Famiglia migrante, Stati Uniti 1936.
Dal libro di Siracide 3,
3-7.14-17
Il Signore ha
glorificato il padre al di sopra dei figli e ha stabilito il diritto della
madre sulla prole. Chi onora il padre espia i peccati e li eviterà e la sua
preghiera quotidiana sarà esaudita. Chi onora sua madre è come chi accumula
tesori. Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli e sarà esaudito nel
giorno della sua preghiera. Chi glorifica il padre vivrà a lungo, chi obbedisce
al Signore darà consolazione alla madre. Figlio, soccorri tuo padre nella
vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita. Sii indulgente, anche se perde
il senno, e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore. L’opera buona
verso il padre non sarà dimenticata, otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà
la tua casa.
Salmo 127 - Beato chi teme
il Signore e cammina nelle sue vie.
Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.
La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.
Ecco com’è benedetto +
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.
La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.
Ecco com’è benedetto +
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai
Colossesi 3, 12-21
Fratelli,
scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà,
di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e
perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei
riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma
sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo
perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete
stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie! La parola di Cristo abiti
tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a
vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei
vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga
nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre. Voi,
mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. Voi, mariti,
amate le vostre mogli e non trattatele con durezza. Voi, figli, obbedite ai
genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i
vostri figli, perché non si scoraggino.
Alleluia, alleluia, alleluia.
La pace di Cristo regni nei vostri cuori;
la parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza.
Alleluia, alleluia, alleluia.
La pace di Cristo regni nei vostri cuori;
la parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza.
Alleluia, alleluia, alleluia.
Dal
vangelo secondo Matteo 2, 13-15. 19-23
I
Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a
Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in
Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il
bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre
e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si
compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Morto Erode, ecco, un angelo del Signore
apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Alzati, prendi con te il
bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che
cercavano di uccidere il bambino». Egli si alzò, prese il bambino e sua madre
ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea
regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito
poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una
città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo
dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
Commento
Cari
fratelli e care sorelle, la liturgia odierna, dedicata alla Famiglia di Gesù,
ci propone di soffermare la nostra attenzione sulla figura di Giuseppe. Egli è
un uomo definito dal Vangelo “giusto”: “poiché era uomo giusto e non voleva
accusarla pubblicamente, pensò di ripudiare [Maria] in segreto.” Infatti, quando
scoprì che Maria era incinta prima del matrimonio non la espose al rischio della
condanna per adulterio, che per la legge giudaica prevedeva la morte
dell’adultera, ma cercò un modo per allontanarla senza suscitare scalpore.
Giuseppe,
senza voler fare del male a Maria, cercava di allontanarla da sé, ma
paradossalmente con il suo agire da uomo giusto e moderato allontanava da sé, assieme
a lei, il figlio di Dio Gesù, che era già vivo nel suo seno.
Questo
fatto ci fa vedere come non ci si può accontentare di fondarsi sulla giustizia,
l’onestà, la correttezza nei rapporti, non è sufficiente che non ci si faccia
del male l’un l’altro se vogliamo che Gesù sia presente nella nostra famiglia,
c’è bisogno di qualcosa di più, quel di più che permise a Giuseppe di cambiare
idea e non allontanare da sé Maria e Gesù.
Infatti
possiamo ben dire che la famiglia di Gesù diventa una vera famiglia quando Giuseppe
riceve un sogno nel quale Dio gli parla con la bocca di un angelo, ma non
basta, quando egli accoglie quanto gli viene detto e o mette in pratica.
Quel
sogno cambia la sua visione delle cose: il suo non è più un matrimonio fallito,
come tante volte purtroppo accade, ma un matrimonio con il quale Dio gli chiede
di assumere una missione importantissima: accogliere, proteggere e fra crescere
Gesù perché egli possa manifestarsi al mondo intero. E per aderire a questa
missione a Giuseppe non basta essere un “giusto”, onesto e moderato
applicatore delle leggi, senza eccessi, ma deve accetta la proposta di
accogliere e far suo il disegno grandioso e mai visto di Dio, allo stesso tempo
straordinario e sconvolgente: entrare nella storia degli uomini personalmente.
Ma
questo, fratelli e sorelle, è quando Dio chiede a ciascuno di noi a Natale. La
Natività di Gesù, rappresentata nei presepi con lo sguardo un po’ bambino e
ingenuo, è la domanda di Dio di far nostro il sogno di un mondo diverso, nel
quale ci sia spazio per Dio, cioè per il bene, in tutte le sue espressioni.
Questo
disegno di Dio diventa la vita di Giuseppe, la sua missione, tanto che, abbiamo
ascoltato oggi, quando un pericolo minaccia Gesù egli, avvertito dall’angelo,
prende e parte, subito, senza indugio, lasciando tutto.
Nel
Vangelo non è riportata nessuna parola di Giuseppe, a commento o in risposta ai
sogni nei quali un angelo gli parla. Né dopo che l’angelo lo aveva avvertito di
prendere Maria con sé, né ora che lo mette in guardia dal progetto omicida di
Erode, né quando, poi, l’angelo lo avvertirà in sogno di tornare a casa perché
il pericolo è cessato ed infine nemmeno quando un angelo in sogno gli indicherà
Nazareth come luogo in cui stabilirsi. Giuseppe è uomo dell’ascolto che si fa
decisione e azione, senza commento, mediazione, discussione.
