sabato 28 dicembre 2019

Festa della Santa Famiglia - Anno A - 29 dicembre 2019



Famiglia migrante, Stati Uniti 1936.
 
 
Dal libro di Siracide 3, 3-7.14-17

Il Signore ha glorificato il padre al di sopra dei figli e ha stabilito il diritto della madre sulla prole. Chi onora il padre espia i peccati e li eviterà e la sua preghiera quotidiana sarà esaudita. Chi onora sua madre è come chi accumula tesori. Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera. Chi glorifica il padre vivrà a lungo, chi obbedisce al Signore darà consolazione alla madre. Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita. Sii indulgente, anche se perde il senno, e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore. L’opera buona verso il padre non sarà dimenticata, otterrà il perdono dei peccati, rinnoverà la tua casa.

 

Salmo 127 - Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie.

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.

La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.

Ecco com’è benedetto +
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita! 


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi 3, 12-21

Fratelli, scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie! La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre. Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non trattatele con durezza. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino. 

 

Alleluia, alleluia, alleluia.
La pace di Cristo regni nei vostri cuori;
la parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza.

Alleluia, alleluia, alleluia.


Dal vangelo secondo Matteo 2, 13-15. 19-23

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

Commento

Cari fratelli e care sorelle, la liturgia odierna, dedicata alla Famiglia di Gesù, ci propone di soffermare la nostra attenzione sulla figura di Giuseppe. Egli è un uomo definito dal Vangelo “giusto”: “poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiare [Maria] in segreto.” Infatti, quando scoprì che Maria era incinta prima del matrimonio non la espose al rischio della condanna per adulterio, che per la legge giudaica prevedeva la morte dell’adultera, ma cercò un modo per allontanarla senza suscitare scalpore.

Giuseppe, senza voler fare del male a Maria, cercava di allontanarla da sé, ma paradossalmente con il suo agire da uomo giusto e moderato allontanava da sé, assieme a lei, il figlio di Dio Gesù, che era già vivo nel suo seno.

Questo fatto ci fa vedere come non ci si può accontentare di fondarsi sulla giustizia, l’onestà, la correttezza nei rapporti, non è sufficiente che non ci si faccia del male l’un l’altro se vogliamo che Gesù sia presente nella nostra famiglia, c’è bisogno di qualcosa di più, quel di più che permise a Giuseppe di cambiare idea e non allontanare da sé Maria e Gesù.

Infatti possiamo ben dire che la famiglia di Gesù diventa una vera famiglia quando Giuseppe riceve un sogno nel quale Dio gli parla con la bocca di un angelo, ma non basta, quando egli accoglie quanto gli viene detto e o mette in pratica.

Quel sogno cambia la sua visione delle cose: il suo non è più un matrimonio fallito, come tante volte purtroppo accade, ma un matrimonio con il quale Dio gli chiede di assumere una missione importantissima: accogliere, proteggere e fra crescere Gesù perché egli possa manifestarsi al mondo intero. E per aderire a questa missione a Giuseppe non basta essere un “giusto”, onesto e moderato applicatore delle leggi, senza eccessi, ma deve accetta la proposta di accogliere e far suo il disegno grandioso e mai visto di Dio, allo stesso tempo straordinario e sconvolgente: entrare nella storia degli uomini personalmente.

Ma questo, fratelli e sorelle, è quando Dio chiede a ciascuno di noi a Natale. La Natività di Gesù, rappresentata nei presepi con lo sguardo un po’ bambino e ingenuo, è la domanda di Dio di far nostro il sogno di un mondo diverso, nel quale ci sia spazio per Dio, cioè per il bene, in tutte le sue espressioni.

Questo disegno di Dio diventa la vita di Giuseppe, la sua missione, tanto che, abbiamo ascoltato oggi, quando un pericolo minaccia Gesù egli, avvertito dall’angelo, prende e parte, subito, senza indugio, lasciando tutto.

Nel Vangelo non è riportata nessuna parola di Giuseppe, a commento o in risposta ai sogni nei quali un angelo gli parla. Né dopo che l’angelo lo aveva avvertito di prendere Maria con sé, né ora che lo mette in guardia dal progetto omicida di Erode, né quando, poi, l’angelo lo avvertirà in sogno di tornare a casa perché il pericolo è cessato ed infine nemmeno quando un angelo in sogno gli indicherà Nazareth come luogo in cui stabilirsi. Giuseppe è uomo dell’ascolto che si fa decisione e azione, senza commento, mediazione, discussione.

Noi invece siamo abituati a rispondere al sogno che Dio attraverso il suo angelo, che è la Scrittura, ci propone di vivere, a commentare, cioè a trovare tutti i motivi, realistici o a volte anche inventati, per i quali è impossibile vivere in tutto e per tutto, subito, senza preparazione, quel sogno. Noi siamo gli uomini delle parole inutili che come una cortina di fumo fanno sparire e rendono evanescente la visione forte e potente del Vangelo di Dio.

