martedì 2 novembre 2010

XXXI domenica del Tempo Ordinario - 31 ottobre 2010


Dal libro della Sapienza 11,22-12,2
Tutto il mondo davanti a te, come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra. Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi, non guardi ai peccati degli uomini, in vista del pentimento. Poiché tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte sono tue, Signore, amante della vita, poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose. per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli e li ammonisci ricordando loro i propri peccati, perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore.

Salmo 144 - Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.

O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.


Alleluia, alleluia.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna.
Alleluia.

Dal vangelo di Luca 19,1-10
Entrato in Gerico, Gesù attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua". In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: "E' andato ad alloggiare da un peccatore!". Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: "Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto". Gesù gli rispose: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto".

Commento
Cari fratelli e care sorelle, diverse volte abbiamo detto come l’ascolto della Parola di Dio ci aiuta ad avere uno sguardo diverso sul mondo. Non quello miope e offuscato del nostro sentire, che è interessato solo a quello che ci riguarda e che in qualche modo ci conviene, ma lo sguardo ampio e buono di Dio che sa vedere nei cuori. Il brano del libro della Sapienza ascoltato oggi ci aiuta a capire meglio come è questo sguardo di Dio.
Innanzitutto è uno sguardo largo, che abbraccia tutto il mondo: “Tutto il mondo davanti a te, come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.” Spesso il nostro invece si fissa su noi stessi, sa vedere solo quello che mi riguarda, e per questo viviamo come drammi anche piccole difficoltà o ci esaltiamo per ogni nostro piccolo successo, credendoci orgogliosamente chissà chi. Per questo ogni contrarietà, ogni minimo fastidio diventano fonte di lamento e di scontentezza. Ma se noi facessimo entrare nel nostro sguardo un mondo anche solo un po’ più largo, per comprendere chi ci sta vicino, la nostra città, il mondo più vasto, riconosceremmo che i veri drammi sono ben altri e che il vero soffrire noi spesso non sappiamo nemmeno cosa è. Avere uno sguardo più largo ci avvicina alla verità della vita, spesso distorta dalle lenti del nostro egocentrismo che ci fa giudicare tutto in base a come mi sento io. Ma poi lo sguardo di Dio è uno sguardo che cerca il bene. Spesso non è così per noi, perché il nostro sguardo preferisce cercare il male. Lo cerca nelle persone che incontriamo, sempre pronti a scoprire cattive intenzione dietro i gesti altrui, cattivi giudizi, invidie, secondi fini in tutti.

C’è un gusto perverso nello scoprire il male anche là dove non c’è, e quello che dovrebbe addolorarci ci provoca il piacere di poter finalmente dire che anche quello che sembrava bene in realtà è male. Ma perché fare tutta questa fatica a mettere in rilievo il male, a dargli risalto come fosse ciò che veramente conta? La nostra società tante volte si fonda proprio su questo modo di pensare, che porta a generalizzare il male, fino a rendere un intero popolo, come ad esempio in questi giorni i rumeni, come tutti segnati indelebilmente dal marchio del crimine.

E’ questo uno dei frutti amari dello sguardo che si compiace del male, che gode nel poter addossare colpe sugli altri, più sono e meglio è, creando pregiudizi e stereotipi per giudicare male. Se sei straniero e magari vivi in una baracca è sicuro che sei un delinquente, se sei zingaro poi non ne parliamo. Stiamo attenti a non assecondare questo sguardo cattivo che la televisione e i giornali vorrebbero farci assumere, ribelliamoci a questo modo di giudicare male un intero popolo, perché è esattamente il contrario del modo di Dio di guardare gli uomini. Dio non fa così, anzi: “Ha compassione di tutti, perché tutto può, non guardia ai peccati degli uomini, in vista del pentimento.” L’occhio di Dio vuole evidenziare il bene, anche dove è debole, dove fa fatica a farsi strada, dove sembra soccombere, perché vuole rafforzarlo.

