lunedì 24 settembre 2012

Assunzione di Maria - 15 agosto 2012


 

Dal primo libro delle Cronache 15, 3-4. 15-16; 16, 1-2

In quei giorni, Davide convocò tutto Israele a Gerusalemme, per far salire l’arca del Signore nel posto che le aveva preparato. Davide radunò i figli di Aronne e i levìti. I figli dei levìti sollevarono l’arca di Dio sulle loro spalle per mezzo di stanghe, come aveva prescritto Mosè sulla parola del Signore. Davide disse ai capi dei levìti di tenere pronti i loro fratelli, i cantori con gli strumenti musicali, arpe, cetre e cimbali, perché, levando la loro voce, facessero udire i suoni di gioia. Introdussero dunque l’arca di Dio e la collocarono al centro della tenda che Davide aveva piantata per essa; offrirono olocausti e sacrifici di comunione davanti a Dio. Quando ebbe finito di offrire gli olocausti e i sacrifici di comunione, Davide benedisse il popolo nel nome del Signore.
 

Salmo 131 - Sorgi, Signore, tu e l’arca della tua potenza.

Ecco, abbiamo saputo che era in Èfrata,
l’abbiamo trovata nei campi di Iàar.
Entriamo nella sua dimora,
prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi.

I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia
ed esultino i tuoi fedeli.
Per amore di Davide, tuo servo,
non respingere il volto del tuo consacrato.

Sì, il Signore ha scelto Sion,
l’ha voluta per sua residenza:
«Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre:
qui risiederò, perché l’ho voluto».

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 15, 54-57

Fratelli, quando questo corpo mortale si sarà vestito d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura: «La morte è stata inghiottita nella vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?». Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge. Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!
 

Alleluia, alleluia, alleluia.
Beati coloro che ascoltano la parola di Dio
e la mettono in pratica.
Alleluia, alleluia, alleluia.
 

Dal vangelo secondo Luca 11,27-28

In quel tempo, mentre Gesù parlava alle folle, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
 

Commento

Cari fratelli e care sorelle, nella tradizione e nella devozione della Chiesa Maria ha sempre rivestito un ruolo molto importante. Fin dall’antichità infatti essa è ricordata soprattutto come Madre di Dio e della Chiesa, e come tale è amata e venerata da tanti.

Ma cosa significa questo? A volte infatti delle forme di devozione un po’ semplicistiche l’hanno ridotta ad una specie di caricatura della maternità, sdolcinata e inoffensiva, una specie di portafortuna da invocare nei momenti di bisogno, lo sfogo per quella parte infantile di noi con i suoi sentimenti immaturi: il desiderio di essere coccolato e accudito, vezzeggiato e accontentato. A volte si definisce Maria come “la Madonnina” con un diminutivo che nasconde la deconsiderazione che se ne ha, infatti mai parleremmo di “Signoruccio” parlando di Gesù o di “Pietrino e Paolino” parlando degli apostoli.  Insomma è qualcosa che ha poco a che vedere con la realtà della persona di Maria così come i Vangeli ce l’hanno fatta conoscere.

Infatti, come dicevamo, Maria proprio nella sua femminilità e nella sua maternità deve essere non solo un rifugio nel bisogno, ma soprattutto un esempio da imitare. Fin dal primo momento della sua storia con Gesù, cioè dal suo concepimento, ha espresso il senso di tutta la sua vita con le parole: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. Sì, è il tratto femminile della docilità, umiltà e semplicità che Maria ha voluto incarnare, ma non per farsi da parte e starsene tranquilla in un angolo sicuro, ma per mettersi al servizio di una volontà di bene superiore e ben più radicale, quella di Dio, al posto dei propri progetti, cosa che l’ha portata ad una vita che non avrebbe mai immaginato, piena di fatica e di dolore, ma anche dal valore esemplare che è giunto fino a noi.

Il primo modo di fare la volontà espressa dalla Parola di Dio è stata quella di dare la vita a Gesù. Dare la vita, lo sappiamo significa molte cose: generare, ma anche offrire tutto se stesso. Ebbene Maria ci è di esempio perché non solo generò Gesù, ma gli offri la vita divenendo sua fedele discepola. Infatti non fu esentata dalle critiche del figlio, pensiamo all’episodio dell’infanzia di Gesù quando questi sta nel tempio a insegnare e Maria lo rimprovera, ricevendone un rimprovero ben più aspro: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?" oppure a quando cerca di incontrare il Figlio e questi l’accusa di non essere fra quelli che lo stanno ad ascoltare: chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre e ancora a Cana, quando Gesù le dice: “Donna, che vuoi da me?”. Eppure Maria non si sdegnò, né lasciò cadere questi e gli altri insegnamenti di Gesù, anche quelli più difficili e duri, ma ne fece motivo per imparare ad essere figlia e discepola: “Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore” dice l’evangelista Luca.

