lunedì 16 ottobre 2023

XXVIII domenica del tempo ordinario - anno A - 15 ottobre 2023

 



Dal libro del profeta Isaia 25,6-10

Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni. Eliminerà la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto, l’ignominia del suo popolo farà scomparire da tutta la terra, poiché il Signore ha parlato. E si dirà in quel giorno: «Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché ci salvasse. Questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza, poiché la mano del Signore si poserà su questo monte». 

 

Salmo 22 - Abiterò per sempre nella casa del Signore.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare, +
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési 4,12-14.19-20

Fratelli, so vivere nella povertà come so vivere nell’abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e all’indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza. Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alle mie tribolazioni. Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù. Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Il Signore illumini gli occhi del nostro cuore
per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati.
Alleluia, alleluia alleluia.

 

Dal vangelo secondo Matteo 22,1-14

In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nunziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nunziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, Gesù usa spesso l’immagine del banchetto per rappresentare il Regno dei cieli, cioè il tempo nel quale egli eserciterà la sua piena signoria, senza i condizionamenti e i limiti del mondo attuale. Il Regno dei cieli è pertanto, come descrive bene la prima lettura dal profeta Isaia, un tempo nel quale è eliminata “la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto”. Un Regno dunque dove il male non ha potere, non esercita più, come fa qui ora, la sua signoria.

In questi giorni abbiamo visto quanto il male sia libero di agire e si impadronisca della vita di tanti. Lo vediamo negli scenari di guerra e terrorismo che si sono aperti in Terra Santa, nelle tante ferite delle guerre che insanguinano ormai da lungo tempo l’Ucraina, la Siria e tanti altri Paesi del mondo con conseguenze enormi di dolore e morte.

Il Regno di Dio è dunque la prospettiva verso la quale Dio vuole che la storia dell’umanità si incammini, e la sua realizzazione sta nella ribellione di ciascuno alla schiavitù del male, delle ingiustizie, della guerra. Ogni azione, ogni decisione di ribellione ad essa per riaffermare le ragioni della pace è un passo in avanti in questo lento, faticoso, ma inarrestabile cammino verso il Regno.

Qualcuno potrebbe dire che questa è una pia illusione: quando mai gli uomini saranno unanimi nel voler eliminare la guerra dalla terra? Troppo debole e fragile la nostra volontà, troppo audace una scelta che ci sembra quasi contro natura, tanto contraddice il normale flusso degli eventi umani. Proprio per questo Paolo afferma, come abbiamo ascoltato: “Tutto posso in colui che mi dà la forza.” Cioè il cammino verso una pace duratura e giusta deve sì compierlo l’umanità, ma la forza per farlo ce la darà Dio se gliela chiediamo, e questo rende possibile la realizzazione del Regno che noi, da soli con le nostre sole forze umane, non potremo mai darci.

Il brano evangelico ascoltato ci mostra Gesù che cerca di spiegare alla gente del suo tempo proprio questa realtà della prospettiva del Regno di Dio come traguardo da raggiungere, e lo fa utilizzando l’immagine di un banchetto. È subito chiaro che è il pranzo più ricco e sontuoso che potremmo mai immaginare: il banchetto di nozze che il re fa per suo figlio. È la pace, la gioia più grande che si possa essere! Tutti sono invitati, ma molti ignorano l’invito. Colpisce la banalità delle giustificazioni: “quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari.” Il rifiuto della pace infatti spesso non avviene per motivi eccezionali, ma la banalità del male si insinua nelle pieghe della vita quotidiana, delle abitudini, fino a far diventare la guerra accettabile e normale. Il re allora insiste con gli altri, ed ecco che finalmente la festa può iniziare. In un brano analogo del Vangelo di Luca il re dice al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi” (14,21) i quali accolgono volentieri l’invito e riempiono la sala.

Cari fratelli e care sorelle, la parabola del banchetto del Regno al quale Dio ci invita descrive bene anche le nostre reazioni. Quanto è facile infatti trattare con noncuranza Dio che ci invita a festeggiare vivendo la pace e la concordia fra gli uomini che caratterizza la sua signoria, il suo Regno. E questo non avviene perché abbiamo da contrapporre nostri grandi progetti alternativi, ma per le piccole cose della vita quotidiana, le abitudini, il campo, gli affari. Esse ci riempiono vita, occhi, cuore e mente, e non ci fanno vedere la prospettiva alla quale Dio ci chiama.

