sabato 8 marzo 2025

I domenica di Quaresima - Anno C - 9 marzo 2025

 


Dal libro del Deuteronomio 26,4-10

Mosè parlò al popolo e disse: «Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all’altare del Signore, tuo Dio, e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio: “Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato”. Le deporrai davanti al Signore, tuo Dio, e ti prostrerai davanti al Signore, tuo Dio».

 

Salmo 90 - Resta con noi, Signore, nell'ora della prova.

Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido».

Non ti potrà colpire la sventura,
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
Egli per te darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutte le tue vie.

Sulle mani essi ti porteranno,
perché il tuo piede non inciampi nella pietra.
Calpesterai leoni e vipere,
schiaccerai leoncelli e draghi.

«Lo libererò, perché a me si è legato, +
lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui,
lo libererò e lo renderò glorioso».

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 10,8-13

Fratelli, che cosa dice [Mosè]? «Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore», cioè la parola della fede che noi predichiamo. Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso». Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».

 

Lode a te, o Signore, re di eterna gloria!
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Lode a te, o Signore, re di eterna gloria!

Dal vangelo secondo Luca 4,1-13

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”». Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, si è aperto mercoledì scorso con il rito austero e solenne delle ceneri il tempo santo di Quaresima, occasione per avviarci in un cammino di rinnovamento della nostra vita.

Mercoledì dicevamo che la Quaresima è un tempo regalato a noi da Dio perché impariamo a “tornare a lui con tutto il cuore”, come afferma il profeta Gioele, ovvero a ritrovare il cuore di carne che lui stesso, creandoci a sua immagine e somiglianza, ha messo dentro di noi. Un cuore capace di tenerezza e di simpatia, di compassione e di bontà, capace di pentirsi e di chiedere perdono, di gioire del bene e di addolorarsi per la forza del male.

Questo cuore di carne rappresenta il piano di Dio per l’umanità, è come lui ci vorrebbe tutti, il suo sogno per ciascuno di noi. Sì, Dio si nutre di sogni perché guarda al futuro del mondo con speranza, perché lui sa che ha messo dentro ciascuno di noi la capacità di voler bene e di operare per far prevalere il bene sul male. Dio sogna che questo seme deposto germogli, cresca, si fortifichi e dia frutto. Perché questo si realizzi, è chiaro, c’è bisogno che ciascuno di noi faccia suo questo stesso sogno di Dio, alimentandolo con l’operosa speranza concretizzata nelle nostre azioni.

Potremmo dire, davanti a tutto ciò, che il sogno di Dio è irrealizzabile, ingenuo, troppo ottimistico. Anche Dio sa che da soli non ce la faremmo a farlo nostro, per questo non ci lascia soli davanti alla tentazione di rinunciarvi.

Nel Vangelo che abbiamo ascoltato poco fa vediamo Gesù fronteggiare proprio questa tentazione. Ancor prima di cominciare a cercare di realizzare il sogno di Dio con gli uomini, prima di iniziare la sua vita di predicazione e annuncio del Vangelo a tutti, a parole e con i fatti, Gesù attraversa la tentazione di lasciar perdere tutto ciò, incontrando di persona il maligno, cioè colui che contrasta il sogno di Dio di una umanità che conservi il suo cuore di carne.

Innanzitutto Gesù accetta di confrontarsi con il male assoluto, non lo nasconde dietro la maschera di una scelta inevitabile o di un necessario realismo, nemmeno evita di sfuggirlo con l’affermazione che tanto fanno tutti così, ecc... Non ci sono mascheramenti ed elusioni possibili, dobbiamo imparare a confrontarci con la tentazione che il male ci propone, presentandocela come ragionevole, conveniente, priva di conseguenze negative. Per fare questo dobbiamo imparare a guardare dentro di noi, e non fuori, perché il male agisce dal nostro interno e ci propone di fare nostro un potere alla nostra portata, allettante, desiderabile, come abbiamo ascoltato nel Vangelo oggi.

È il potere di impossessarsi della realtà materiale, le cose, per il proprio vantaggio personale, come far diventare le pietre pane.

È il potere di essere al di sopra delle persone e delle situazioni, di esercitare la supremazia, come il dominio sui regni della terra.

È il potere di usare tutto e tutti, persino Dio, come fossero cose a nostra disposizione, come pretendere che Dio obbedisca ai nostri desideri, come e quando ci pare.