Giuseppe no: vede il sogno di Dio, lo assume e lo fa proprio, agendo concretamente. E non a caso l’Evangelista Matteo aggiunge come le parole dell’angelo siano motivate dal fatto che così si sarebbe realizzata la Parola di Dio, nel brano ascoltato oggi lo dice ben due volte, proprio a sottolineare che Giuseppe non segue una sua immaginaria visione, ma applica quanto la Parola di Dio aveva sempre detto e proposto agli uomini.

Giuseppe esegue questa Parola, cioè la tramuta in decisioni ed azioni, facendo sì che essa si realizzi concretamente nella storia. In questo modo egli partecipa attivamente a quel movimento di incarnazione di Dio iniziato al momento dell’annunciazione, proseguito con la natività ed ora protetto e portato avanti con la Parola resa decisione e azione da Giuseppe.

Per questo nel Vangelo non c’è bisogno che si esprima con le sue parole, perché gli bastano quelle di Dio, e ad esse egli fa spazio per realizzare il suo volere, non il proprio. Egli ci può sembrare un personaggio minore, con una personalità che non emerge, evanescente, che non esprime una sua volontà decisa. Egli non è protagonista, ma mette al centro la Parola di Dio che riceve nel sogno e la rende vita concreta. Così facendo egli permette a Gesù di sopravvivere alla minaccia di morte, e consente il compimento del progetto di Dio annunciato dall’angelo a Maria: “colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio” (Lc 1,35).

Anche Maria, sembra una figura remissiva e priva di volontà propria, perché si adegua al volere di Dio, senza imporre il proprio.

Ma è proprio per questo che oggi essi ci sono offerti, in questa festa della Famiglia di Gesù, come modello per tutte le famiglie. È il loro accogliere e fare propria la volontà di Dio, senza scegliere per un protagonismo del proprio sentire e pensare, che permette loro di avere sempre al centro della propria vita Gesù, anche se per loro non è sempre facile: andranno incontro a incomprensioni e forse delusioni, rispetto all’itinerario che avevano immaginato e sperato per la propria famiglia, ma non importa, quello che interessa loro è che si realizzino non le proprie aspettative, ma la volontà di Dio.

Io credo che il Vangelo oggi voglia dirci che la nostra migliore personalità la esprimiamo quando cerchiamo di modellarci sulle parole di Dio, senza far emergere la naturalezza di comportamenti e atteggiamenti che sono dettati dalle nostre inclinazioni e abitudini. Meglio, come Giuseppe e Maria, farsi umili ascoltatori di una Parola che indica un cammino diverso, magari non comprendendo tutto e subito, come avvenne spesso a loro due, ma fidandosi che nel sogno della vita come Dio ce la descrive si nasconde il segreto della propria e dell’altrui felicità, facendo spazio al Signore che nasce.

Preghiere




O Signore, fa sognare anche noi, come Giuseppe, il mondo come tu lo vorresti, perché cercando la sua realizzazione noi viviamo sempre in tua compagnia,

Noi ti preghiamo


O Dio che mandi a Giuseppe l’angelo che lo guida e lo consiglia, fatti presente anche a noi con la tua Parola che ci indica la via sulla quale seguirti,


Noi ti preghiamo

 Con Giuseppe e Maria o Dio tu ci vuoi mostrare un modello di famiglia nella quale al centro c’è Gesù. Aiutaci a vivere anche noi così, senza perdere mai di vista la priorità di fare la tua volontà,

Noi ti preghiamo



Sostieni e illumina o Signore Gesù i passi di quanti soffrono per le incomprensioni e i dissidi familiari. Dona la tua pace a chi oggi è in conflitto e il tuo perdono a chi compie il male,

Noi ti preghiamo
 


Proteggi o Padre la tua Chiesa ovunque diffusa, perché sia famiglia di chi non ha famiglia, guida dei deboli e dei disorientati, amica di chi è nelle difficoltà,

Noi ti preghiamo

Sostieni i passi di chi nel mondo costruisce la famiglia dei discepoli, radunando in unità quanti desiderano vivere il Vangelo e operarne la realizzazione. Proteggi la vita di coloro che annunciano il Vangelo e testimoniano, fra le difficoltà, il tuo amore,

Noi ti preghiamo.


Ti ringraziamo o Padre del dono di papa Francesco, pastore buono e umile, che ci indica la strada del Vangelo con le sue parole e i suoi gesti. Fa’ che ottenga la conversione dei cuori di tutti quelli ai quali annuncia la tua Parola,

Noi ti preghiamo


Raduna in unità o Dio la tua famiglia divisa. Per le Chiese e le comunità cristiane che ti invocano, perché trovino presto la comunione di quanti si riconoscono figli dell’unico Dio,

Noi ti preghiamo

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