lunedì 18 ottobre 2010

XXIX domenica del tempo ordinario – 17 ottobre 2010


Dal Libro dell’Esodo 17, 8-13

Allora Amalek venne a combattere contro Israele a Refidim. Mosè disse a Giosuè : "Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalek. Domani io starò ritto sulla cima del colle con in mano il bastone di Dio". Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalek, mentre Mosè , Aronne, e Cur salirono sulla cima del colle. Quando Mosè alzava le mani, Israele era il più forte, ma quando le lasciava cadere, era più forte Amalek. Poiché Mosè sentiva pesare le mani dalla stanchezza, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l`altro dall`altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole.

Salmo 120 - Il mio aiuto viene dal Signore.

Alzo gli occhi verso i monti:
da dove mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore:
egli ha fatto cielo e terra.

Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà, non prenderà sonno
il custode d’Israele.

Il Signore è il tuo custode, +
il Signore è la tua ombra
e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.

Il Signore ti custodirà da ogni male:
egli custodirà la tua vita.
Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,
da ora e per sempre.

Dalla seconda lettera dell’Apostolo Paolo a Timoteo 3, 14-4,2

Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l`hai appreso e che fin dall`infanzia conosci le sacre Scritture: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù. Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l`uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina.

Alleluia, alleluia.
La parola di Dio è viva ed efficace,
discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Alleluia.

Dal vangelo secondo Luca 18, 1-8

Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: "C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c`era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi". E il Signore soggiunse: "Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell`uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?".

Commento

Oggi è un giorno speciale, come sempre è eccezionale e straordinaria la domenica, perché ci prende e ci porta lontano dall’abituale scorrere del tempo, fatto di lavoro, di studio (per chi è più giovane) di tante occupazioni che ci riempiono le giornate. La messa ci tira fuori dal groviglio dei mille affanni e ci accompagna su un monte, come fece Mosé in quella giornata di lotta fra il popolo d’Israele e Amalek, come abbiamo ascoltato nella prima lettura.
Sì, questo luogo dove ci troviamo oggi è un luogo alto, come un monte, perché è reso santo dalla presenza del Signore che ci parla. E’ vero è una piccola chiesa, eppure ogni domenica il Signore ci convoca a salire sull’alto colle di questa casa perché ci vuole parlare. Ecco che allora anche da un luogo piccolo, come la chiesa di Santa Croce, quasi nascosta nel centro di Terni, possiamo oggi abbracciare con lo sguardo del nostro cuore tutto il nostro quartiere, ma anche di più, la città e il mondo intero.
Mosé quella mattina dal colle sul quale era salito poteva vedere ai piedi dell’altura la lotta che si svolgeva fra i due eserciti in combattimento. Anche noi qui dall’alto possiamo vedere le tante guerre, piccole e grandi che dividono gli uomini e le donne attorno a noi. E questo è un dono del Signore, perché quando ci stiamo in mezzo neanche ce ne accorgiamo e troppo spesso diventiamo anche noi bellicosi combattenti. Anche noi infatti viviamo le nostre battaglie per far prevalere il nostro modo di vedere, per farci valere, per avere ragione, e così via. E’ così facile vivere infatti una cultura del nemico secondo la quale per sentirsi forti e contare qualcosa bisogna essere contro qualcuno. Per questo la Messa della domenica è un dono prezioso, perché ci fa salire in alto, ci fa smettere di sgomitare, e ci porta nel luogo santo dove possiamo incontrare il Signore che è la vera pace.
Mosè osservava quella battaglia non come chi vede le cose con distacco. E’ preoccupato perché vede gente soffrire, lottare gli uni contro gli altri, odiarsi, farsi del male. Per questo alza le braccia verso il Signore e invoca la sua protezione. Anche noi, come Mosè, possiamo alzare le nostre braccia ed invocare la fine delle tante lotte che ci mettono gli uni contro gli altri. La fine della condanna che pesa sugli anziani, lasciati tante volte da soli. La fine della tristezza dei più giovani che non riescono più a credere nell’amicizia, delusi da noi adulti che non sappiamo voler bene con fedeltà. La fine della sofferenza dei tanti che sono colpiti dalla crisi, che non sanno come andare avanti, che hanno perso il lavoro o che non lo trovano. La fine delle lotte sanguinose in Terra Santa, in Africa. Oggi dall’alto della messa domenicale vediamo tutta questa sofferenza attorno a noi e come Mosè abbiamo il potere di alzare le nostre braccia e pregare il Signore che non è sordo alla nostra invocazione e combatte dalla parte di chi rischia di soccombere sotto il peso del male.
Tante volte noi invece preferiamo salire su un altro monte che è quello dell’indifferenza. Un monte sul quale ci illudiamo di sfuggire al male e di trovare la pace perché non vediamo quello che avviane attorno a noi e non ne siamo coinvolti. Ma, fratelli e sorelle, questa è un pericolosa illusione, perché il male non viene solo da fuori, ma, anzi, il più delle volte sgorga proprio da dentro di noi. Per questo gli diamo meno peso e lo tolleriamo quasi con tenerezza, perché è parte di noi. Eppure le sue conseguenze non sono meno sanguinose e terribili della violenza che ci circonda. Sul monte dell’indifferenza e dell’egoismo sanciamo la nostra condanna ad essere per sempre imprigionati alla schiavitù del male. L’unico modo infatti per vincere il male non è negarlo e ignorarlo, ma combatterlo, in sé e negli altri. Estirpare le radici della rivalità, dell’egoismo, del menefreghismo e della sopraffazione è infatti, paradossalmente, l’unico modo per vivere la pace, che è proprio la vittoria sulle espressioni del male. E’ il ruolo che Mosè assume sul monte della preghiera. Partecipa con fatica e sofferenza alle espressioni di male, ma proprio per questo, alzando le braccia e invocando l’aiuto di Dio, riesce a vincerle. Non fida infatti solo nelle sue forze, ma anzi ha bisogno di Aronne e Cur che sorreggano le sue mani. Mosè non è un eroe isolato e invincibile: è debole e bisognoso come noi, ma la sua forza è proprio nel farsi aiutare e nel coinvolgere altri nella sua battaglia contro il male.
Abbiamo bisogno del fratello e della sorella per vincere il male: la pace e la felicità a cui tutti giustamente aspiriamo non viene dall’isolamento del monte dell’indifferenza, ma dall’alleanza con tanti che sorreggano le nostre mani nello sforzo di voler più bene.
Questa è l’eredità più preziosa che potremo lasciare ai nostri figli. Comunicargli l’umiltà di non credersi autosufficienti e bastanti a se stessi, la tenacia di non arrendersi davanti al male e la fiducia di rivolgersi a Dio per ricevere da lui l’aiuto necessario a vincerlo dentro di sé e attorno a sé.
Questa casa allora ogni domenica dilata le sue mura: non è più un luogo piccolo e insignificante, confuso nel caos della città, ma diventa un monte altro sul quale osservare il mondo, partecipare dei suoi dolori, avvertire con passione il suo bisogno di bene, e dove assieme ci sosteniamo per alzare le mani e chiedere a Dio la forza di fare nostra la battaglia contro il male del mondo.
Care sorelle e cari fratelli con questo sogno negli occhi invochiamo l’aiuto del Signore e la nostra vita cambierà, il mondo attorno a noi sarà migliore, più umano e caldo di amore.

