sabato 23 novembre 2013

XXXIV domenica del tempo ordinario Festa di Cristo Re - 24 novembre 2013


 
Dal secondo libro di Samuele 5, 1-3

In quei giorni, vennero tutte le tribù d’Israele da Davide a Ebron, e gli dissero: «Ecco noi siamo tue ossa e tua carne. Già prima, quando regnava Saul su di noi, tu conducevi e riconducevi Israele. Il Signore ti ha det­to: “Tu pascerai il mio popolo Israele, tu sarai capo d’Israele”». Vennero dunque tutti gli anziani d’Israele dal re a Ebron, il re Davide concluse con loro un’alleanza a Ebron davanti al Signore ed essi unsero Davide re d’Israele.

 

Salmo 121 - Andremo con gioia alla casa del Signore.

Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

 

È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.

Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide.


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Calossesi 1, 12-20

Fratelli, ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce. È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati. Egli è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione, perché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potenze. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono. Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa. Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti, perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose. È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Alleluia, alleluia alleluia.


Dal vangelo secondo Luca 23, 35-43

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio. tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

Commento

Cari fratelli e care sorelle, oggi si conclude un anno con il Signore. Il tempo di Dio, della nostra vita con lui non segue il calendario degli eventi mondani, né il ritmo delle nostre vicende personali, ma ha una sua cadenza perché noi ci adeguiamo ad essa. La nostra tendenza infatti è far ruotare tutto attorno a noi stessi, imprimere alla nostra vita il ritmo delle nostre personali vicende. Oggi la Liturgia ci richiama ad un tempo diverso che chiude con questa domenica un anno e, la domenica prossima, ne apre un altro con l’inizio dell’Avvento. È una liberazione dalla schiavitù di se stessi, dei propri alti e bassi, dei motivi di amarezza e insoddisfazione, delle recriminazioni o esaltazioni futili e passeggere, per assumere invece una dimensione più matura, più sapiente che è quella di un cammino con Dio dentro una storia vasta e lunga come l’umanità tutta intera. Non più i piccoli orizzonti agitati o depressi, ma le grandi visioni che donano alla nostra esistenza la vera dimensione che Dio sogna per ciascuno di noi.

È la visione contenuta nella lettera ai Colossesi che abbiamo ascoltato, quella di una signoria di Dio sulla vita dell’uomo e dell’universo intero, proprio perché possano vivere lo stesso destino di salvezza che lui ha preparato: Fratelli, ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce. È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati.” Siamo noi che ci vogliamo allontanare da questa sorte, preferendo il piccolo orizzonte privato, pensando così di poterlo controllare e dominare meglio, mettendoci al sicuro. Crediamo che il nostro agitarci sia più utile che il seguire fiduciosi la corrente di amore con il quale Dio conduce la storia verso il suo compimento. È questo il messaggio che oggi ci giunge da questa festa nella quale ricordiamo che fine e pienezza della storia, del mondo e mia personale, è nella volontà di salvezza che Gesù è venuto ad indicarci con le parole e la sua stessa vita.

Ma in cosa consiste questa volontà?

Spesso essa ci sembra imperscrutabile e misteriosa, oppure troppo assurda da essere accolta, impossibile da vivere. Le letture di oggi vengono ad indicarcene, di nuovo, un aspetto importante: essa è la vittoria sul male attraverso la mitezza e l’amore appassionato di Gesù, di cui ci parla il Vangelo della morte e resurrezione di Gesù.

È la sua passione infatti che lo incorona re della storia, non il successo o la gloria effimera dell’ingresso a Gerusalemme, che sembra attirare le folle osannanti, ma che si rivela presto un bluff ironico e beffardo di quelli che primo lo glorificano come re e poi lo vogliono vedere crocifisso. La passione è la vera gloria di Gesù, ma perché? Essa infatti ci fa paura, perché richiama il significato del patire, di una sofferenza intima e profonda. Ma poi “passione” ci ricorda l’amore appassionato, pieno e totale, capace di donarsi tutto senza risparmio di sé. Quell’amore che Cristo visse proprio nel gesto estremo di accettare una condanna per colpe non sue, pur di non abbandonare i suoi. È quello che sottolinea il ladrone: “Noi, [moriamo] giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male”.  

