martedì 2 novembre 2010

Festa di Tutti i Santi - 1 Novembre 2010




Dal libro dell’Apocalisse 7,2-4.9-14
Io, Giovanni, vidi un angelo che saliva dall'oriente e aveva il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli ai quali era stato concesso il potere di devastare la terra e il mare: «Non devastate né la terra, né il mare, né le piante, finché non abbiamo impresso il sigillo del nostro Dio sulla fronte dei suoi servi». Poi udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila, segnati da ogni tribù dei figli d'Israele. Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all'Agnello». Allora tutti gli angeli che stavano intorno al trono e i vegliardi e i quattro esseri viventi, si inchinarono profondamente con la faccia davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».Uno dei vegliardi allora si rivolse a me e disse: «Quelli che sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello».

Salmo 23- Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Dalla prima lettera dell'Apostolo Giovanni 3,1-3
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui. Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro;

Alleluia, alleluia, alleluja.
Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi,
e io vi darò ristoro.
Alleluia, alleluia, alleluja.

Dal vangelo secondo atteo 5,1-12
In quel tempo, Gesù, vedendo le folle, salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Commento

Cari fratelli e care sorelle, oggi in questa festa ci vogliamo fermare assieme ai santi. Essi spesso sono una presenza evanescente nella nostra vita: anche se ne conosciamo i nomi e qualcosa della loro storia, almeno dei più noti, ci sembrano sempre delle figure lontane, nel tempo e, soprattutto, nel loro modo di essere. Persone straordinarie, da venerare appunto, ma allo stesso tempo irraggiungibili. Infatti noi in genere partiamo da una idea di “perfezione” che si identifica con l’essere privi di difetti, senza peccati né errori. Chi si può identificare in un tale modello. Infatti si dice correntemente e a cuor leggero “Non sono mica un santo” proprio per significare che abbiamo debolezze e difetti, come tutti. Ma i santi non sono perfetti in questo senso. Sono stati gente come tutti, deboli nella carne e fragili nella volontà con difetti e vizi, come è normale nella natura umana. Infatti loro sono stati perfetti in senso evangelico e non mondano, come Gesù ci invita ad essere: “siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5,48). E il Signore lo dice dopo aver rivolto ai discepoli all’invito ad amare tutti, persino i propri nemici (“Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani?” Mt 5, 43-47). E’ vivere l’amore quindi la perfezione come la intende Gesù, la santità a cui egli ci invita, e non una presunta, e non realizzabile, assenza di peccato. Ma, ci chiediamo, non sarà un po’ esagerato Gesù ad invitarci ad essere perfetti amando i nostri fratelli e lui come Dio Padre stesso?
L’apostolo Giovanni nella sua lettera che abbiamo ascoltato sembra rispondere ad una obiezione simile quando afferma: “vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!” Giovanni insiste che è il fatto di essere stati noi per primi amati da Dio a renderci suoi figli, e lo siamo realmente, cioè lui ci tratta già fin da ora come suoi figli, eredi e partecipi della sua vita, capaci, come lui, di amare fino in fondo.
Noi però tante volte ci facciamo da parte, rifiutiamo questa adozione e preferiamo restare figli di noi stessi, della nostra storia e delle nostre esperienze, della nostra cultura e delle nostre consolidate abitudini. Noi affermiamo con forza che siamo figli di un’altra cultura ogni volta che prendiamo la Parola che Dio ci rivolge come qualcosa di esagerato ed eccessivo, un’utopia irrealizzabile o come qualcosa d molto bello, ma fuori dal mondo e dalla realtà odierna. Quando facciamo fatica a credere che c’è qualcuno che ci conosce meglio di noi stessi e ci indica una strada perché sa che è quello di cui abbiamo veramente bisogno. Pensiamo, per fare un esempio, alle parole del vangelo delle beatitudini, che abbiamo ascoltato poco fa: chi di noi non pensa che sia un’esagerazione irrealizzabile, se non addirittura pericolosa? Chi pensa che sia possibile prenderle sul serio e viverle quotidianamente? Chi non pensa che siano cose per altri e non per noi, per gente, appunto, perfetta, cioè senza le nostre debolezze?
Ma le beatitudini non sono il ritratto dell’uomo perfetto e irreale, ma la fotografia di come ha vissuto Gesù stesso. Egli infatti propone a noi solo ciò che lui per primo ha già vissuto e messo in pratica. E’ stato lui, infatti, il povero, l’afflitto, il mite, l’affamato e assetato di giustizia, il perseguitato, e così via. Altrettanto è lui innanzitutto il beato, cioè benedetto da una vita piena e bella perché spesa per gli altri. Così infatti possiamo riassumere le beatitudini: la vita vale la pena di essere spesa per gli altri e non conservata per sé, proprio come Gesù per primo ha fatto.
Noi tante volte diciamo che è troppo difficile o che non ne siamo capaci. E’ la paura a farci dire così, il timore di cambiare strada, di convertire il cuore e la vita, di rischiare. E restiamo così prigionieri di una vita mediocre, di soddisfazioni banali, di drammi da operetta o esaltazioni passeggere. Ma l’amore di Dio ci chiama a essere suoi figli, cioè ad assumere una dimensione grande della vita. Avere l’ambizione di compiere azioni grandi non è essere esagerati o pretendere troppo, ma impegnarsi a mettere l’altro, il suo bene davanti al mio, come veri figli di Dio capaci cioè del suo amore. Questa è la cosa più grande che un uomo può fare, cosa che cambia la vita e la storia.
Questo sono i santi: gente che si è fidata di Dio, ha fatto sua la convinzione che è possibile viverne la perfezione che è voler bene come lui. Chi ama è perfetto, perché è simile a Dio che è amore (1Gv 4,8).
Si è santi pertanto non dopo la morte, ma già da ora, da quando cioè si comincia a prendere sul serio e a vivere la Parola di Dio.
La santità non è allora una via straordinaria, buona per tempi difficili e per persone speciali. La santità è il cammino quotidiano di uomini e donne che ascoltano il Vangelo, lo custodiscono nel cuore e si sforzano di metterlo in pratica. Non è santo chi non pecca mai. Non è santo chi si crede giusto. È santo il mendicante di amore, il cercatore di misericordia, l’affamato del Vangelo, l’umile operaio della solidarietà e della pace, il peccatore che si inginocchia davanti al Signore e piange per il suo peccato.
Preghiere
Ti ringraziamo o Signore del cielo perché non ci lasci schiavi della paura e prigionieri di una vita piccola, ma ci chiamo alla grandezza di una vita santa e piena del tuo amore.
Noi ti preghiamo