Preghiere
Ti ringraziamo o Dio misericordioso perché ci hai convocato sul monte santo della liturgia. Fa’ che ci affrettiamo a uscire dalla confusione della vita ordinaria per incontrarti come nostro amico a maestro.
Noi ti preghiamo

Guida o Padre buono i nostri passi perché non ci disperdiamo su strade che ci allontanano da te e dai fratelli, ma, come una famiglia, ci incamminiamo assieme verso il luogo dell’incontro con te.
Noi ti preghiamo

O Signore Gesù, aiutaci a vincere le rivalità e le contrapposizioni che ci dividono dagli altri. Tu che sei mite e umile di cuore mostraci la via dell’amore che conduce alla gioia vera.
Noi ti preghiamo

Fa’ o Signore che tutti quelli che cercano un senso alla loro vita possano incontrarlo nell’amore che tu ci insegni. Guida i passi degli incerti perché incontrino fratelli e sorelle testimoni del vangelo e operatori di bene.
Noi ti preghiamo

Dona o Signore la tua pace ai popoli in guerra, fa’ tacere le armi e aiuta tutti gli uomini a vivere con animo riconciliato, perché nessuno più muoia e soffra per mano del fratello.
Noi ti preghiamo

Sostieni o Padre misericordioso tutti coloro che sono nel bisogno: chi è senza casa, chi è solo e nel dolore, i malati e i sofferenti. Dona al mondo intero guarigione e salvezza.
Noi ti preghiamo.

Guida e proteggi o Dio i tuoi discepoli ovunque essi vivano. Fa’ che le loro parole e le loro azioni parlino di te a chi ancora non ti conosce.
Noi ti preghiamo

Ti preghiamo o Signore Gesù per il Medio Oriente, perché nella terra in cui tu sei nato popoli di fedi e tradizioni diverse sappiano convivere in pace.
Noi ti preghiamo

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