Sono i piccoli, grandi poteri a cui ciascuno ambisce, che proviamo ad esercitare per avere il controllo e trarne vantaggio. Questi poteri, lo dice il maligno stesso, non possono che essere concessi da lui: “Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio.” Non è la fortuna o il caso o le capacità personali a farci ottenere il possesso delle cose, il dominio e la supremazia, la pretesa di usare gli altri; tutto ciò viene offerto dal maligno agli uomini che accettano di farsi collaboratori del suo piano malvagio, di inginocchiarsi davanti a lui e rinunciare al proprio cuore di carne e al sogno di Dio.

Gesù accetta di farsi tentare da questo potere, non lo elude e non lo nasconde, ma risponde alla proposta di esercitare i poteri del male preferendo un potere diverso, quello di Dio. Egli vuole conservare il proprio cuore come un tesoro prezioso che viene alimentato e preservato dalla Parola di Dio, a cui egli dà la priorità su tutte le cose del mondo. Gesù sa che il suo cuore è un dono dal Padre, che è stato creato a sua immagine e somiglianza, ed a lui rimane fedele nella gratitudine. Il Signore sa che Dio ha cura di lui e lo sostiene, non ha bisogno che lui sia a sua disposizione, ma al contrario si pone lui con disponibilità al servizio del sogno di Dio di una umanità felice e con il cuore di carne.

Care sorelle e cari fratelli, La Quaresima che si è aperta mercoledì ci porta dunque assieme a Gesù in un deserto in cui far cadere maschere e finzioni. Guardiamo con audacia, come fece lui, il male diritto in faccia, accorgendoci di come ci seduce con la proposta del potere malvagio di questo mondo. Dio non ci lascia soli in questo cammino, anzi, ci offre un potere più grande e forte di ogni altro, il suo sogno pieno di speranza che l’umanità conservi il cuore di carne così come lui glielo ha donato. Cominciamo dal nostro, non permettiamo che si indurisca e si raffreddi, facciamolo battere all’unisono con il cuore di Dio, sempre dalla parte dei più deboli e attento al bisogno di ciascuno, purifichiamolo dalle tentazioni di dominio, prevaricazione, indifferenza e insensibilità. Dio lavora con noi, ci sostiene e ci dona la sua forza di bene, benedice e incoraggia chi si fa ascoltatore della sua Parola e alla sua forza trasformatrice si affida con fiducia.

  

Preghiere 

 

O Dio padre onnipotente, ti ringraziamo per il dono della Quaresima, tempo opportuno per incamminarci sulla via del Vangelo. Guidaci in queste settimane perché giungiamo ad incontrarti risorto,

Noi ti preghiamo

 

O Signore Gesù aiutaci ad essere ascoltatori attenti della Parola e discepoli docili del tuo sogno, perché riscopriamo di essere tuoi figli amati, fratelli e sorelle di ogni uomo e ogni donna

Noi ti preghiamo

 

Ti preghiamo o Dio perché possa presto giungere un tempo di pace e riconciliazione dove oggi regna guerra e odio. Ti preghiamo per i popoli che oggi soffrono per la violenza dei combattimenti,

Noi ti preghiamo

  

O Signore Gesù, converti i cuori di quanti coltivano in sé sentimenti di odio e aggressività. Per coloro che percorrono i sentieri del male e causano sofferenza e dolore, dona ad essi la volontà di recidere ogni legame con la forza distruttiva del male.

Noi ti preghiamo

 

Ti preghiamo o Signore per il nostro papa Francesco, accompagnalo in questi giorni di malattia, donagli la guarigione, accresci la sua forza di testimonianza del suo amore per i più piccoli

Noi ti preghiamo

  

Guida e sostieni o Dio la tua Chiesa perché viva con serietà questa Quaresima come occasione di conversione e si avvii spedita sulla via che conduce a Cristo Risorto,

Noi ti preghiamo.

mercoledì 5 marzo 2025

Mercoledì delle ceneri - 5 marzo 2025

 


Accogliamo nella gioia, o fratelli,
il divino annuncio della Quaresima.
Come gli abitanti di Ninive
accolsero la predicazione di Giona,
come le prostitute e i pubblicani
che ascoltarono Giovanni parlare,
anche noi prepariamoci
alla comunione con il Signore
celebrata in Sion.
Con lacrime e pentimento,
laviamoci per ottenere da Dio un cuore puro.
Preghiamo con insistenza
di poter contemplare
il compimento della Pasqua,
pienezza dell’amore di Dio.
Prepariamoci ad adorare la croce
e a gioire della resurrezione.
Non deluderci nella nostra speranza,
o amico degli uomini.
E quello spirito che ha condotto Gesù
nel deserto guidi anche noi
nel tempo della Quaresima,
addolcisca il nostro cuore,
ci protegga dalle tentazioni,
ci apra il senso delle scritture
per la parola di vita eterna. Amen.
 