O Signore ti preghiamo di continuare a mostrarci col tuo esempio la vera felicità, perché non cadiamo nell’inganno del mondo e non viviamo secondo i suoi modelli di falsa gioia.
Noi ti preghiamo
O Signore Gesù che hai amato noi uomini più di te stesso e non hai pensato a salvare la tua vita per non lasciarci schiavi del peccato, ti preghiamo di renderci capaci di essere simili a te, come figli e discepoli.
Noi ti preghiamo
Ti ringraziamo o Signore per l’esempio dei tanti santi che hanno seguito le tue orme e hanno vissuto la libertà del voler bene e la beatitudine di farlo con tutti. Aiutaci a seguirne l’esempio
Noi ti preghiamo
Salva o Padre misericordioso chi è schiavo del proprio orgoglio e non cerca il tuo aiuto. Fa’ che ammettano di essere bisognosi di te, vero amico e vera guida che li accompagna sulla strada del bene.
Noi ti preghiamo
Accogli o Padre buono tutti quelli che confidano in te e ti invocano come aiuto e sostegno nella loro vita. Fa’ che la loro preghiera sia ascoltata e la loro vita benedetta .
Noi ti preghiamo.
Sostieni o padre buono tutti coloro che sono nel bisogno: i malati, gli anziani, chi è senza casa e sostegno. Dona a tutti la pace e la salvezza dal male.
Noi ti preghiamo
Guida e proteggi o Signore Gesù le comunità dei tuoi discepoli che in tutto il mondo ascoltano il Vangelo e si sforzano di viverlo. Fa’ che il loro impegno porti frutti buoni di pace e conversione nei cuori di chi le incontra.
Noi ti preghiamo

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