sabato 25 marzo 2023

V domenica di Quaresima - anno A - 26 marzo 2023

 


 

Dal libro del profeta Ezechiele 37, 12-14

Così dice il Signore Dio: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio.

 

Salmo 129 - Il Signore è bontà e misericordia.

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.

Io spero, Signore, Spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora.

Più che le sentinelle l’aurora, Israele attenda il Signore, +
perché con il Signore è la misericordia
grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8, 8-11

Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.  

 

Lode a te o Signore, re di eterna gloria

Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore,

chi crede in me non morirà in eterno.

Lode a te o Signore, re di eterna gloria

 

Dal vangelo secondo Giovanni 11, 1-45

In quel tempo, un certo Lazzaro di Betania, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui». Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Didimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.  Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberatelo e lasciatelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, il vangelo della resurrezione di Lazzaro ci introduce al tempo che da domenica prossima vivremo assieme a Gesù, quello della settimana sante della sua passione, morte e resurrezione.

Fin dall’inizio del brano le parole degli apostoli ci mostrano il clima di ostilità violenta che si era maturato contro Gesù: “Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?” gli dicono infatti quando manifesta l’intenzione di tornare a Betania, villaggio nei pressi di Gerusalemme. E poi, subito dopo la resurrezione di Lazzaro, i sommi sacerdoti e i farisei presero la decisione definitiva di togliere Gesù di mezzo: “dicevano: «Che facciamo? Quest'uomo compie molti segni. Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione … meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera»”. (Gv 11,47-50).

Questo è l’atteggiamento nei suoi confronti, e Gesù lo sa, eppure decide di tornare dai suoi amici Lazzaro, Marta e Maria, proprio nei luoghi in cui le nubi dell’ostilità si addensavano sul suo capo.

Vediamo qui come per Gesù l’amicizia e l’amore per gli altri conta più di tutto, più della sua tranquillità e sicurezza, più del rischio della sua vita stessa. È quello che vedremo, ancora più evidente, nella passione. Capiamo meglio come quella sua scelta testarda, nonostante tutti gli avvertimenti, di andare a Gerusalemme non era dettata dal desiderio di sfidare le autorità religiose e i capi del popolo, né dall’intenzione di innescare una rivoluzione popolare per sconfiggere il potere colonizzatore romano restaurando la monarchia indipendente. No, come ha fatto tornando a Betania dai suoi amici, Gesù va a Gerusalemme per amicizia e per amore per quel popolo a cui aveva dedicato tutta la sua vita. Troppo grande era il messaggio che doveva loro trasmettere che non poteva restare semi-nascosto nella periferia dei villaggi, ma doveva essere proclamato nel cuore del popolo e della fede, la città santa di Gerusalemme.

Da tutto ciò comprendiamo bene come la vita di Gesù sia vita donata, spesa per gli altri. Non accetta che sia risparmiata e messa al sicuro, di preservarla. Questa è la chiave con la quale possiamo capire tutto il Vangelo della vita di Gesù, e tanto più la sua passione e morte. Quella di Gesù è una vita spesa per gli altri, consumata, quasi logorata dalla fatica di parlare e incontrare le folle una persona alla volta, con parole, gesti, azioni personali e intense. È una vita non risparmiata nel camminare incessante, non comoda, senza una casa in cui tornare a riposare, sempre in strada per manifestare l’amore e la vicinanza di Dio, anche quando era faticoso, difficile, pericoloso, non opportuno farlo.

Sì, anche per Lazzaro, Marta e Maria Gesù non si risparmia, perché la sua è vita donata, spesa per gli altri.

Accanto a questo messaggio però, il vangelo di oggi ce ne offre un altro che ne è il compimento, e cioè che la vita donata non va perduta, anzi essa è restituita da Dio rafforzata, piena e felice. Lo dice il lungo dialogo di Gesù con Marta e Maria dal quale emerge la loro fede nella resurrezione: “Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà …  chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo…».” Questo è quello che Gesù vuole, suscitare la fede in lui, in modo che venga adottata una vita come la sua, donata e spesa per gli altri, che Dio restituisce rafforzata. E la resurrezione di Lazzaro, amico speciale di Gesù, l’unico per il quale il Signore piange nei vangeli, suscita la fede in tanti di quelli che lo vedono: “Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.”

Care sorelle e cari fratelli, come accennavo, il vangelo di oggi ci guida dentro il mistero a cui saremo posti innanzi nella settimana santa di passione morte e resurrezione di Gesù. È il mistero di una vita che proprio perché spesa e donata non va perduta, ma anzi è restituita a Gesù rafforzata e resa eterna dal Padre con la sua resurrezione. È la domanda che viene oggi posta a ciascuno di noi: quanto della mia vita, cioè del mio tempo, della mia fatica, dei miei interessi e preoccupazioni sono donati, spesi per gli altri? Oggi comprendiamo meglio che ciò che non è donato va sprecato, che ciò che non è speso per gli altri si consuma e finisce, non ha futuro.

Preghiamo perché il tempo benedetto di Quaresima che stiamo vivendo nel suo ultimo tratto ci doni questa consapevolezza per far sì che il nostro incontro col risorto sia con un discepolo che ascoltando il vangelo, pregando e nutrendo la carità fraterna vive e crede in lui, e, come lui, non morirà in eterno. 

 


Preghiere 

 

O Signore nostro Gesù Cristo, ti preghiamo: donaci la fede che ci renda capaci di vivere come te , donando tutto noi stessi agli altri.

Noi ti preghiamo

 

O Dio Padre onnipotente, rendi umano il nostro cuore e sensibile il nostro animo, perché davanti al tuo figlio che va a morire non restiamo come spettatori estranei ma viviamo con partecipazione commossa i segni di un così grande amore per tutti,

Noi ti preghiamo

 


Signore Gesù insegnaci a pregare, perché non siamo timidi e freddi, ma come Marta e Maria sappiamo chiedere la guarigione e la resurrezione per il nostro fratello oppresso dalla forza del male,

Noi ti preghiamo

 

O Padre nostro, fa’ che come figli sappiamo sempre chiederti ciò di cui abbiamo bisogno, fiduciosi che tu ci ascolti ed esaudisci. Aiutaci a non rinunciare ad aspettarci da te vita e salvezza,

Noi ti preghiamo


 

Aiuta e sostieni o Signore tutti coloro che sono nel dolore in questo tempo e in modo particolare per quanti sono stati colpiti dalla violenza del terremoto in Turchia e Siria. Ascolta l’invocazione di chi è nel dolore e prendi nelle tue mani la vita di chi è oppresso dal male. 

Noi ti preghiamo

 

 

Sostieni o Padre del cielo la nostra poca fiducia in te, accresci in noi la certezza che il tuo amore non finisce e che la tua misericordia cancella il nostro peccato. Guarisci le nostre vite e perdona, o Dio, il nostro peccato.

Noi ti preghiamo.

 

 

Aiuta o Dio quanti in questi giorni si preparano ad incontrarti sulla via dolorosa della tua passione. Concedi a ciascuno di noi di non restare freddi e indifferenti ma di vivere accanto a te che doni tutto te stesso per la salvezza degli uomini,

Noi ti preghiamo

 

Benedici e proteggi o Padre del cielo il nostro papa Francesco e quanti, come lui, spendono la vita per l’annuncio e la testimonianza del Vangelo. Fa’ che i loro sforzi producano frutti buoni di pace e conversione dei cuori,

Noi ti preghiamo

 

 

 

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