Salmo 50 - Purificami, o Signore, sarò più bianco della neve.
 
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore:
nel tuo affetto cancella il mio peccato
e lavami da ogni mia colpa
purificami da ogni mio errore.
 
Il mio peccato, io lo riconosco;
il mio errore mi è sempre dinanzi:
contro te, contro te solo ho peccato;
quello che è male ai tuoi occhi io l’ho fatto.
Così sei giusto nel tuo parlare
e limpido nel tuo giudicare.
Ecco, malvagio sono nato,
peccatore mi ha concepito mia madre.
 
 
Ecco, ti piace verità nell’intimo,
e nel profondo mi insegni sapienza.
Se mi purifichi con issopo, sono limpido;
se mi lavi, sono più bianco della neve.
 
 
Lode a te, o Signore, re di eterna gloria
Questo è il Vangelo dei poveri, la liberazione dei prigionieri,
la vista dei ciechi, la libertà degli oppressi.
Lode a te, o Signore, re di eterna gloria
 
 
Dal libro del profeta Gioele 2,12-18
Così dice il Signore: «Ritornate a me con tutto il cuore,
con digiuni, con pianti e lamenti.
Laceratevi il cuore e non le vesti,
ritornate al Signore, vostro Dio,
perché egli è misericordioso e pietoso,
lento all’ira, di grande amore,
pronto a ravvedersi riguardo al male».
Chi sa che non cambi e si ravveda
e lasci dietro a sé una benedizione?
Offerta e libagione per il Signore, vostro Dio.
Suonate il corno in Sion, proclamate un solenne digiuno,
convocate una riunione sacra.
Radunate il popolo, indite un’assemblea solenne,
chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini lattanti;
esca lo sposo dalla sua camera
e la sposa dal suo talamo.
Tra il vestibolo e l’altare piangano
i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano:
«Perdona, Signore, al tuo popolo
e non esporre la tua eredità al ludibrio
e alla derisione delle genti».
Perché si dovrebbe dire fra i popoli: «Dov’è il loro Dio?».
Il Signore si mostra geloso per la sua terra
e si muove a compassione del suo popolo. 
 
Lode a te, o Signore, re di eterna gloria
Il Figlio dell’uomo è venuto a servire,
chi vuole essere grande, si faccia servo di tutti.
Lode a te, o Signore, re di eterna gloria
 