Dio non vuole nascondersi il male, Gesù lo ha conosciuto bene sulla sua stessa pelle, ma vuole sconfiggerlo amplificando il bene. Dio, come ci dice la Scrittura, sa cogliere il bene in tutte le realtà umane, perché le guarda non con spirito inquisitore e malevolo, ma con amore, e l’amore suscita sempre il bene: “tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato.” Quando noi vediamo il male nei cuori degli uomini li disprezziamo e pensiamo che essere migliori significa condannare e allontanarsi da loro. Dio no, quando vede il male nei cuori sente il bisogno di cambiarli, di suscitare il bene perché tutti per lui sono importanti, anche il peggiore uomo e la peggiore donna. Sono una parte di sé e per questo li ama come se stesso: “Tu risparmi tutte le cose, perché tutte sono tue, Signore, amante della vita, poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose; per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli e li ammonisci ricordando loro i propri peccati, perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore.” Noi riteniamo che la vera giustizia sia schiacciare i colpevoli assieme al loro peccato, Dio no, vuole salvarli, perché sia sconfitto il male che si è fatto strada in loro. Quello di Dio è uno sguardo lungimirante, che non cerca di eliminare subito il problema, ma se ne fa carico e pazientemente opera, perché sa vedere lontano il bene che può venire se si ama. Potremo dire che questi sono solo bei discorsi e che la realtà è un’altra. Che Dio nella Scrittura ci presenta delle utopie, non perché noi ci crediamo veramente, ma perché ci mettiamo un po’ paura o ci raddrizziamo un po’. E’ il modo con cui noi pur dicendoci cristiani affermiamo il nostro ateismo, dicendo: “Dio parla, ma poi la realtà è un’altra, e io la conosco bene; Dio è fuori dal mondo, qui sulla terra sono io dio di me stesso.”
La venuta di Gesù però scardina queste scuse puerili. Gesù è un uomo come noi, ha vissuto né più né meno quello che viviamo noi, difficoltà e gioie, problemi e speranze. Col suo agire ha dimostrato che le parole di Dio possono essere vissute. Gesù infatti ha vissuto quello sguardo di Dio che il libro della Sapienza ci descrive. Lo vediamo bene nell’episodio di Zaccheo che il vangelo di oggi ci racconta. Un poco di buono, un ladro corrotto e criminale sente che Gesù viene nella sua piccola città. Zaccheo è un vanaglorioso, vuole mettersi in mostra ed è curioso di vedere quella persona di cui si parla tanto: fosse che ci sia qualcosa da guadagnarci? Si mette bene in alto per farsi vedere da tutti e aspetta che Gesù passa. Ma ecco che il Signore lo guarda: “Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua". In quello sguardo di Gesù c’è tutto un mondo di amore, perché è lo sguardo di Dio. Gesù non è uno sciocco, capisce che tipo è Zaccheo. Non lo ama perché è buono, o perché è onesto e migliore di tutti, no, lo ama proprio perché è quello che è, un poco di buono. Quello sguardo di Gesù non è una magia che cambia le cose automaticamente, ma sa leggere nel cuore di Zaccheo e si apre una strada in esso. C’è bisogno di farsi invitare a pranzo, di parlarci, di perdere tempo per tirare fuori da Zaccheo il buono che è in lui. Avere lo sguardo di Dio non vuol dire essere come degli ipnotizzatori che risolvono magicamente i problemi con un sorriso o un’occhiata indulgente.
Lo sguardo di Dio ci permette di vedere chi ci è accanto con occhi buoni e ci fa desiderare il suo bene, ma poi c’è bisogno della fatica dell’amore per sconfiggere il male. Alla fine Zaccheo cede all’amore insistente di Gesù e cambia la sua vita: lui che era un corrotto e un ladro, restituisce quanto ha rubato e offre generosamente i propri beni agli altri.
Fratelli e sorelle, impariamo da questo racconto a guardare al fratello e alla sorella con lo stesso sguardo con cui Dio guarda noi. Un occhio largo, che abbraccia tanti, misericordioso e fiducioso, ottimista, che non cede al pregiudizio, che non cerca il male, ma sa scorgere il buono e pazientemente lavora, con fatica, per farlo emergere e rafforzare in ciascuno. Sia questo il nostro sguardo e saremo perfetti, non perché senza peccati, ma perfetti della perfezione di Dio, l’unica vera, che è l’amore.


Preghiere

O Signore Gesù che passi per le vie del mondo e ti fai vicino alla nostra vita, fa’ che cerchiamo il tuo sguardo che legge nel cuore e lo scalda. Fa’ che toccati dalla misericordia del perdono diveniamo accoglienti e generosi come Zaccheo.
Noi ti preghiamo

Gesù che non disdegni la compagnia di chi è peccatore e malvagio, fermati anche con noi, perché toccati dalla tua misericordia accogliamo l’invito a rinnovare la nostra vita e a seguirti con fedeltà.
Noi ti preghiamo

O Dio del cielo, sappiamo che dove abbonda il male la tua grazia si fa’ più tenace e insistente. Fa’ che anche noi non disdegniamo orgogliosamente quelli che giudichiamo male, ma impariamo ad amarli.
Noi ti preghiamo

Ti preghiamo o Signore per la nostra città che troppo spesso mostra il volto duro dell’inaccoglienza e dell’indifferenza. Aiutaci a ammorbidire il suo cuore con la pratica paziente della solidarietà con chi sta male.
Noi ti preghiamo

Guarda con misericordia o Dio del cielo tutti i popoli che sono nella miseria e nel dolore. Guarisci la piaga della guerra e risana i cuori violenti. Rafforza in tutti il desiderio di pace e dona di avviarsi sulla strada della riconciliazione.
Noi ti preghiamo

Non lasciare o Dio che vinca la rassegnazione e la tristezza nella vita di chi è oppresso dal male. Fa’ che ogni povero sia amato, ogni malato curato, lo straniero accolto e prevalga su tutto la tua grande misericordia.
Noi ti preghiamo.

Nonostante il suo peccato e la sua fragilità umana, dona o Padre ad ogni comunità cristiana il sigillo del tuo amore, perché l’annuncio del Vangelo raggiunga i cuori e trasformi la vita di chi ancora non ti conosce.
Noi ti preghiamo

Rafforza in ogni uomo il desiderio di unità, infondi il tuo Spirito di carità nei cuori, perché prevalga su ogni differenza di religione, di razza e di cultura la certezza che è realizzabile un destino comune di felicità.
Noi ti preghiamo

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