martedì 31 ottobre 2023

Festa di Ognissanti - Anno A - 1 novembre 2023

 


 

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo 7,2-4.9-14

Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio». E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele. Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello». E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen». Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».

 

Salmo 23 - Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo 3,1-3

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Venite a me, voi tutti affaticati e oppressi,
e io vi darò ristoro.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Matteo 5,1-12a

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

 

Commento

Cari fratelli e care sorelle, un’antica tradizione ebraica afferma che l’esistenza del mondo è legata alla presenza sulla terra di 36 giusti in ogni generazione, i quali “accolgono la Shekhinah” cioè la Presenza Divina che si abbassa fino ad essere alla portata degli uomini (Trattato Sanhedrin 97b; Trattato Sukkah (Talmud) 45b). La loro presenza permette il fatto che l’umanità possa ancora esistere e non venga annientata, o piuttosto, non si autoannienti. Questi giusti, anonimi e sconosciuti, sostengono il peso di un mondo così carico di dolore e ingiustizia, come l’inizio della prima lettura dal libro dell’apocalisse oggi descrive bene: “un angelo, con il sigillo del Dio vivente … gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».”

La tradizione ebraica in qualche modo rievoca quando raccontato nella Genesi, quando l’angelo del Signore, in un dialogo serrato con Abramo, contratta con lui le condizioni per accettare che la città di Sodoma scampi alla distruzione meritata per il dilagare in essa della violenza: “se vi si troverà in essa 50, poi 45, 30 e infine 10 giusti?” implora Abramo in un crescendo.

Questa è la realtà anche oggi

Tanti segni ci fanno pensare che il nostro mondo è governato da forze autodistruttive che ne pregiudicano sempre più l’esistenza. Basti pensare alle numerose guerre che insanguinano tanti popoli.

Come potremo chiamarle se non un processo autodistruttivo dell’umanità?

La festa di oggi viene a dirci che esiste un argine possibile a questo processo che è la presenza di persone le quali, animate da una forza di segno contrario, sono in grado di accogliere la presenza di Dio fra gli uomini, di riattualizzare la Shekinà, e di dargli un posto sulla terra. Essi sono i santi. È la loro forza di cura del mondo e dell’umanità che ci permette di resistere agli assalti della foga autodistruttiva e di scorgere una speranza possibile per il nostro futuro.

Come per i 36 giusti della tradizione ebraica, questi santi del nostro tempo sono anonimi, cioè operano senza clamore né bisogno di megafoni, eppure la loro azione è decisiva e grandiosa, di portata cosmica. Questo fatto ha significati profondi: il primo è che la santità è una via possibile per tutti, non solo per pochi eroi eccezionali: ognuno può essere un argine alla forza autodistruttiva del male riaffermando le ragioni del bene lì dove egli si trova, sfidato a farsene carico.

Il secondo significato è il fatto che è il bene ad essere “normale” e non una virtuosa eccezione. L’accettazione della “normalità” del male come dimensione naturale del vivere umano porta a pensare al bene come qualcosa che esula dalle possibilità ordinarie, isolandolo, appunto, nel caso straordinario. Questo giustifica la partecipazione di ciascuno all’opera del male e lo solleva dalla responsabilità di contrastarla.

Oggi festeggiando tutti i santi ci chiediamo: può esistere ancora a lungo il mondo senza uomini giusti, umani, argine al dilagare scomposto del male autodistruttivo delle guerre? Quanto ancora riusciremo ad andare avanti senza sbranarci l’uno con l’altro se non ci fosse il richiamo muto ma potente di persone che non cedono al male come la normalità del proprio vivere?

Cari fratelli e care sorelle, oggi ricordando tutti i santi non ricordiamo immagini oleografiche e distanti o eroi ineguagliabili, ma la vita di chi ha deciso che è il bene ad essere la normalità e che non si può continuare a distruggere se stessi, gli altri, il mondo e la natura tollerando che tutte le energie autodistruttive, dalla più banale dell’antipatia e dell’arroganza a quella più eclatante della guerra e del terrorismo, corrodano l’umanità e la umilino fino a rendervi irriconoscibile l’immagine che Dio ha voluto imprimervi, la sua. Preghiamo allora oggi perché ciascuno accolga la presenza di Dio fra gli uomini che trova nella generosità altruistica il marchio che gli angeli imprimono a salvezza di quanti, amati dal Padre, se ne fanno portavoce e testimoni. 


Preghiere 

  

Aiutaci o Dio, Signore nostro, a comprendere il bene che tu desideri per l’umanità intera, affinché impariamo a non sfuggire la decisione di farcene fattivi collaboratori,

Noi ti preghiamo

  

Sostieni i nostri passi nelle difficoltà della vita, perché, come fanno i Santi in ogni tempo, sappiamo lottare contro il male e tenere viva la speranza fiduciosa nella forza del bene che con il tuo aiuto prevale,

Noi ti preghiamo

 

Perdona o Dio onnipotente tutti coloro che macchiano la propria vita con i compromessi con il male e l’orgoglio del volersi salvare da sé, fa’ che sappiamo essere discepoli tuoi, o maestro di mitezza e di misericordia,

Noi ti preghiamo

  

Ti preghiamo o Padre per tutti coloro che con fatica e impegno lavano la propria vita nel sangue del dolore dei fratelli e delle sorelle. Benedici la loro tribolazione perché produca frutti di bene per tutta l’umanità,

Noi ti preghiamo

 

Insegnaci o Signore Gesù a riconoscerti Signore e Salvatore della nostra vita, perché anche noi, accostandoci al trono della tua croce, impariamo la beatitudine dell’amore per gli altri,

Noi ti preghiamo

  

Dona o Dio pace al mondo intero, guarisci le piaghe della violenza e argina la corrente di odio che sovrasta i popoli e le nazioni. Rendi ciascuno di noi un operatore di riconciliazione e un costruttore di pace vera,

Noi ti preghiamo.

  

Ascolta o Dio il grido del povero, in modo particolare ti invochiamo per chi è malato e senza casa, per chi è umiliato dall’ingiustizia e schiacciato dal dolore. Dona a tutti guarigione e salvezza,

Noi ti preghiamo

  

Benedici e proteggi o Padre misericordioso tutti coloro che annunciano e testimoniano il tuo Vangelo. Rafforza il nostro papa Francesco, perché le sue parole entrino nei cuori e guidino i passi di chi è stanco e affaticato,

Noi ti preghiamo

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