Commento
Care sorelle e cari fratelli, abbiamo ascoltato dal libro del profeta Gioele l’invito che Dio rivolge al popolo di Israele: “Ritornate a me con tutto il cuore.” Il Signore risponde così alla supplica del popolo che in una solenne liturgia di penitenza e invocazione si rivolge a lui per chiedergli di risollevarlo dalla situazione drammatica nella quale si trova. La risposta di Dio è chiara: il male dilaga quando il popolo, allontanandosi da Dio, lo lascia libero di agire senza trovare argine.
È un po’ quello che vediamo anche ai nostri tempi. Siamo in un tempo di grande confusione in cui si grida tutto e il contrario di tutto. Prende il sopravvento la legge del più forte: chi ha potere prevale e chi è debole soccombe, come una spietata legge della giungla, proposta e accettata come normale, sia a livello globale dei rapporti fra le nazioni, che a livello locale, all’interno della nostra società.
Il risultato è che non ci si vergogna ad essere cattivi, anche gratuitamente, non bisogna nemmeno mascherarsi con l’ipocrisia di motivazioni false e opportunistiche: se me lo posso permettere per il potere che ho, economico, politico, militare, faccio come mi conviene di più.
A livello globale riemergono spinte nazionalistiche, reazione ad una globalizzazione selvaggia che ha spaventato i popoli, che fanno sì che i mondi e le società tendano a ripiegarsi su sé stessi, a interessarsi dei propri problemi e a provare fastidio per quelli degli altri.
Le vittime delle guerre sono irrise, come avviene in Palestina, o considerate un inutile spreco di risorse, come in Ucraina, o semplicemente ignorate, come in Congo e in tante altre parti del mondo.
Tutto questo però ha anche ripercussioni a livello soggettivo: come reagiamo noi? Innanzitutto con un senso di impotenza e irrilevanza personale. Ma poi anche con la stanchezza: non si può remare sempre controcorrente, ogni tanto bisogna pure riposarsi e lasciarsi trascinare dalla corrente. Poi c’è un fattore oggettivo che è l’età, che spinge a ridurre gli orizzonte e a un certo conservatorismo, un rimpianto del passato, un vivere con lo sguardo all’indietro.
A noi che viviamo tutto ciò oggi risuona l’invito di Dio: “Ritornate a me con tutto il cuore.” Sì, ci siamo troppo allontanati dal sogno di Dio per l’umanità. Quel sogno che ha voluto imprimere nel nostro cuore quando lo ha creato a sua immagine e somiglianza. Il nostro cuore Dio lo ha creato per battere all’unisono con quelli che abbiamo accanto, anche i lontani, gli estranei. A intenerirsi per le miserie, a gioire per gli atti di generosità e di bontà, a scaldarsi davanti alle parole del Signore che come un padre buono continua, nonostante tutto, a considerarci suoi figli. Dio sogna un’umanità animata da un cuore di carne, senza divisioni nazionalistiche, odi, rancori, guerre e ingiustizie. Tutto ciò trasforma i cuori in pietre. Avere una pietra al posto del cuore ci rende pesanti e ci immobilizza, rende sordi alle parole amorevoli di Dio, muti davanti alle domande dei fratelli e sorelle, insensibili e freddi. Avere un cuore di pietra vuol dire anticipare la morte.
Cari fratelli e care sorelle, condividiamo il sogno di Dio di essere donne e uomini con un cuore di carne. Può sembrare un sogno ingenuo, troppo ottimistico, irrealistico. In un’epoca che obbliga ad indurirsi conserviamo un cuore di carne e presentiamolo a Dio così come lui ce l’ha donato. Torniamo a lui con tutto il cuore!
Questo tempo di Quaresima ci chiede di digiunare dallo spirito di indurimento di questo mondo, dall’orgoglio del proprio potere che ci fa autoesaltare e dimenticare i piccoli. Ci chiede di compiere atti che riaffermino che la paternità di Dio ci rende tutti fratelli e sorelle, membri di un’unica famiglia da radunare e ricucire degli strappi nazionalistici, razzisti, di disprezzo e di indifferenza. Ci chiede di riallacciare un dialogo con Dio che ha sempre continuato a parlarci, ad invitarci, a manifestarci la sua vicinanza e sollecitudine. Con il digiuno, la carità e la preghiera alimentiamo il sogno di Dio di realizzare un’umanità con un cuore di carne, a partire dal mio.

Preghiere

O Signore Dio che sei paziente e misericordioso, quarda a noi tuoi figli con benevolenza e accoglici pentiti. Nopn guardare al nostro peccato ma al desiderio di tornare a te con un cuore di carne.
Noi ti preghiamo

O Padre buono lava e puifica i cuori di chi oggi odia il fratello e la sorella, disprezza il misero e compie ingiustizie. Fa' che raggiunto dal tuo amore ciascuno converta il proprio cuore alla fraternità.
Noi ti preghiamo

Ti invochiamo o Dio per quanti sono nella guerra e soffrono per la violenza fratricida. Consola e salva con il dono della tua pace.
Noi ti preghiamo

Guarisci o Dio del cielo il nostro papa Francesco, rafforzalo nel corpo e nello spirito, perché torni presto a pascere il gregge dei tuoi figli e a indiìcare con forza la via che porta a te.
Noi ti preghiamo 
 
Fa' o Padre buono che la cenere che oggi abbiamo ricevuto segni il nostro cuore con il dono della conversione a te e dell'umiltà. Perché i cuori appesantiti e induriti tornino a battere con forza all'unisono con il tuo.
Noi ti preghiamo

