martedì 15 gennaio 2013

Battesimo del Signore - 13 gennaio 2013


Dal libro del profeta Isaia 40,1-5.9-11

«Consolate, consolate il mio popolo - dice il vostro Dio. - Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati». Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato». Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri».

 

Salmo Responsoriale Dal Salmo 103 - Benedici il Signore, anima mia.

Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto,
tu che distendi i cieli come una tenda.

Costruisci sulle acque le tue alte dimore, +
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento,
fai dei venti i tuoi messaggeri
e dei fulmini i tuoi ministri.

Quante sono le tue opere, Signore! +
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Ecco il mare spazioso e vasto: +
là rettili e pesci senza numero,
animali piccoli e grandi.

 

Tutti da te aspettano
che tu dia loro cibo a tempo opportuno.
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono;
apri la tua mano, si saziano di beni.

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito 2,11-14; 3,4-7

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta sal­vezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l'em­pietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli ap­partenga, pieno di zelo per le opere buone. Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore no­stro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua mise­ricordia, con un'acqua che rigenera e rinnova nello Spi­rito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella spe­ranza, eredi della vita eterna.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Viene colui che è più forte di me, disse Giovanni;
egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
Alleluia, alleluia alleluia.


Dal vangelo secondo Luca 3,15-16.21-22

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento».

 

Commento

Cari fratelli e care sorelle, viviamo un tempo di grande incertezza ed è forte l’attesa di qualcosa o qualcuno che cambi  con decisione il corso degli avvenimenti. Nel campo socio-politico ciò si fa particolarmente evidente: chi avrà la ricetta giusta per farci uscire dalla crisi e ridare prospettive alla nostra società? In piena campagna elettorale riceviamo numerose sollecitazioni ad aver fiducia in questo o quell’orientamento, in uno o nell’altro candidato, in una o nell’altra proposta politica. Ma anche a livello personale il clima di crisi che viviamo ci porta, soprattutto i più giovani, a sentire decisivo riuscire a cogliere l’occasione buona, l’opportunità che possa garantirci un presente meno angosciato e un futuro più sereno. 

Le parole del Vangelo di Luca che riferiscono lo stato d’animo delle folle che andavano da Giovanni sembra un po’ descrivere anche questa nostra situazione odierna: “il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo” cioè colui che avrebbe salvato il popolo restaurando un tempo di libertà, pace e benessere generale, come era stato profetizzato. La gente riconosce nel battista un uomo retto, austero e giusto, le sue parole propongono di scegliere per la giustizia e il bene, di abbandonare la sopraffazione, il malcostume, le ipocrisie: "Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto", "Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato", "Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe" (Lc 3,10-14).

Giovanni il retto, Giovanni il giusto, Giovanni il saggio sembra il modello di uomo che ci voleva a quel tempo per riscattare la condizione umiliata del popolo, ma incarna forse un po’ anche le nostre aspirazioni, o almeno di coloro che non sopportano il degrado umano che spesso vediamo, attorno a noi, caratterizzare i comportamenti.

Giovanni però rifiuta questa identificazione. “Non sono io colui che salva” afferma con umiltà, “viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali”. Egli presenta se stesso come colui che ha solamente il compito di preparare la strada alla venuta del vero salvatore. La rettitudine, l’onestà, il rispetto per il bene altrui che Giovanni predica impartendo il “battesimo di acqua”, come lo chiama, sono cioè quel lavoro di apertura di una strada, di abbassamento dei colli e di riempimento di vallate, di raddrizzamento delle tortuosità e di spianamento di asperità di cui aveva già parlato in antichità il profeta Isaia, come abbiamo ascoltato nella prima lettura: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato».

Ma il battista afferma che questo esercizio onesto e corretto delle virtù umane non basta. È quello che afferma l’apostolo a Tito: “egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua mise­ricordia”. Certo, essere giusti è la premessa perché il vero Salvatore che è il Signore Gesù Cristo possa giungere a noi, sennò le montagne di iniquità gli sbarreranno la strada, ma c’è bisogno che avvenga quell’incontro personale con lui, che si rompa l’ultimo diaframma che ci divide da lui e che diveniamo suoi amici e discepoli.

