venerdì 29 ottobre 2021

XXXI domenica del tempo ordinario - Anno B - 31 ottobre 2021

 

 


Dal libro del Deuteronomio 6, 2-6

Mosè parlò al popolo dicendo: «Temi il Signore, tuo Dio, osservando per tutti i giorni della tua vita, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, tutte le sue leggi e tutti i suoi comandi che io ti do e così si prolunghino i tuoi giorni. Ascolta, o Israele, e bada di metterli in pratica, perché tu sia felice e diventiate molto numerosi nella terra dove scorrono latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto. Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore».

 

Salmo 17 - Ti amo, Signore, mia forza.
Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore.

Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.

Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato.

Dalla lettera agli Ebrei 7, 23-28

Fratelli, [nella prima alleanza] in gran numero sono diventati sacerdoti, perché la morte impediva loro di durare a lungo. Cristo invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore. Questo era il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli. Egli non ha bisogno, come i sommi sacerdoti, di offrire sacrifici ogni giorno, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo: lo ha fatto una volta per tutte, offrendo se stesso. La Legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza; ma la parola del giuramento, posteriore alla Legge, costituisce sacerdote il Figlio, reso perfetto per sempre.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Marco 12, 28-34

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Commento

Cari fratelli e care sorelle, uno scriba si avvicina e interroga Gesù chiedendogli: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?” Egli è un uomo colto e sensibile, e la sua domanda è intelligente. Infatti esprime con queste sue parole la convinzione che nella vita esista una priorità dei comandamenti a cui obbedire. È pertanto una domanda non ovvia, anzi, è cruciale perché si tratta di decidere per che cosa spendere la vita. Un rischio sempre presente infatti, soprattutto quando la nostra esistenza è affollata di cose da fare ed è tutta incentrata su se stesso, è proprio quello di mettere tutte le cose sullo stesso piano e dare ad esse lo stesso valore. L’ordine di importanza viene allora attribuito dal caso, oppure dall’istinto, oppure dall’umore del momento, o dalle regole sociali, ecc... Esistono poi tutta una serie di “maestri” che cercano di imporre un ordine di importanza secondo un proprio vantaggio. Pensiamo alla pubblicità: si tratta di un meccanismo che sfrutta ogni strumento possibile per imporre un ordine di importanza delle cose da comprare o da fare, a vantaggio ovviamente di chi le produce. Ma poi, ad esempio, i telegiornali ci suggeriscono in modo subdolo l’importanza degli avvenimenti, mettendo in primo piano magari eventi frivoli, per farne passare in secondo piano altri ben più significativi, oppure con il martellamento delle notizie, o con il linguaggio stesso con cui sono presentate, ecc...

La domanda dello scriba pertanto non è di secondaria importanza. Possiamo infatti lasciar decidere al caso o a qualcuno interessato la scala di importanza delle cose da credere, da fare, da desiderare nella nostra vita? Credo valga la pena fare nostro questo interrogativo e prestare attenzione alle nostre scelte, a volte ritenute ovvie e scontate, ma in realtà dettate da una scala di valore ben precisa che ci proviene da chissà dove.

Gesù risponde citando la Bibbia: attinge sempre dalla sapienza della Scrittura per trovare le risposte alle domande della vita. È importante notare però, allo stesso tempo, come Gesù interroga e fa parlare la Scrittura. Il Signore infatti non usa la Bibbia come un manuale di norme da osservare. I farisei, ad esempio, avevano elaborato un prontuario di leggi codificate, tratte dalla Scrittura, a cui attenersi scrupolosamente per mantenersi puri e irreprensibili davanti a Dio. Rispettare queste norme era la garanzia per non cadere in una condizione di peccato. Gesù invece va in profondità per cogliere nelle parole della Bibbia la sapienza che viene da Dio.

Un padre della chiesa diceva che la Bibbia è come un grande macigno di granito, ma la Parola di Dio sono quelle scintille che scaturiscono da esso quando lo scalpellino lo prende a martellate. Cioè ci vuole lavoro duro e paziente perché la Bibbia ci parli e riveli la Sapienza che Dio ha riposto nelle sue righe. Gesù dunque, nel rispondere allo scriba, cita un versetto del Deuteronomio “amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza” ma poi vi aggiunge accanto un altro versetto del libro del Levitico: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Così facendo lega indissolubilmente l’amore per Dio con quello per gli uomini, quasi a farne un unico grande comandamento che ha la priorità su tutti gli altri.