Ti preghiamo o Dio per la Chieda dei tuoi figli, perché riuniti nel tuo nome sappiamo essere testimoni del perdono e annunciatori del Vangelo a tutti.
Noi ti preghiamo 
 

sabato 1 marzo 2025

VIII domenica del tempo ordinario - Anno C - 2 marzo 2025

 


Dal libro del Siracide 27,4-7

Quando si agita un vaglio, restano i rifiuti; così quando un uomo riflette, gli appaiono i suoi difetti. La fornace prova gli oggetti del vasaio, la prova dell’uomo si ha nella sua conversazione. Il frutto dimostra come è coltivato l’albero, così la parola rivela il sentimento dell’uomo. Non lodare un uomo prima che abbia parlato, poiché questa è la prova degli uomini.

 

Salmo 91 - È bello cantare il tuo nome, Signore.

È bello annunziare al mattino il tuo amore,
la tua fedeltà lungo la notte,
Poiché mi rallegri, Signore, con le tue meraviglie,
esulto per l’opera delle tue mani.

Il giusto fiorirà come palma, crescerà come cedro del Libano; +
piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli atri del nostro Dio.

Nella vecchiaia daranno ancora frutti,
saranno vegeti e rigogliosi,
per annunziare quanto è retto il Signore:
mia roccia, in lui non c’è ingiustizia.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 15,54-58

Fratelli, quando questo corpo corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura: "La morte è stata ingoiata per la vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?". Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la legge. Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, prodigandovi sempre nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Apri, Signore, il nostro cuore
e comprenderemo le parole del Figlio tuo.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Luca 6,39-45

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt’e due in una buca? Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo.  L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore».

 

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, il Vangelo di Luca ci propone oggi un discorso di Gesù nel quale egli affronta il tema che oggi è molto dibattuto del “discernimento”, cioè di come trovare in ogni situazione il criterio migliore in base al quale fare le nostre scelte. Il Signore usa tre immagini: il cieco che guida, la trave nell’occhio, il frutto dell’albero. Sono tre modi di esprimersi semplici ma convincenti con i quali il Signore affronta un tema così complesso e delicato.

Nel nostro tempo sappiamo come spesso attraverso i “mass media” classici, i giornali, la radio e la televisione, o ancora di più attraverso i cosiddetti “social media” riceviamo informazioni dalle persone più diverse e sconosciute, e i loro giudizi possono esercitare una grande influenza su di noi. Fin qui non ci sarebbe nulla di male, ma spesso avviene una vera e propria manipolazione che, attraverso tecniche comunicative, riesce ad orientare il pensiero, ma ciò avviene non convincendo con il ragionamento, ma instillando messaggi subdoli e falsi. È il fenomeno delle famigerate fake news che orientano i giudizi sulla base di una realtà falsata, le tecniche di alzare i toni imponendosi non per il ragionamento ma per l’arroganza, l’uso spregiudicato di spauracchi che, incutendo nuovi timori irrazionali, rendono le persone più facilmente convincibili sull’onda di emozioni superficiali e non di pensieri profondi.

Come uscire da questa vera e propria babele di informazioni che manipolano l’opinione di tanti e orientano le scelte senza aiutare a capire meglio la realtà?

Gesù con le sue parole non vuole proporre una tecnica, ma piuttosto insegna l’atteggiamento da tenere nel momento in cui scegliamo, da cosa partire per formare in noi una capacità di scegliere matura e responsabile.

Il primo elemento è rendersi conto se la persona a cui diamo ascolto ci aiuta a capire più in profondità la realtà, oppure vuole solo colpirci, spaventarci, emozionarci, offuscando così la vista della nostra mente e del cuore con la nebbia della superficialità. Lasciarci guidare da chi è cieco, vuol dire accettare di non vedere e comprendere le cose in profondità, e divenire così anche noi ciechi e arroganti, pretendendo di formulare giudizi anche senza conoscere.