È quanto accadde quel giorno sul Giordano, quando Gesù si presentò da Giovanni per ricevere il battesimo. Egli era lì in mezzo alla folla, aveva compiuto quell’ultimo tratto di strada che lo divideva dall’uomo, nascendo come noi e annullando ogni distanza, ma non bastava. Rimaneva una distanza che non era geografica o temporale, ma passava dentro il cuore dell’uomo. La vera distanza che separa Dio da noi non è che Gesù è nato tanto tempo fa, o che Dio non lo possiamo vedere e toccare, ma è la sordità a quella manifestazione che aprì il cielo per far scendere lo Spirito di Dio e la voce del Padre. Dio ha rotto il diaframma, è nato fra di noi, ci ha parlato, ci ha donato uno spirito di amore che non è quello di questo mondo. È quel “battesimo di Spirito Santo e fuoco” di cui parla Giovanni. ma Dio non ci potrà mai raggiungere, nonostante tutto il suo sforzo, se non siamo noi ad abbattere quell’ultimo muro che divide ciò che sappiamo di lui, ed è molto, da ciò che viviamo. È un muro che solo noi possiamo abbattere perché si trova dentro il nostro cuore. In questo Giovanni ci è di esempio: egli riconobbe in Gesù il Cristo di Dio e chiese da lui il battesimo: “Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te” (Mt 3,13).

Ma in cosa consiste questo “battesimo di Spirito Santo e fuoco”?

Significa lasciarsi sommergere dallo Spirito che è l’amore di Dio, fidarsi che egli ci vuol bene  attraverso la voce della sua Parola che ci indica la strada mediante la quale salvarci. Ma l’unico modo per capirlo e sperimentarlo è abbattere il muro che dentro di noi separa la nostra vita dallo Spirito che soffia in noi attraverso la sua Parola. Da questa fonte inesauribile del voler bene scaturisce la possibilità per noi di voler bene e di trasfigurare la nostra umile e fragile umanità, così incapace di amare. In qualche modo questa è la vera prova che Dio esiste e agisce nel mondo, quella che i filosofi cercano nelle dimostrazioni astratte: se uno come me, così meschino e freddo riesce a compiere gesti di amore, a provare pietà davanti a chi sta male, a farsi umile e piccolo nel servizio gratuito ad un fratello che ne ha bisogno, a fare qualcosa per un altro non perché mi conviene o sperando di ricevere altrettanto, vuol dire che lo Spirito di Dio soffia ed ha trovato anche in me uno spiraglio aperto per farsi strada.

Fratelli e sorelle, il cielo si è aperto, Dio si è fatto uomo, il suo Spirito che è l’amore è stato mandato a noi, la sua voce parla con forza e autorità: accogliamolo. Rompiamo il muro di diffidenza e di sordità, non accontentiamoci di essere solo onesti e giusti, ma viviamo l’amore che Dio vuole suscitare in noi, immergendoci nel battesimo di fuoco che con il calore del suo amore brucia ogni nostra resistenza a divenire simili a lui, cioè capaci di voler bene.

 

Preghiere
 
O Dio che hai aperto il cielo sopra di noi perché potessimo vederti e incontrarti, aiutaci a non chiudere noi stessi al soffio dello Spirito, perché l’amore che ci doni entri nei nostri cuori e trasformi le nostre vite,

Noi ti preghiamo

Signore Gesù che ti chini umilmente davanti a  Giovanni per ricevere il suo battesimo di acqua, effondi su di noi il battesimo di fuoco, manda il tuo Spirito Santo a scaldarci i cuori e ad illuminarci la via che conduce verso i fratelli e verso di te,

Noi ti preghiamo

 

O Padre misericordioso che hai guardato con gioia il tuo Figlio sul fiume Giordano e hai fatto udire con forza la tua voce, fa’ che noi ascoltiamo con attenzione le Parole che ci rivolgi, perché divengano la nostra vita,

Noi ti preghiamo


Aiutaci o Signore a non perdere nessuna occasione per mettere in pratica e aderire agli inviti che ci rivolgi nel Vangelo. Aiutaci ad essere tuoi discepoli docili,

Noi ti preghiamo

Ti preghiamo o Signore per il nostro paese, disorientato e confuso, fa’ che troviamo tutti la strada per vivere la giustizia e la solidarietà ed aprire un tempo nuovo migliore e più sereno,

Noi ti preghiamo
 

Sostieni o Dio gli sforzi di quanti, nell’incertezza attuale, annunciano e testimoniano il Vangelo, unica via di salvezza dell’uomo. Fa’ che le parole e le azioni dei discepoli di Cristo trovino cuori aperti pronti a riconoscerti,

Noi ti preghiamo.

 
Sostieni, o Padre misericordioso, quanti sono nel bisogno e invocano il tuo aiuto: i poveri, i malati, gli anziani, chi è straniero e oppresso dal dolore. Dona a tutti guarigione e salvezza,

Noi ti preghiamo

Proteggi o Dio la tua Chiesa ovunque diffusa, specialmente dove è perseguitata e ostacolata. Fa’ che l’annuncio della nascita di Cristo risuoni presto in ogni luogo e raggiunga ogni popolo,

Noi ti preghiamo

 

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