lunedì 24 settembre 2012

Festa di S. Giovanni Battista - domenica 24 giugno 2012


Dal libro del profeta Isaìa 49,1-6

Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all’ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele – poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza – e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra». 

Salmo 138 - Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda.

Signore, tu mi scruti e mi conosci, +
tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.

Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.
Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda.

Meravigliose sono le tue opere, +
le riconosce pienamente l’anima mia.
Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
ricamato nelle profondità della terra.  

Dagli Atti degli Apostoli 13,22-26

In quei giorni, [nella sinagoga di Antiochia di Pisìdia,] Paolo diceva: «Dio suscitò per i nostri padri Davide come re, al quale rese questa testimonianza: “Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri”. Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele. Diceva Giovanni sul finire della sua missione: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”. Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata la parola di questa salvezza».

 
Alleluia, alleluia alleluia.
Sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Luca 1, 57-66. 80

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

 Commento

 La liturgia di oggi ci fa incontrare Giovanni battista di cui si celebra oggi la festa. Egli all’interno della narrazione del Vangelo si staglia come una persona di primissimo rilievo, tanto che Gesù dice di lui che è “il più grande fra i nati di donna”. Più grande di Abramo, che iniziò la storia di alleanza d’Israele con Dio, di Mosè che liberò il popolo dalla schiavitù in Egitto e lo guidò per quarant’anni nel deserto fino alla terra promessa. Eppure Giovanni non era un uomo appariscente, e non faceva nulla per imporsi: viveva nel deserto, lontano dai centri abitati e dai luoghi frequentati da chi contava a quel tempo. Era un tipo sobrio nel vestire e nell’agire, austero nei modi di fare e semplice nelle parole. Nonostante questo le folle, ci narrano i vangeli, andavano da lui e lo interrogavano su come dovevano vivere. C’è una forza spirituale attrattiva che sprigiona da quella figura isolata e diversa da tutti, tanto che molti pensano che sia lui il Messia che Israele attendeva da secoli. Giovanni rifiuta decisamente questa identificazione: “Io non sono quello che voi pensate!”, allo stesso tempo però definisce se stesso proprio in rapporto a Gesù, affermando: “Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”.

Ecco allora il primo degli elementi che costituiscono la grandezza di Giovanni: ha la coscienza che la sua vita ha senso perché in relazione con il Signore, in particolare come colui che prepara la strada alla sua venuta. Si può ben dire che Giovanni è colui che vive perché Gesù possa raggiungere gli uomini suoi contemporanei. E in qualche modo il Signore gli riconosce questo ruolo. Pur essendo Dio infatti non esita a presentarsi bisognoso di qualcuno che lo preceda, preparando gli uomini ad accoglierlo. Giovanni fece suo questo ruolo, se ne assunse il peso, e lo portò a compimento in un mode molto speciale. Dice l’apostolo Paolo di lui che predicava “un battesimo di conversione a tutto il popolo d’Israele”. L’annuncio della venuta del Signore che Giovanni fa è tutto concentrato sulla necessità di cambiare vita. Cioè il messaggio del battista si concentra sul fatto che per poter incontrare Dio fattosi uomo non si può essere come capita, come sempre, come viene, ma bisogna “convertirsi”, cioè uscire dalla normalità scontata della vita di ogni giorno per assumere la necessità di conformarsi ad un modello diverso, quello del Vangelo. Abbiamo ascoltato nel brano che racconta la nascita del battista come la scelta del suo nome fu il primo segno di una vita che usciva dagli schemi scontati per incamminarsi su una via di cambiamento. Il suo nome infatti era estraneo alla tradizione di famiglia, e i genitori decisero, pur essendo avversati da tutti, di cambiare gli usi tradizionali e di scegliere un nome che fosse segno di novità.

Cari fratelli e care sorelle, è questo l’invito che da Giovanni giunge fino a noi: la sua grandezza di uomo che favorisce l’incontro con Dio e indica una strada di conversione è la via di salvezza che in questa domenica la liturgia ci propone.

Scegliamo di mettere la nostra esistenza sotto il segno di un nome diverso dalla scontatezza normale, nel solco di un sentiero nuovo, quello del vangelo, senza timore della novità che ci propone. È questo il messaggio di Giovanni che lo rende grande agli occhi di Dio.

Nessun commento:

Posta un commento