Ma infine “passione” significa anche che l’odio, la violenza, la sopraffazione, lo scherno, la cattiveria gratuita furono subite da Gesù con un atteggiamento di piena passività, cioè ricevendo e assorbendo tutto il male che gli facevano senza rifletterlo sugli altri, nemmeno sotto la forma della maledizione. In genere il male subito infatti genera immediato e spontaneo l’istinto di rigettarlo sugli altri, come un riflesso che dà l’illusione di liberare la vittima dal dolore patito. È il caso esemplare della vendetta, desiderio di fare male per colmare il vuoto creato dentro di sé da altro male, ma, più in generale, ogni espressione di violenza e sopraffazione è il frutto di una pianta che affonda le proprie radici in un male subito, a torto o a ragione, con gradi diversi di realtà, direttamente sulla propria carne o su quella dei propri affini.

È, ad esempio, la ribellione, il desiderio di riscatto, l’aggressività che scoppia irrazionale, distillata nell’esasperazione del torto subito, ma anche la legittima difesa, violenza attenuata da un senso di giustizia, ma sempre violenza, ecc…

Gesù non dà sfogo a nessuno di questi istinti, così umani e così naturali. Nemmeno si discolpa, tace e annienta in radice la forza del male subendolo senza restituirlo ad altri. Anzi fin sulla croce benefica chi gli sta accanto, il ladrone al quale assicura l’ingresso in paradiso. È la vittoria piena e definitiva sul male perché neutralizza la violenza estirpandone le radici e impedendo che si propaghi attecchendo di cuore in cuore.

Questa, fratelli e sorelle, è la salvezza dal male che il Signore ci offre, vera signoria sulla forza di un destino segnato dalla vittoria delle forze che vogliono farci diventare anche noi attori e protagonisti di tanto male. Questa salvezza si inserisce in un orizzonte che avvolge il mondo intero. È quello che chiede il ladrone dalla sua croce: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno.” Egli si sottomette alla volontà di quel condannato come lui che non si ribella e non rinuncia a beneficare chi gli sta accanto.

Accettiamo anche noi la sua signoria, la gloria di una passione di amore e di mitezza che trasforma il mondo dal di dentro e lo avvicina sempre più alla gioia senza fine del Regno. Ne riceveremo una grande libertà, da un orizzonte angusto e dalla schiavitù del male che vorrebbe legarci sempre più tenacemente al suo desiderio di morte.


Preghiere

O Signore nostro Gesù Cristo, ti ringraziamo per l’amore appassionato con cui ci hai amato fino alla fine, e col quale continui ad amare ogni uomo. Fa’ che ci rendiamo sempre conto dell’amore che riceviamo per poterlo ricambiare con generosità,

Noi ti preghiamo

Aiutaci o Signore Gesù a sconfiggere la forza del male con il bene, a neutralizzare l’odio con la benevolenza, a sconfiggere la violenza con la mitezza, come tu hai fatto sulla croce,

Noi ti preghiamo


Ti ringraziamo o Dio per un anno passato in tua compagnia che oggi si conclude. Fa’ che il nuovo tempo che si apre sia un tempo di conversione e di ascolto del Vangelo,

Noi ti preghiamo


Accogli con benevolenza Dio quanti ti cercano, anche se non sanno bene come fare e dove trovarti. Mostra il tuo volto misericordioso e benigno che attira ognuno verso di te,

Noi ti preghiamo


Preghiere n. 3

Sostieni o Dio ogni uomo e donna debole e colpito dalla forza del male. Ti preghiamo per i tanti che in Sardegna hanno perso tutto e sono stati feriti e colpiti dall’alluvione;  dona loro consolazione e speranza,

Noi ti preghiamo


Ti preghiamo anche o Dio per tutti coloro che sono morti nell’alluvione in Sardegna. Accogli le loro vite prematuramente strappare alla vita dalla forza della natura, consola i loro cari,

Noi ti preghiamo.

Proteggi o Padre buono ogni uomo che si affida a te per trovare consolazione nel dolore e salvezza nel pericolo. Per chi è prigioniero e malato, per chi è anziano e malato, salva tutti o vero amico degli uomini,

Noi ti preghiamo

Guida e proteggi o Dio il papa Francesco, perché sia sempre pieno del tuo Spirito di amore e di misericordia e indichi ad un mondo disorientato la via per salvarsi,

Noi ti preghiamo

 

Nessun commento:

Posta un commento