sabato 13 gennaio 2018

II domenica del tempo ordinario - Anno B - 14 gennaio 2017




Dal primo libro di Samuèle  3, 3b-10. 19
In quei giorni, Samuèle dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava l'arca di Dio. Allora il Signore chiamò: «Samuèle!» ed egli rispose: «Eccomi», poi corse da Eli e gli disse: «Mi hai chiamato, eccomi!». Egli rispose: «Non ti ho chiamato, torna a dormire!». Tornò e si mise a dormire. Ma il Signore chiamò di nuovo: «Samuèle!»; Samuèle si alzò e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Ma quello rispose di nuovo: «Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!». In realtà Samuèle fino ad allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. Il Signore tornò a chiamare: «Samuèle!» per la terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovane. Eli disse a Samuèle: «Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: "Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta"». Samuèle andò a dormire al suo posto. Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: Samuèle, Samuèle!». Samuèle rispose subito: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta». Samuèle crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole.

Salmo 39 - Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.
Ho sperato, ho sperato nel Signore, ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio.

Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo».

«Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo».

Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai.  

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 6, 13c-15, 17-20
Fratelli, il corpo non è per l'impurità, ma per il Signo­re, e il Signore è per il corpo. Dio, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza. Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. State lontani dall'impurità! Qualsiasi peccato l'uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà all'impu­rità, pecca contro il proprio corpo. Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? Lo avete ricevuto da Dio e voi non appartenete a voi stessi. Infatti siete stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo! 

Alleluia, alleluia, alleluia.
Abbiamo trovato il Messia,
la grazia e la verità vengono per mezzo di lui.
Alleluia, alleluia, alleluia.

Dal vangelo secondo Giovanni 1,35-42
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbi - che, tradotto, significa maestro -, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui: erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» - che si traduce Cristo - e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa», che significa Pietro.

Commento

Cari fratelli e care sorelle, le letture bibliche di oggi ci mostrano alcune persone che sentono di essere chiamate a qualcosa di diverso e seguono questo invito. È il caso di Samuele che nella notte ben tre volte sente una voce che lo chiama; poi il caso dei due discepoli di Giovanni che sentono il battista dire di Gesù che passa “Ecco l’agnello di Dio” e lo seguono, e infine il caso di Pietro, fratello di uno dei due discepoli di Giovanni, Andrea, che a sua volta segue l’esempio e le parole del fratello e va anche lui da Gesù.
Il comportamento di queste quattro persone può sembrare strano: la loro non è una scelta avventata, impulsiva, come fanno a decidere di seguire uno sconosciuto? Ci viene spontaneo chiedercelo, noi così spaventati dalle novità che anche un piccolo cambiamento ci sembra rischioso. Quei quattro invece non indugiarono, si lasciarono interrogare dall’incontro e dalle Parole del Signore. Diremmo con un termine tecnico “ricevono una vocazione”, cioè si sentirono chiamati a seguire il Signore.
Vediamo come maturò la loro decisione. Nel caso di Samuele, egli non capì subito di cosa si trattava: confuse il messaggio che gli era rivolto da Dio con un richiamo meramente umano. Anche noi facciamo fatica a cogliere dietro le domande della vita la proposta di Dio e a scegliere secondo il suo insegnamento. Samuele ebbe bisogno di essere istruito da Eli, che gli suggerì l’atteggiamento giusto per cogliere la domanda e risponderle. I due discepoli di Giovanni, invece, non ebbero l’incertezza iniziale di Samuele, seguirono Gesù grazie all’indicazione del loro maestro che riconobbe il Signore e glielo indicò. Infine Pietro andò da Gesù perché glielo disse suo fratello Andrea.
Tutti questi esempi che la Scrittura oggi ci propone sembrano dirci che c’è sempre bisogno di qualcuno che accompagni il discepolo all’incontro con Gesù, che glielo indichi, che gli  suggerisca l’atteggiamento giusto con l’esempio o con le parole. Cioè non si incontra il Signore da soli, non ci si guida da sé, da soli non si è capaci di accorgerci che c’è una domanda rivolta a sé. Tutti abbiamo bisogno dei fratelli e delle sorelle, della testimonianza di chi ha già incontrato il Signore, di chi ha cominciato a seguirlo, di chi ci prova a farsene discepolo. La loro compagnia ed esempio ci danno coraggio e ci confermano nel fare la stessa scelta. Per questo non convincono quelli che dicono, di credere in Dio, ma di non avere bisogno di nessuno che li aiuti a seguirlo. La Chiesa è questo: la famiglia di quanti ritengono importante conoscere Gesù, così da saperne cogliere la domanda rivolta a ciascuno e da sapersi sostenere l’un l’altro per restare fedeli in questo impegno. Chi crede di poter fare tutto da solo ha una fiducia smisurata nelle proprie capacità, si crede infallibile e con una volontà incrollabile. Cioè tutto il contrario di quello che è il discepolo nel Vangelo e nella storia.
Ma una volta accolta la domanda del Signore a vivere come suoi discepoli, cosa vuol dire vivere come tali? Dice la Scrittura di Samuele: “non lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole”. Questa fu l’eccezionalità di quel ragazzo, essere docile e obbediente a quello che Dio gli diceva. Così come anche di Pietro il Vangelo ci riferisce le parole: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla, ma sulla tua parola getterò le reti.” (Lc 5,5).
Fratelli e sorelle precisamente questa è la forza dei discepoli, non doti eccezionali, ma non lasciare cadere nel vuoto le parole di Dio e su di esse fondare le proprie scelte.  L’obbedienza a quello che ci viene insegnato nel mondo ci rende disumani, la docilità alla parola del Signore ci preserva umani e vulnerabili davanti ai fratelli.
Anche a noi oggi la Scrittura, come Giovanni battista ai suoi, indica Gesù, da questo altare, e ce lo fa vedere come un corpo ferito e sangue versato, cioè un agnello mite e condotto al macello. Qual è la nostra reazione? Crediamo che valga la pena seguirlo, o  crediamo sia meglio non fidarci di qualcuno che non offre garanzie e sicurezza? Eppure una garanzia sicura della bontà della via esiste e noi siamo privilegiati ad averne ricevuto la notizia, cioè il Vangelo. Questa prova è il suo grande volerci bene, fino alla fine, fino all’umiliazione, fino a nascere piccolo e indifeso per stare con noi. Questo è l’unico “argomento” che Gesù conosce per convincere i suoi discepoli della bontà della sua chiamata: non c’è altra prova dimostrabile. Ai discepoli che chiedono maggiori dettagli infatti Gesù non si ferma a spiegare motivazioni convincenti, ma dice semplicemente: “Venite e vedrete”. Il Vangelo lo si capisce vivendolo, il Signore lo si conosce seguendolo, il cammino che ci porta a lui si rischiara percorrendolo. È il segreto del cristianesimo, non una dottrina fra le tante né una teoria, ma una vita utile agli altri da vivere in compagnia di Gesù.


