giovedì 6 gennaio 2011

Maria Madre di Dio - 1 gennaio 2011



Dal libro dei Numeri 6,22-27
Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro: Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”. Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».

Salmo 66 - Dio abbia pietà di noi e ci benedica.
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino, +
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati 4,4-7
Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

Alleluia, alleluia, alleluia.
Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti;
oggi parla a noi per mezzo del Figlio.
Alleluia, alleluia, alleluia.

Dal vangelo secondo Luca 2,16-21
Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere". I pastori andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.


Commento


Cari fratelli e care sorelle, diverse volte in questi giorni abbiamo sentito risuonare l’annuncio della nascita del Signore. La notte di natale e poi il giorno successivo, e la domenica seguente. Ogni anno è così, questo annuncio si ripete, sempre uguale. Alle nostre orecchie rischia di diventare un ritornello ormai vuoto, una banalità che per avere rilevanza deve essere riempita di consumismo ed euforia per darci un po’ di gioia.
E’ la sorte alla quale spesso ai nostri giorni vanno incontro le parole.
Svuotate del loro significato profondo diventano vuote, dei simulacri inutili che non hanno più sostanza al loro interno. Pensiamo alle parole consumate dall’abuso che se ne fa in televisione, o nella pubblicità, le parole che sono prese dalla politica e stravolte.
Le parole sembrano sempre meno utili a comunicare, si è diffidenti delle parole, le si usano per ingannare o per mascherare il vuoto, ecc…
Troppo spesso le parole sono usate oggi più per allontanare gli altri che per avvicinarli a noi. Ed ecco che allora anche l’annuncio di Natale diventa una parola vuota che ci richiama immagini e concetti che non hanno nulla a che vedere con la nascita di Gesù e neppure con il contesto in cui essa avvenne.
Eppure i pastori nella notte di Betlemme diedero fiducia alla parola degli angeli e andarono a vedere cosa era accaduto. Nel buio del disorientamento e della paura, nelle tenebre che separano l’uno dall’altro come ombre che non hanno consistenza né personalità, è una parola, la Parola di Dio, che viene a illuminare la vita. E’ quello che sperimentiamo anche noi ogni volta che apriamo la Bibbia e ascoltiamo Dio che ci parla. Le sue parole non ingannano né nascondono la realtà, anzi la illuminano e portano uno squarcio di chiarezza nella confusione e nel disorientamento. Sono parole vere che parlano di noi e della vita senza finzioni. Chiama le cose col loro vero nome: il peccato è peccato e non uno sbaglio involontario; la gioia è gioia e non una soddisfazione passeggera; la vita è vita eterna, vita vera, vita senza fine e non vissuta alla meno peggio. Quante volte lo abbiamo sentito, abbiamo avvertito che quelle parole parlavano proprio di me, perfino conoscendomi meglio di me. Ma soprattutto sono parole che, come nella notte di Betlemme, che indicano una strada e aprono una prospettiva di una nuova vita che nasce. Questo significa Natale, parola troppo preziosa perché la lasciamo contaminare e svilire: una nuova vita nasce in chi si fida dell’annuncio dell’angelo.
Oggi anche noi, assieme ai pastori, siamo portati a fidarci, come bambini, delle parole dell’angelo che Dio vuole far giungere a noi. E andando ci accorgiamo che veramente quelle cose dette sono realtà: “I pastori andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia.”
Sì, chi si fida della parola di Dio non cade in inganno e trova realizzato quello che essa annuncia, basta fidarsi e farsi guidare da lei. Ma noi preferiamo diffidare, abbiamo paura di una parola che illumina con una luce così forte che non lascia zone d’ombra nelle quali nascondersi e non permette di trafficare al buio ingannando se stessi e gli altri.
Quello che Dio dice è parola efficace: se viene accolta diventa vita vera. Pensiamo alle beatitudini o ai paradossi delle parabole di Gesù: sembrano assurdità, ma se solo proviamo a fidarci un po’ scopriamo tutta la forza vera che hanno quelle intuizioni ingenue da bambino.
E i pastori dopo aver incontrato la Parola che si è fatta carne sentono la necessità di riferire a loro volta le parole che hanno sentito e visto. Diventano cioè annunciatori del Vangelo di Natale: è una gioia troppo grande per potersela tenere solo per sé: qualcuno è nato, qualcosa di nuovo nasce nella vita di ognuno.
Fratelli e sorelle, chiediamoci oggi davanti alle Parole di Natale che abbiamo ascoltato oggi di nuovo, quale gioia io comunico agli altri? C’è un messaggio di bene, di felicità, di novità che sento così forte dentro me tanto da volerlo comunicare a mia volta?
Se questo non è vuol dire che il Natale è passato invano, è una data del calendario che si ripete senza significato.
Dobbiamo fare come Maria. Il vangelo dice che “Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.” Sì, la madre di Gesù, il figlio di Dio, vede quelle cose straordinarie che accadono, ascolta le parole degli angeli e le acclamazioni di gioia dei pastori. Osserverà l’umile sottomissione dei Magi venuti da lontano. Ma tutte queste cose non sono vissute da lei e poi subito dimenticate. C’è bisogno che facciamo scendere nel cuore l’annuncio del Natale, perché vi rimanga. Ma spesso il nostro cuore è troppo pieno di altro e non ha spazio per il Natale, per l’annuncio degli angeli che la Parola di Dio ci fa ascoltare ogni domenica, per le visioni di bene che ci suggeriscono. I nostri occhi, le nostre orecchie, il nostro cuore sono troppo pieni di rumore, di immagini confuse, di pensieri e preoccupazioni inutili, tanto da non lasciare spazio alla gioia di qualcosa di nuovo che nasce. Per questo poi, davanti alle difficoltà della vita, non sappiamo dove trovare le parole e le risposte alle domande difficili, perché il nostro cuore è pieno di ciarpame, cose inutili che lo ingombrano.
C’è bisogno di fare un po’ di silenzio nel frastuono, di vedere con chiarezza le immagini del natale, di tenere vive la parole dell’angelo: “Ecco, è nato per voi un Salvatore” e la gioia e la pace del Natale non passerà con le feste del calendario ma resterà dentro e attorno a noi.


