sabato 1 ottobre 2016

XXVII domenica del tempo ordinario - anno C - 2 ottobre 2017


Dal libro del profeta Abacuc 1,2-3; 2, 2-4
Fino a quando, Signore, implorerò aiuto e non ascolti, a te alzerò il grido: «Violenza!» e non salvi? Perché mi fai vedere l’iniquità e resti spettatore dell’oppressione? Ho davanti a me rapina e violenza e ci sono liti e si muovono contese. Il Signore rispose e mi disse: «Scrivi la visione e incidila bene sulle tavolette, perché la si legga speditamente. È una visione che attesta un termine, parla di una scadenza e non mente; se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà. Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede».

Salmo 94 - Ascoltate oggi la voce del Signore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostrati, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce! +
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo 1,6-8.13-14
Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza. Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato.

Alleluia, alleluia alleluia.
La parola del Signore rimane in eterno:
e questa è la parola del Vangelo che vi è stato annunciato.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Luca 17, 5-10
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Commento

Cari fratelli e care sorelle, il brano del vangelo di Luca che abbiamo ascoltato si apre con una richiesta sintetica e fondamentale che i discepoli rivolgono a Gesù: «Accresci in noi la fede!» Se guardiamo il passo che precede questa richiesta vediamo che essa è suscitata dall’invito di Gesù di perdonare chi si comporta male contro di sé: “Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai”. Sette volte al giorno, cioè sempre: ecco la misura del perdono, così esageratamente abbondante e generosa, che il Signore chiede ai suoi.
Sappiamo bene quanto costa perdonare, figuriamoci poi chi è ripetitivo e pervicace nel suo errore: che senso ha perdonare sempre, non c’è un limite da porre, un argine all’errore e ai torti da subire?
È stupefacente la profondità dell’intuizione dei discepoli, i quali, messi davanti a questa esigenza, comprendono che la capacità di perdonare è qualcosa che va al di là del giudizio umano e spesso supera le stesse capacità naturali di ciascuno di noi, ma deve trovare una fonte più profonda alla quale alimentarsi, che è proprio la sorgente inesauribile della fede. Sì, non si tratta di affinare tecniche psicologiche o di imporsi ulteriori regole; davanti alla forza del male che talvolta ci si presenta nei comportamenti delle persone che abbiamo accanto esse non bastano, c’è bisogno di una forza ulteriore che solo la fede può dare.
La liturgia di oggi ci fa soffermare su questa richiesta del Signore e sulla conseguente richiesta dei discepoli di accrescere la loro fede proprio al termine di questo anno in cui papa Francesco ci ha posto l’esigenza di imparare dal Signore la misura della misericordia. Essa è fondamentale nella vita cristiana, poiché si manifesta prima di tutto a noi uomini come la fede che Dio dimostra nell’uomo attraverso l’esercizio largo del suo perdono. Sì Dio ha una tale fiducia nell’uomo da offrirgli sempre la possibilità di riscoprire e rafforzare la parte migliore di sé, mettendo in disparte quella peggiore. E questo non perché noi siamo perfetti, ma perché Dio dà fiducia a quelli che ama.
Possiamo allora a ragione dire che la nostra fede in Dio si fonda sulla fede che Dio, prima di tutto, ha riposto in noi, particolarmente nella nostra capacità di cedere alla sua insistente richiesta di voler bene ai fratelli e alle sorelle. Sì Dio si fida al di là di ogni ragionevolezza e prudenza di noi uomini, ci affida il tesoro del suo amore, ce lo regala con larghezza perché spera che susciti in noi altrettanto amore, anche se spesso rimane deluso.
La risposta di Gesù alla domanda dei discepoli è paradossale, poiché la logica del perdono è paradossale rispetto al modo normale di ragionare. Essa trova una sua giustificazione solo in chi fa prevalere le ragioni della fede, cioè della fiducia in Dio, per rafforzare la propria fiducia negli uomini e vincere sulle ragioni dello scetticismo e del realismo prudente.
Gesù usa due esempi: l’esempio dell’albero che obbedisce alla richiesta dell’uomo di fede di sradicarsi e gettarsi in mare ci insegna che chi ha in Dio non ha paura di disancorarsi dalla solidità certa e rassicurante del terreno delle proprie ragioni, anche quelle reali e motivate dai fatti, ma accetta di tuffarsi nel mare dell’amore di Dio, così largo e profondo che ci disorienta, ma che permette di prendere il largo dalla misura stretta della propria esistenza. Sì perché la risposta della rivalsa o del rancore rafforza il male e ne moltiplica le radici rendendolo sempre più compenetrato con la nostra esistenza.
Il secondo esempio del servo che non si aspetta ringraziamenti per aver compiuto il proprio dovere ci insegna che voler bene così da perdonare sempre non è una concessione magnanima, ma solo la restituzione, mai sufficiente, di quanto abbiamo ricevuto da Dio, di quel debito che mai si estinguerà.
Due esempi concreti e semplici, ma che ci rendono bene l’idea della paradossalità della logica dell’amore che si fonda sulla fede e apre la vita dei discepoli al perdono da chiedere e da offrire agli altri. Sì, perché l’amore si può fondare su tante cose: la convenienza, il timore, l’abitudine, ed in questi casi le fondamenta non sono solide, ma passeggere e mutevoli, perché cambiano con il cambiare delle situazioni. Solo l’amore che si fonda sulla fiducia in Dio che non smetterà mai di volerci bene e che proprio per questo ci chiede di fidarci che con l’amore possiamo vincere tutto, anche la forza del male attorno a noi, solo questo amore nutrito di fede ci dona la pienezza di una vita solida, piena di significato e felice.