Preghiere

Signore Gesù che ci chiami a seguirti per trovare la nostra salvezza, fa’ che accogliamo l’invito a percorrere i tuoi passi nella vita di ogni giorno.
Noi ti preghiamo


O Cristo Signore che ti sei presentato mite e umile come un agnello, aiutaci a seguirti per divenire anche noi uomini e donne vulnerabili al dolore dei fratelli.
Noi ti preghiamo




O Dio che non abbandoni l’umanità sui sentieri che non portano a nulla, ma li raduni sulle tue vie, guida anche noi ad amarti fedelmente e servirti nei fratelli e nelle sorelle.
Noi ti preghiamo


O Dio Padre di eterna bontà, fa’ che non spendiamo la nostra vita per ciò che non vale: orgoglio, ricchezza e vani interessi. Aiutaci a seguirti nel cammino dell’umiltà che conduce ad una vita veramente umana.
Noi ti preghiamo


O Cristo pastore della nostra vita, perdona la durezza dei nostri cuori e la piccolezza dei nostri sentimenti. Donaci la forza di rifiutare la normalità delle abitudini, per compiere i gesti e pronunciare le parole del tuo amore.
Noi ti preghiamo


Gesù che sei mite e umile di cuore, addolcisci l’animo di chi in queste ore combatte nei luoghi in cui infuriano le guerre. Dai riparo a chi è minacciato di morte, consola i feriti e i sofferenti, ispira sentimenti di perdono e riconciliazione nei cuori di tutti.
Noi ti preghiamo.



O Dio che ci raduni nella tua casa per ascoltare la tua Parola e nutrirci del tuo corpo, fa’ che sappiamo uscirne rinnovati. Donaci di essere un segno della tua presenza affettuosa e compassionevole in mezzo alla gente della nostra città.
Noi ti preghiamo


O Spirito di sapienza, scendi nella vita di tutti i cristiani del mondo, perché le loro azioni siano ovunque ispirate dal desiderio di affrettare la venuta
del tuo regno di pace e di giustizia.

Noi ti preghiamo

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