Preghiere


O Signore Gesù che ti mostri a noi bambino piccolo e indifeso, aiutaci a non avere paura della nostra debolezza e fragilità ma a confidare nel tuo aiuto per essere forti nell’amore e invincibili nella carità.
Noi ti preghiamo



O Dio Padre del cielo che ci hai mandato l’angelo della tua Parola ad annunciare la nascita del Salvatore, fa’ che ascoltiamo la sua voce e come bambini ci fidiamo di essa.
Noi ti preghiamo



Ti ringraziamo o Dio perché non ci fai mancare mai la tua Parola che in questa casa risuona forte e ci illumina e scalda il cuore. Aiutaci a tenerla viva dentro di noi come un tesoro a cui attingere ogni giorno.
Noi ti preghiamo



Come Maria, o Signore, fa’ che sappiamo vincere il rumore che riempie i nostri cuori e la confusione che li disorienta, per far spazio all’annuncio del Natale e alla gioia di una vita nuova che nasce dentro di noi.
Noi ti preghiamo



In questo primo giorno dell’anno ti preghiamo o Dio, dona la pace al mondo intero, riempi ogni terra dell’annuncio gioioso della fine della violenza, fa’ regnare la riconciliazione nella vita dei popoli e delle nazioni.
Noi ti preghiamo



Ti preghiamo o Padre misericordioso di benedire le nostre vite, quelle dei nostri cari, amici e parenti, quelle dei poveri, quelle di chi sta accanto a loro, perché questo anno che viene sia per loro colmo dei doni della tua misericordia e del tuo perdono.
Noi ti preghiamo.



Proteggi o Padre tutti i tuoi figli ovunque dispersi, specialmente coloro che soffrono per la persecuzione e la violenza: in Nigeria, in India, in Pakistan, in Terra Santa, in Indonesia e ovunque il tuo nome è ferito dalla mancanza di libertà e pace.
Noi ti preghiamo



Proteggi sempre o Padre misericordioso coloro che vivono e annunciano il Vangelo di Natale: fa’ che la nascita del bambino di Betlemme riempia le loro parole e le loro azioni della forza del suo amore.
Noi ti preghiamo

Nessun commento:

Posta un commento