Lo scriba riconosce la profondità e verità di questa risposta che riassume che cosa è più importante nella vita. A ben vedere, la caratteristica fondamentale di questo comandamento è che dà il primo posto agli altri: a Dio e al prossimo. Da qui tutto inizia, afferma Gesù, dal ridare la giusta centralità agli altri, mentre spontaneamente siamo portati a mettere al centro noi stessi. Da questo derivano tutti gli altri comandamenti per vivere una vita buona e giusta. Ogni comportamento ha validità se fondato sulla legge del primato dell’amore per gli altri.

Infine dobbiamo notare l’espressione che usa Gesù: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Il Signore cioè vuole usare come metro dell’amore per gli altri quello che comunemente è il più grande, e cioè l’amore per sé. Se impariamo a voler bene a Dio e agli altri almeno quanto normalmente amiamo noi stessi, già abbiamo raggiunto una misura molto alta. Ma poi aggiungerei che legare l’amore per gli altri e quello per sé sta proprio a indicare come le due forme di voler bene siano indissolubilmente legate: senza mettere gli altri al centro della nostra vita, non raggiungeremo mai il nostro bene.

Tutti, dice il vangelo, restano ammutoliti dalle parole di Gesù. C’è una verità della vita, che la Bibbia esprime, che si impone con evidenza e forza, se onestamente ci mettiamo in suo ascolto. È quello che avvenne quel giorno davanti alla risposta di Gesù, ed è l’atteggiamento che anche noi dobbiamo maturare davanti alla Scrittura che ci viene annunciata a Messa. Con umiltà e onestà riconosciamo la priorità di una sapienza che ci rivela come essere felici, come afferma il brano del Deuteronoimio che abbiamo ascoltato: “Ascolta, o Israele, e bada di mettere in pratica [i miei comandi], perché tu sia felice”.

 

Preghiere 

 

Aiutaci o Signore a cercare sempre prima di tutto ciò che veramente vale, cioè vivere la priorità dell’amore per Dio e per i fratelli. Insegnaci a trovare nei tuoi comandi la felicità della nostra vita,

Noi ti preghiamo

 

 

 

Aiutaci o Dio a valutare in ogni situazione il nostro agire sulla misura del bene per gli altri, perché partendo dal fondamento solido del Vangelo costruiamo una vita buona e giusta,

Noi ti preghiamo

 


Perdonaci o Signore ogni volta in cui abbiamo fatto prevalere il nostro interesse a danno degli altri, dimenticando il tuo esempio e insegnamento,

Noi ti preghiamo

 

 

Come quello scriba saggio aiutaci a soffermarci sulle cose importanti della vita e a porre a te le domande cruciali su ciò che è bene per noi. Insegnaci con pazienza a costruire una vita santa e giusta,

Noi ti preghiamo


 

Sostieni o Padre misericordioso quanti nel mondo hanno bisogno del tuo aiuto e ti invocano. Fa’ che sappiamo farci strumento del tuo amore per gli umili e i poveri,

Noi ti preghiamo

 

 

 

Consola o Dio quanti soffrono e sono nel dolore per la guerra, la violenza, la povertà e la malattia. Manda il tuo Spirito a guarire le ferite del corpo e dell’anima,

Noi ti preghiamo.

 

 

Guida con amore o Signore Gesù la famiglia dei tuoi discepoli che si radunano ogni domenica attorno al tuo altare. Donaci la forza di restare sempre uniti a te e di tornare ogni settimana a nutrirci del tuo corpo e sangue,

Noi ti preghiamo

 

 

Non permettere o Dio che nessuno dei tuoi figli si disperda nei sentieri del male, fa’ che tutta l’umanità si ritrovi presto in un’unica famiglia, uniti dall’amore fraterno e dalla fiducia in te,

Noi ti preghiamo

Nessun commento:

Posta un commento