Il secondo elemento presentato da Gesù è la facilità con cui si giudicano gli altri senza sentire il bisogno di sottoporre prima di tutto se stessi al vaglio e correggere innanzitutto il proprio errore. Questo non vuol dire che è impossibile operare una valutazione delle persone e dei fatti, ma che nel farlo bisogna innanzitutto chiedersi se io al suo posto sarei stato migliore, se avrei avuto la forza di resistere alle tentazioni, se in casi analoghi non abbia anche io dato una prova di me deludente. Impariamo invece ad essere umili, perché in questo modo anche l’errore altrui ci rende il prossimo assai più vicino e simile di quanto a prima vista avremmo pensato. È proprio nella fragilità davanti alla forza seduttrice e convincente del male che ci ritroviamo tutti più simili, uguali nel non potercela fare solo con le nostre forze, senza l’aiuto della grazia di Dio che ci rafforza nel proposito e ci consiglia di fare il bene. È questo bisogno comune che ci rende più solidali e fraterni, ci fa sentire necessità del sostegno e della testimonianza altrui. Il maligno invece ci vuole isolare attraverso il giudizio che, facendoci sentire migliori, ci allontana dagli altri.

Infine con l’esempio del frutto che non può che essere cattivo se nasce da un albero cattivo e al contrario sarà buono se nasce da un albero buono, il Signore ripropone con forza la priorità dell’interiorità come matrice dell’agire dell’uomo. Esiste infatti una sapienza mondana, fatta di esperienza, di buon senso, di abitudini, di convenienze, ecc… che ci convince che nelle nostre scelte possiamo fidarci del nostro istinto, o semplicemente seguire quello che fanno tutti. Ma questa sapienza ci inganna assai facilmente, ed è proprio quella parte di noi che più facilmente è esposta alle manipolazioni di cui parlavo prima. Essa è superficiale, cioè riguarda l’emozionalità, il sentimentalismo, le simpatie o antipatie, e si fa facilmente trascinare dalla corrente. La vera sapienza invece è quella che deriva dalla docilità allo Spirito di Dio che agisce in noi attraverso l’ascolto della sua Parola fatta scendere nel cuore, la grazia donata dai sacramenti, lo sforzo di costruire relazioni fraterne profonde e coinvolgenti con chi ci sta accanto. È questa sapienza che fa del nostro albero una pianta capace di produrre frutti buoni di conversione, generosità e amore.

Cari fratelli e care sorelle, mercoledì prossimo riceveremo sul capo il segno umile della cenere, porta di accesso al tempo santo della Quaresima in attesa della Pasqua. Anche in preparazione a questa occasione che ci è offerta accogliamo l’invito che oggi il Signore ci fa a coltivare un’interiorità profonda e ricettiva del suo Santo Spirito. Non accontentiamoci dell’istintività emozionale e sentimentale ma lavoriamo dentro di noi perché sempre più i nostri pensieri, sentimenti e azioni si modellino su quelli di Gesù descritti nel Vangelo.

 

Preghiere 

 

O Padre del cielo, sostieni quanti ricorrono a te chiedendo umilmente perdono dei propri peccati. Fa’ che la cenere che mercoledì riceveremo sul capo sia segno dell’impegno a convertire il nostro cuore ai tuoi insegnamenti,

Noi ti preghiamo

  

Guarisci o Signore il nostro papa Francesco , sostienilo nell’ora del dolore e della fragilità con il conforto dello Spirito Santo,

Noi ti preghiamo

 

O Signore Gesù manda il tuo Spirito su di noi perché accogliamo con docilità l’invito a non giudicare con durezza sprezzante il prossimo, ma a sentirci solidali con lui nel bisogno del tuo aiuto,

Noi ti preghiamo

 

O Dio amico degli uomini, renditi vicino a quanti ti invocano nel dolore. Ti preghiamo per tutti i poveri che soffrono e che invocano aiuto e conforto. Dona loro la tua salvezza,

Noi ti preghiamo

 

Guarda con bontà o Padre del cielo ai tuoi figli nel mondo. Guida i tuoi discepoli ad una comprensione profonda del Vangelo, perché nell’unità sappiamo vivere tutti la ricerca del tuo Regno,

Noi ti preghiamo.

  

Vinci o Signore la durezza dei cuori violenti che minacciano chi è fragile. Per i paesi in guerra, per i popoli colpiti dal terrorismo, ti invochiamo, dona loro presto la pace.

Noi ti preghiamo

 

 Proteggi o Dio i cristiani che sono perseguitati. Fa’ che l’odio per il tuo nome venga presto tramutato nella fratellanza universale fra tutti i credenti,

Noi ti preghiamo

 

Sostieni o Signore quanti costruiscono la pace e la concordia fra tutti gli uomini, perché le differenze di nazione, lingua e cultura non divengano motivo di divisione e contrapposizione

Noi ti preghiamo