mercoledì 10 novembre 2010

Scuola del Vangelo 2010-11 - IV incontro - 10 novembre 2010

Gesù e gli altri

Gesù nei Vangeli dice di sé di essere principalmente un “uomo per gli altri”. Lo scopo della sua vita infatti non si trova “in” se stesso, ma negli altri. Questo tratto dell’umanità di Gesù ne fa un modello particolarmente significativo per ognuno di noi, anche perché la cultura del nostro tempo è orientata in direzione diametralmente opposta, esaltando l’individuo autosufficiente che ha come scopo la “realizzazione di sé”, nel senso di trovare in sé i motivi, gli obiettivi e anche i modi per esprimere le proprie potenzialità..

Gesù ha una coscienza lucida di essere un “uomo per gli altri”. Lo si vede bene nei suoi detti in cui accenna ai motivi della sua venuta sulla terra:

“Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!” (Mc 1,38).

parallelo: “Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato” (Lc 4,43).

“io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi” (Mc 2,17; parallelo: Lc 5,32).

“Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:

Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione,
e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
per rimettere in libertà gli oppressi”

… Allora cominciò a dire loro: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato"
(Lc 4,18-21).

“Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.” (Lc 22,27).

“io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza“ (Gv 10,10).
“Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui” (Gv 3,17).

“E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno” (Gv 6,39).

“Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. … non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo” (Gv 12,46-47).

“Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità” (Gv 18,37).

In tutti i casi presi in esame vediamo come Gesù duca di essere venuto “per gli altri”, in modo particolare “per la loro salvezza”. Questa affermazione del Signore contraddice molte idee comuni sul senso della vita umana che, il più delle volte, indicano all’interno dell’uomo stesso lo scopo della sua esistenza.

Per esempio:

Idea della crescita come sviluppo della propria personalità.
Idea della libertà come possibilità di esprimere il proprio modo di essere.
Idea del valore dell’indipendenza e dell’autonomia (economica, psicologica, affettiva, ecc…) come modo per riaffermare la “non necessità” dell’altro nella mia vita personale.
L’altro è accettato e tollerato come spettatore, al massimo una comparsa nel film della nostra vita, è il nostro ascoltatore, colui che cerco se e quando mi serve.
Paradossalmente una conoscenza di lunga data dell’altro è spesso motivo per aumentarne il fastidio e l’ingombro: le figure che accettiamo più facilmente sono quelle evanescenti, passive, poco protagoniste, che non si impongono nella nostra vita e non vi lasciano una traccia troppo forte.
Fenomeno conseguente e sempre più diffuso è la paura di un rapporto che “costringa”, con la conseguente scelta per legami “leggeri”, non definitivi né impegnativi: bisogna sempre lasciarsi aperta una via di fuga nel caso che si cambi idea. Esempio evidente sono i rapporti amicali o familiari sempre più spesso in crisi.

Il fatto che Gesù sia un “uomo per gli altri” fa sì che nei Vangeli lo vediamo sempre “con altri”, come già sottolineavamo l’incontro scorso.
Proveremo nei prossimi incontri ad interrogarci alla luce dei Vangeli su quale era il rapporto di Gesù con gli altri, per imparare da lui a vivere con chi incontriamo nel cammino della nostra vita.

Gli altri con cui Gesù entra in rapporto sono principalmente:
I discepoli (per noi gli amici e tutti quelli con cui abbiamo rapporti)
I poveri (per noi i poveri)
Le folle (per noi le società, la folla anonima, i popoli, ecc…)
La gente che conta (per noi i potenti, i ricchi, i politici, …)
La famiglia (per noi la famiglia)
Il Padre (per noi Dio)

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