domenica 24 dicembre 2017

Natale - Anno B - 25 dicembre 2017




Dal libro del profeta Isaia 9,1-6
Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda. Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo aguzzino, come nel giorno di Màdian. Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando e ogni mantello intriso di sangue saranno bruciati, dati in pasto al fuoco. Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul suo regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre. Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.

Salmo 95 - Oggi è nato per noi il Salvatore.

Cantate al Signore un canto nuovo, +
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. +
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito 2,11-14
Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.

Alleluia, alleluia, alleluia.
Vi annunzio una grande gioia:
oggi vi è nato un Salvatore: Cristo Signore.
Alleluia, alleluia, alleluia.

Dal vangelo secondo Luca 2,1-14
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Commento

Care sorelle e cari fratelli oggi ci siamo riuniti in questo luogo per festeggiare il Natale e abbiamo appena ascoltato il Vangelo della nascita di Gesù.
Qualcuno potrebbe dire: “è un fatto antico, avvenuto secoli fa in un luogo lontano.” La nostra tentazione infatti, quando leggiamo o ascoltiamo il Vangelo, è quello di sentirlo con scontatezza. Che bisogno c’è di ripeterlo ogni anno?  
Ma il racconto che abbiamo ascoltato non parla di un fatto lontano che riguarda persone a noi sconosciute. Non dimentichiamo che Gesù ha detto: “dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20). Oggi ci siamo riuniti nel nome di Gesù, e per questo Gesù oggi nasce fra noi. Siamo riuniti “nel suo nome” perché ci siamo raccolti non per il fatto di essere parenti o colleghi o accomunati da interessi, ma perché ci lega una fraternità che Gesù stesso ha fondato e insegnato. Anzi, per essere più precisi, Gesù nasce fra di noi ogni volta che incontriamo il fartelo e la sorella e gli volgiamo bene solo perché in lui o lei riconosciamo la persona che Gesù ha amato come me. Allora sì, oggi è Natale e Gesù oggi nasce fra noi, fra persone che hanno in comune l’essere fratelli e sorelle, figli dell’unico Padre buono che è Dio.
Gesù nacque a Betlemme per restare con gli uomini, per crescere e fortificarsi, per diventare grande, a parlare e fino a fare miracoli. Anche oggi Gesù nasce fra noi per restare fra noi, per crescere in mezzo a noi e per farsi riconoscere da tutti gli uomini. Sì, chi ci vede per strada e ovunque ci incontriamo deve poter dire: “guarda come si vogliono bene, devono proprio averlo imparato da Gesù!” perché nessun altro sa insegnare a volersi bene gratuitamente e senza interessi, a cercarsi e a ricordarsi l’uno dell’altro.
Gesù lo sappiamo è nato per strada, i suoi genitori non avevano una casa dove sistemarsi e si dovettero accontentare di un riparo di fortuna, una stalla, con le bestie. Il Figlio di Dio non nasce nelle case, al chiuso, al caldo. L’angelo chiama i pastori ad andare a vederlo, perché erano gli unici a stare per strada, perché guardavano le pecore. Per questo per conoscere Gesù che viene per restare con gli uomini bisogna essere fuori casa, stare per strada e riconoscerlo nel fratello e nella sorella che ha bisogno di aiuto. Certo ogni persona esce di casa, per andare a lavoro, per fare la spesa, ecc…, ma il loro cuore e la loro mente resta chiuso dentro la loro casa, i loro affetti e le cose importanti ceh sorvegliano con cura sono in casa, e per questo Gesù non lo incontreranno mai. E la nostra casa chiusa è il nostro egoismo, il pensare prima a sé e al proprio interesse, l’indifferenza per l’altro, il giudizio cattivo e duro su chi incontriamo.
Dopo aver visto Gesù dice il vangelo che “I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.” Anche noi allora dobbiamo partire da questo nostro incontro di oggi glorificando e lodando Dio perché si è fatto vedere da noi e ci ha fatto capire che egli si manifesta nel fratello e nella sorella più piccolo, quello che magari disprezziamo, che scansiamo, che non vogliamo vedere. Fra pochi giorni, il 29, ci siederemo in questa chiesa assieme a tanti poveri alla tavola della festa di Natale. A questa tavola non c’è italiano né straniero, né più importante né meno importante, né colto né ignorante. Ci sono solo fratelli e sorelle, felici di avere un unico Padre comune. Abbiamo tutti bisogno di sedere ogni giorno della nostra vita alla tavola della fraternità per riscoprire la vera felicità di aver ricevuto molto amore da Dio e di poterlo restituire, volendo bene a chi abbiamo accanto.



Preghiera 

O Signore che nasci in una stalla perché nella confusione della città nessuno ti lasciava spazio, aiutaci a sgombrare il nostro cuore dagli affanni e dall’egoismo, perché ci sia spazio per te.
Noi ti preghiamo


O Cristo, a noi che confidiamo nel benessere, nella salute e nel successo come mezzi per garantirci sicurezza, insegnaci a non disprezzare la salvezza che tu ci porti. Fa’ che imparamo da te l’amore che ci rende umani e ci salva dal male e dal peccato.
Noi ti preghiamo




O Padre che hai mandato il figlio unigenito perché il mondo conoscesse il tuo amore, aiutaci a trovarti quando ti fai vicino a noi e a seguire la strada che il Vangelo ci indica per restare sempre in tua compagnia.
Noi ti preghiamo


O Cristo che non ti sei vergognato di nascere nella miseria di una stalla, fa’ che tutti noi sappiamo essere umili come te nel servizio ai fratelli e premurosi come Maria e Giuseppe con chi è piccolo e indifeso.
Noi ti preghiamo


O Signore che sei stato accolto solo dai pastori, e non hai trovato attenzione nella città dei benestanti, fa’ che sappiamo chinarci su chi è misero e riconoscere in lui la tua presenza che si fa vicina alla nostra vita.
Noi ti preghiamo


Cristo Gesù, aiutaci ad ascoltare l’angelo che annuncia la venuta della nostra salvezza e ad incamminarci verso di te, aprendo il nostro cuore alle tue parole e rendendo grazie per l’amore che ci insegni.
Noi ti preghiamo




O Signore che hai radunato l’umanità non attorno allo splendore del benessere e del potere ma accanto all’umiltà di una stalla, fa’ che noi tuoi discepoli siamo fedeli al Vangelo, perché con la forza al tuo amore trasformiamo il mondo intero.
Noi ti preghiamo


O Gesù che hai conosciuto la durezza della vita senza casa, proteggi tutti coloro che vivono per la strada: i poveri, gli zingari, chi è solo e disprezzato. Fa’ che noi sappiamo essere per loro casa, famiglia e protezione.

Noi ti preghiamo

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