo ci propone di cominciare questo Avvento rivivendo l’esperienza di Noè e della sua arca: “Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo.” Il libro della Genesi ci presenta con queste parole la decisione di Dio di mandare un grande diluvio di purificazione della terra: “Dio guardò la terra ed ecco, essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra … perché la terra, per causa loro, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme con la terra.” (Gen 6,12-13). La preoccupazione del Signore è che la terra è in preda alla violenza, perché gli uomini hanno rovinato la bellezza e la bontà con cui Dio aveva voluto improntare la sua creazione, a partire proprio da se stessi.
Se noi guardiamo ai nostri tempi la preoccupazione di Dio potrebbe essere ripetuta e anzi rafforzata. Il mondo è stravolto dalla piccola e grande violenza con la quale gli uomini sopraffanno i loro simili e tutto il creato. Il desiderio di un benessere senza limite gli fa distruggere la natura e il suo ordine delicato, ma così meraviglioso, che regola i cicli vitali di tutti gli esseri viventi in modo armonioso e reciprocamente utile. E lo stesso desiderio di un benessere senza limite corrompe anche i rapporti fra gli uomini: quelli che Dio ha creato fratelli e sorelle sono diventati nemici che si combattono con armi distruttive; sfruttatori che usano l’altro per il proprio vantaggio e quando non gli serve più lo abbandonano come uno scarto; persone indifferenti all’altro, egoisticamente interessate solo a se stesse, ecc…
Se ciascuno di noi guarda con onestà a se stesso quanti segni di questa corruzione può trovare, nel proprio modo di comportarsi con gli altri, o negli stili di vita che ha adottato accettando un ordine iniquo e perverso che porta distruzione e dolore?
Davanti a questa realtà Dio ci propone oggi di vivere un tempo di purificazione, lasciando spazzare via dal diluvio dell’acqua purificatrice le incrostazioni di male che si sono attaccate alla nostra vita. Il Signore oggi ci offre di salire su un’arca di salvezza che è la sua Chiesa, lasciandoci dietro i sentimenti violenti e le abitudini malvage, perché l’acqua del diluvio le cancelli dalla faccia della terra.
L’arca accolse gente diversa assieme agli animali di ogni genere, per dire che questa offerta è per tutti, purché siano disposti a lasciare dietro di sé il male che li ha invasi: nell’arca non c’è posto per esso. L’arca ondeggiò per un lungo tempo sulle acque tumultuose del diluvio. Questo tempo di Avvento sia per ciascuno di noi un tempo tumultuoso di liberazione dai sentimenti violenti e dalle abitudini malvage; ci vorrà un po’, serve pazienza, coraggio e tenacia, ma l’arca è forte e ci accoglie con misericordia. Dio non giudica ma offre a ciascuno un posto su di essa. L’alternativa fratelli e sorelle è essere travolti dai flutti, perché chi non si lascia purificare dalla violenza che ha in sé diventa vittima di quegli stessi istinti distruttivi che rivolge agli altri, ma corrodono anche se stessi. Accogliamo allora volentieri l’invito che oggi ci è rivolto, non rifiutiamolo perché affezionati al nostro modo di essere abituale, e attraversiamo la porta che ci introduce all’arca di salvezza, lasciandoci dietro, fuori, il peggio di noi stessi perché il Signore lo sommerga con i flutti del suo amore.
È la prima tappa di questo Avvento, la prima risposta sul perché abbiamo bisogno che Dio nasca di nuovo in me. Viviamo questi giorni benedetti lasciando che la Parola di Dio operi in noi, ricordiamocela nelle nostre giornate, applichiamola alla nostra vita quotidiana, e la venuta del Signore a Natale sarà per noi veramente la grande gioia dell’incontro con la nostra salvezza.


Preghiere

O Signore che vieni e visiti le nostre vite, ti preghiamo perché sappiamo accogliere con gioia questo tempo in cui prepararci all’incontro con te. Fa’ che non crediamo di poterci salvare da soli ma accettiamo di far parte del popolo largo dei tuoi figli.
Noi ti preghiamo


Con pazienza e fedeltà, o Signore, ci guidi in questo tempo di crisi e disorientamento. Aiutaci a trovare la via che conduce all’arca di salvezza che è la Chiesa, la quale accoglie tutti coloro che ti cercano.
Noi ti preghiamo


In questo tempo di Avvento o Signore fa’ che non viviamo presi dall’affanno per noi stessi e distratti dalle abitudini banali. Aiutaci a prepararci perché possiamo riconoscerti re e salvatore delle nostre vite.
Noi ti preghiamo


Ti preghiamo o Dio del cielo per questo nostro mondo, attraversato da correnti di odio e di violenza. Dona la tua pace a tutti coloro che ora sono sottoposti alla durezza della guerra, guarisci i cuori induriti dall’inimicizia e aprili al tuo amore.
Noi ti preghiamo



Salva o Dio questo tuo popolo. Fa’ che le nostre invocazioni siano ascoltate e che il tuo aiuto non ci venga mai meno. Confermaci nel bene che cerchiamo di compiere e impedisci che i nostri piedi percorrano le vie del male.
Noi ti preghiamo


Consola o Padre misericordioso chi è nel dolore: i poveri, i disperati, i senza casa e senza famiglia, i prigionieri, i malati. Guida i nostri passi sulla via della misericordia per chi è debole e dell’aiuto fraterno a chi ne ha bisogno.
Noi ti preghiamo.


Benedici o Padre chi nel mondo annuncia il Vangelo e testimonia la tua pace. Proteggi ovunque i tuoi discepoli, specialmente dove la loro vita è minacciata. Incoraggia chi è timido nel proclamare la salvezza che viene dal tuo Nome.
Noi ti preghiamo


Perdona o Dio clemente il male che compiamo e ispiraci sentimenti di bontà e pace. Fa’ che in questo tempo di attesa ci prepariamo ad incontrarti povero e piccolo.

Noi ti preghiamo

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