Preghiere 


Ti preghiamo o Signore Gesù di donarci la fede che permette di amare e perdonare i fratelli. Fa’ che la misericordia con cui tu guardi alla nostra debolezza ci insegni l’umiltà del perdono,
Noi ti preghiamo


O Dio Padre buono rafforza in ciascuno di noi le ragioni della fiducia in te e negli uomini, perché, confermati dalla fedeltà con cui ci continui ad amare nonostante tutto, sappiamo a nostra volta rafforzare negli altri il desiderio di bene,
Noi ti preghiamo


Sostieni o Dio quanti si spendono per far prevalere nel mondo la pace e la giustizia. Per chi opera in situazioni difficili e pericolose per il bene di chi ha bisogno di aiuto,
Noi ti preghiamo


Apri o Dio le porte dei nostri paesi ricchi d’Europa perché non accada più che qualcuno debba morire per cercarvi rifugio e salvezza dalla miseria. Fa’ che nei popoli europei vinca la solidarietà e l’accoglienza sulla paura e il rifiuto,
Noi ti preghiamo


Ti preghiamo o Signore per tutti i paesi in guerra da cui tanti uomini, donne, anziani e bambini sono costretti a fuggire con grandi sofferenze e pericoli. Dona pace al mondo intero,
Noi ti preghiamo


Abbi pietà o Dio e volgi il tuo sguardo sui Paesi dove l’umanità soffre per la fame e la miseria, dà a ciascuno il necessario per vivere dignitosamente e fa’ che nessuno debba più abbandonare casa e famiglia per salvarsi dalla povertà,
Noi ti preghiamo.


Ti preghiamo o Padre del cielo per il nostro papa Francesco che si è fatto pellegrino ad Assisi per invocare il dono della pace. Perché l’esempio di San Francesco sia insegnamento per tutti noi e ci guidi all’umile vicinanza ai crocifissi del mondo,
Noi ti preghiamo


Dona pace e salvezza alla tua Chiesa ovunque diffusa, specialmente dove è perseguitata e nel dolore, in tutti i luoghi in cui il tuo nome è combattuto e offeso nella vita di tanti discepoli,

Noi ti preghiamo

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