Quando ragioniamo così la pace ci appare un sogno ingenuo, quasi da bambini, mentre noi siamo ormai adulti; è un’utopia, ma noi siamo ormai smaliziati; è una speranza che chiede di avere fiducia, ma noi abbiamo fiducia solo nelle nostre ragioni, in genere solidali con chi è più forte. Eccoci allora chini sui nostri campi, affannati, delusi e pieni di recriminazioni.

Chi è che accoglie l’invito al banchetto? Chi non ha niente a cui aggrapparsi, cioè i poveri, che in questo tempo sono soprattutto quanti soffrono la guerra e quanti la fuggono cercando salvezza lontano. Per loro la prospettiva del Regno di pace è gioia al posto della tristezza, vita invece della morte e distruzione.

Cari fratelli e care sorelle, l’evangelista Matteo sottolinea come a quel banchetto partecipino buoni e cattivi, proprio a significare che l’invito a vivere in pace non è per chi riesce a imporre la propria ragione, ma un dono dell’amore gratuito di Dio. Egli ci vuole tutti partecipi della sua vita ricca e felice, ma oltre a quelli che rifiutano ci sono altri i quali, pur partecipando ad essa, non fanno di quella festa il loro modo di vivere: ne godono, ma non vi partecipano pienamente. È l’esempio di quel convitato che partecipava al banchetto senza l’abito della festa. Quanto disprezziamo la pace noi che la stiamo vivendo da così tanto tempo! Quest’abito è la gratitudine: cioè il rendersi conto che senza quell’invito, senza il dono della pace, senza quel cibo e quella festa, senza il re che nonostante tutto ti invita la tua esistenza sarebbe ben misera e triste. Rendiamoci conto, fratelli e sorelle, che siamo tutti dei poveracci, che se non ci incamminiamo con decisione verso la festa del Regno della pace di Dio restiamo fermi, impantanati nella palude del male e pericolosamente giustifichiamo o rendiamo accettabile l’orrore della guerra. Chiediamo invece a Dio la forza di incamminarci e di giungere un giorno al banchetto dove il re in persona, sulla porta, attende e accoglie quanti si sottomettono alla sua signoria e vivono la vera pace.

 

Preghiere 

  

Ti ringraziamo o Signore per l’invito che ci fai a partecipare alla festa del Regno di pace che tu vuoi sia imbandito per tutti i popoli della terra. Fa che con gioia celebriamo il banchetto del tuo amore,

Noi ti preghiamo

  

Perdona o Dio la durezza del nostro cuore e l’indifferenza con cui disprezziamo l’invito a gioire del dono della pace. Fa’ che sia sempre per noi motivo di grande gioia,

Noi ti preghiamo

 

Ti preghiamo o Dio del cielo perché non preferiamo la normalità banale della vita ordinaria alla straordinaria novità del Vangelo,

Noi ti preghiamo

  

Accogli o Dio nel banchetto della tua pace tutti i popoli oggi in guerra, perché in amicizia e solidarietà l’umanità intera possa condividere la gioia del dono del tuo amore,

Noi ti preghiamo

 

Proteggi o Padre buono tutti quelli che sono nel pericolo e nel dolore. Per le vittime della guerra e chi è duramente colpito dalla forza del male: dona a tutti salvezza e guarigione

Noi ti preghiamo

  

Sostieni o Gesù in modo particolare quelli che vivono nelle strade delle nostre città, perché povertà e solitudine non li schiaccino sotto un peso insopportabile e siano consolati dal calore accogliente dei fratelli e delle sorelle,

Noi ti preghiamo.

 

Guida e proteggi o Dio tutti coloro che nel mondo annunciano la novità del Vangelo e la vivono nella gioia. Fa’ che la testimonianza di una vita spesa per amore degli altri raggiunga ogni uomo e ogni donna e tocchi il loro cuore,

Noi ti preghiamo

  

Accompagna sempre con benevolenza o Padre gli sforzi degli operatori di pace, perché non manchi mai nel mondo chi fa’ il bene e lotta per la giustizia,

Noi ti preghiamo

 

Nessun commento:

Posta un commento