Per questo Maria ebbe la forza e il coraggio di non abbandonare Gesù e di restare con lui fin sotto la croce, perché era stata sua discepola attenta e discreta, gli ha messo a disposizione tutta la sua vita, fin dal primo giorno. A volte lo si considera un gesto scontato: la madre è sempre così, ama il suo figlio fino alla morte. Non è vero: quanti esempi abbiamo davanti agli occhi? Fingiamo di non vederli perché preferiamo ritenere che l’amore è qualcosa di spontaneo e naturale. Maria non amò Gesù perché era sua madre, non lo amò al tempio, e non lo amò quando se ne stava lontana da lui, ma imparò da suo figlio cosa è l’amore vero, con pazienza, conservando le parole e i gesti di Gesù dentro se stessa per farli divenire le sue parole e i suoi gesti.

Infatti l’idea dell’amore “naturale”, materno, paterno o qualunque altro fosse, è una grande trappola del mondo che non ci fa sentire il bisogno di imparare ad amare. Lo esprime bene quella risposta di Gesù, sprezzante fino all’estremo, a una donna che voleva fare “i complimenti” a Maria, in realtà svilendola in modo paradossale: “una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!. Ma egli disse: Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!” Sì, Gesù sa bene che la beatitudine di Maria non viene dal fatto di essere sua madre materiale, di averlo allattato e allevato, ma dall’aver voluto divenire sua figlia, divenendo così icona del discepolo. La salvezza cioè per lei viene non dai vincoli sociali o parentali ma dall’aver voluto mettere a disposizione tutta se stessa perché Gesù compisse la sua missione evangelica. Questo è vero per ciascuno di noi! Per voler bene veramente, anche una madre, un padre, un fratello, un coniuge deve imparare da Gesù, non è la natura o la spontaneità che ce lo insegna. Questo ci dimostra il rapporto di Maria col suo Figlio.

In questo sta la femminilità materna, ma anche la straordinaria forza di Maria, perché, come bene rappresenta l’icona orientale che oggi abbiamo qui fra di noi, anche da adulta, alla fine della sua vita, Maria restò con uno spirito da figlia e discepola, e si lasciò portare docilmente da Gesù dove lui volle. È questo il messaggio che ci viene da questa festa dell’Assunzione, l’invito a farci anche noi forti non di noi stessi e della nostra esperienza e sapienza, ma della docilità femminile di Maria, per dare anche noi la vita a Gesù, perché ne faccia una forza di protezione per i deboli e di testimonianza per i forti, segno di contraddizione per la legge del mondo che, come dice Paolo, non salva, ma deve sempre essere smentita dalla legge invincibile dell’amore, quello di Gesù per Maia, quello che Maria imparò da Gesù.

Preghiere

Ti preghiamo o Signore perché come Maria, anche noi sappiamo imparare da te a voler bene, mettendo al servizio del vangelo la nostra vita,

Noi ti preghiamo

 Ascolta o Padre la preghiera di chi vede in Maria un esempio di madre e discepola e si rivolge a lei per ricevere il tuo aiuto. Esaudiscili col dono della tua misericordia,

Noi ti preghiamo

 Ti preghiamo o Dio per tutti i cristiani che rifiutano di farsi tuoi discepoli e disprezzano la tua Parola non conservandola nel loro cuore e nella loro mente. Fa’ che imparino da Maria l’ascolto e la disponibilità dei figli veri,

Noi ti preghiamo

 Perdona o Padre del cielo il nostro peccato di orgoglio e autosufficienza, per quando ci affidiamo alla nostra esperienza e alla sapienza di questo mondo. Rendici invece docili esecutori del Vangelo,

Noi ti preghiamo

 Dona pace o Dio al mondo intero, specialmente dove regna l’odio e le armi seminano morte e distruzione: per la Siria, la Nigeria, e tutti i paesi in guerra,

Noi ti preghiamo

 Proteggi o Padre buono la tua Chiesa ovunque diffusa, donale unità e pace, perché testimoni sempre la forza del vangelo contro ogni forma di male,

Noi ti preghiamo.

 

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