Noi
invece siamo abituati a rispondere al sogno che Dio attraverso il suo angelo,
che è la Scrittura, ci propone di vivere, a commentare, cioè a trovare tutti i
motivi, realistici o a volte anche inventati, per i quali è impossibile vivere
in tutto e per tutto, subito, senza preparazione, quel sogno. Noi siamo gli
uomini delle parole inutili che come una cortina di fumo fanno sparire e rendono
evanescente la visione forte e potente del Vangelo di Dio.
Giuseppe
no: vede il sogno di Dio, lo assume e lo fa proprio, agendo concretamente. E
non a caso l’Evangelista Matteo aggiunge come le parole dell’angelo siano
motivate dal fatto che così si sarebbe realizzata la Parola di Dio, nel brano
ascoltato oggi lo dice ben due volte, proprio a sottolineare che Giuseppe non
segue una sua immaginaria visione, ma applica quanto la Parola di Dio aveva
sempre detto e proposto agli uomini.
Giuseppe
esegue questa Parola, cioè la tramuta in decisioni ed azioni, facendo sì che
essa si realizzi concretamente nella storia. In questo modo egli partecipa
attivamente a quel movimento di incarnazione di Dio iniziato al momento
dell’annunciazione, proseguito con la natività ed ora protetto e portato avanti
con la Parola resa decisione e azione da Giuseppe.
Per
questo nel Vangelo non c’è bisogno che si esprima con le sue parole, perché gli
bastano quelle di Dio, e ad esse egli fa spazio per realizzare il suo volere,
non il proprio. Egli ci può sembrare un personaggio minore, con una personalità
che non emerge, evanescente, che non esprime una sua volontà decisa. Egli non è
protagonista, ma mette al centro la Parola di Dio che riceve nel sogno e la
rende vita concreta. Così facendo egli permette a Gesù di sopravvivere alla
minaccia di morte, e consente il compimento del progetto di Dio annunciato
dall’angelo a Maria: “colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di
Dio” (Lc 1,35).
Anche
Maria, sembra una figura remissiva e priva di volontà propria, perché si adegua
al volere di Dio, senza imporre il proprio.
Ma
è proprio per questo che oggi essi ci sono offerti, in questa festa della
Famiglia di Gesù, come modello per tutte le famiglie. È il loro accogliere e
fare propria la volontà di Dio, senza scegliere per un protagonismo del proprio
sentire e pensare, che permette loro di avere sempre al centro della propria
vita Gesù, anche se per loro non è sempre facile: andranno incontro a
incomprensioni e forse delusioni, rispetto all’itinerario che avevano
immaginato e sperato per la propria famiglia, ma non importa, quello che interessa
loro è che si realizzino non le proprie aspettative, ma la volontà di Dio.
Io
credo che il Vangelo oggi voglia dirci che la nostra migliore personalità la
esprimiamo quando cerchiamo di modellarci sulle parole di Dio, senza far
emergere la naturalezza di comportamenti e atteggiamenti che sono dettati dalle
nostre inclinazioni e abitudini. Meglio, come Giuseppe e Maria, farsi umili
ascoltatori di una Parola che indica un cammino diverso, magari non
comprendendo tutto e subito, come avvenne spesso a loro due, ma fidandosi che
nel sogno della vita come Dio ce la descrive si nasconde il segreto della
propria e dell’altrui felicità, facendo spazio al Signore che nasce.
Preghiere
O Signore, fa sognare anche noi, come Giuseppe, il
mondo come tu lo vorresti, perché cercando la sua realizzazione noi viviamo
sempre in tua compagnia,
Noi ti preghiamo
O Dio che mandi a Giuseppe l’angelo che lo guida e lo consiglia, fatti presente anche a noi con la tua Parola che ci indica la via sulla quale seguirti,
Noi ti preghiamo
Noi ti preghiamo
Sostieni e illumina o Signore Gesù i passi di quanti
soffrono per le incomprensioni e i dissidi familiari. Dona la tua pace a chi
oggi è in conflitto e il tuo perdono a chi compie il male,
Noi ti preghiamo
Proteggi o Padre la tua Chiesa ovunque diffusa, perché
sia famiglia di chi non ha famiglia, guida dei deboli e dei disorientati, amica
di chi è nelle difficoltà,
Noi ti preghiamo
Sostieni i passi di chi nel mondo costruisce la
famiglia dei discepoli, radunando in unità quanti desiderano vivere il Vangelo
e operarne la realizzazione. Proteggi la vita di coloro che annunciano il
Vangelo e testimoniano, fra le difficoltà, il tuo amore,
Noi ti preghiamo.
Ti ringraziamo o Padre del dono di papa Francesco,
pastore buono e umile, che ci indica la strada del Vangelo con le sue parole e
i suoi gesti. Fa’ che ottenga la conversione dei cuori di tutti quelli ai quali
annuncia la tua Parola,
Noi ti preghiamo
Raduna in unità o Dio la tua famiglia divisa. Per le
Chiese e le comunità cristiane che ti invocano, perché trovino presto la
comunione di quanti si riconoscono figli dell’unico Dio,
Noi ti preghiamo
Nessun commento:
Posta un commento