sabato 5 gennaio 2013

Maria Madre di Dio - 1 gennaio 2013


 

Dal libro dei Numeri 6,22-27
Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro: Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”. Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».

 

Salmo 66 - Dio abbia pietà di noi e ci benedica.
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,

su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino, +
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati 4,4-7
Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti;

oggi parla a noi per mezzo del Figlio.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Luca 2,16-21
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

 
Commento

Cari fratelli e care sorelle, ancora una volta siamo invitati dal Vangelo a farci presenti a Betlemme, davanti a quella stalla nella quale Dio si fece bambino. Siamo convocati dagli angeli che si rivolsero ai pastori in quella notte con la voce del Buon Annuncio della nascita di Dio, parola debole e quasi sussurrata, ma forte e capace di imporre una svolta alla vita degli uomini. Di sicuro impose una svolta alla vita di quei semplici e poveri pastori, i quali se ne tornarono capaci di annunciare a tutti quella notizia che non solo avevano udito, ma che si erano affrettati ad andare a sperimentare di persona. Così è di chiunque non si accontenta di ascoltare il Vangelo, ma sente il bisogno di andare di persona a viverlo nella vita di ogni giorno: chi lo fa, per questo fatto, diventa capace di annunciare qualcosa di così straordinario da suscitare in tutti quelli che li ascoltano stupore e gioia, così come avvenne ai pastori. Proprio dei pastori, gente da nulla e senza cultura, ripetitivamente piegati sopra le greggi e alle prese con le intemperie e le altre cose basse della terra divennero capaci di suscitare stupore e meraviglia.

Chiediamoci, fratelli e sorelle, cosa annuncia la nostra vita a chi incontriamo? Che sentimenti ispirano i nostri gesti e le nostre parole in chi ci vede? Spesso sappiamo comunicare solo uno stanco e ripetitivo lamento, a volte la banalità di un vivere superficiale e piatto, a volte la conferma di quello che già tutti sanno e dicono: il male è forte, niente si può cambiare, la storia va dove si sa che deve andare, ecc...

Eppure a noi è stato detto molto. I pastori non dovettero inventare nulla di fantasioso o di originale essi: “riferirono ciò che del bambino era stato detto loro” ma le loro parole erano rese più vere e ricche di senso dal fatto di averle vissute; “glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro”, essi possono arricchire la notizia ricevuta con lo spessore della propria vita concreta, della novità sperimentata in quella notte davanti a Dio nato bambino.

L’invito allora, ancora una volta, è quello di farsi prendere, come i pastori, dalle parole che il Vangelo ci annuncia e di lasciare senza indugio il nostro luogo abituale per sperimentare, vivendole, la verità e la profondità di quelle parole ascoltate.

Senza indugio, sottolinea il Vangelo. Sì, perché il nostro modo più facile di dire no a Dio è il rimandare, il credere che ci sarà sempre un tempo migliore, più adatto e privo delle difficoltà dell’oggi per dare ascolto al Vangelo. Invece oggi ci viene sottolineata la prontezza immediata, un po’ ingenua e semplice, dei pastori che non rimandano, non aspettano il mattino dopo, non trovano scuse o argomenti di opportunità per ritenere inutile o pericoloso lasciare tutto e andare.

L’indugio è tutto ciò che ci fa diffidare e resistere al Vangelo, l’abitudine a pensare sempre nello stesso modo, senza fare spazio a un annuncio diverso, il rifiuto di mettere in pratica ciò che si è udito.

Accanto ai pastori, il Vangelo di Luca ci propone un altro modello, Maria. Anch’essa senza indugio aveva accettato l’annuncio dell’angelo di quella nascita straordinaria. Senza indugio aveva lasciato la casa di Nazareth per recarsi da Elisabetta e condividere la gioia della sua straordinaria gravidanza, capace di fare sussultare le generazioni future in attesa di incontrare Dio che stava per nascere di persona. Ma Maria non solo, come i pastori, credette e visse le parole che le erano state annunciate con immediatezza ingenua e disponibile. Lei fu capace di vivere tutta la straordinarietà che Dio le faceva sperimentare senza lasciar correre le cose, ma piuttosto “da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.” Maria cioè sa fare spazio a quello che Dio le dice e le fa vivere per conservarlo in sé.

È lo spazio dell’interiorità, che spesso non fatichiamo ad ampliare dentro di noi. L’attitudine del nostro tempo e l’abitudinarietà del vivere piuttosto ci fa “consumare” le parole e le esperienze, come qualcosa che scorre senza lasciare segno. Lo dicevamo anche ieri sera al Te Deum, viviamo spesso una dimensione del tempo che scorre senza novità perché è reso costante dalla centralità dell’io: tutto ciò che avviene è pensato, vissuto e apprezzato in relazione a me stesso. Per questo noi non sentiamo l’esigenza di avere un posto per conservare dentro di noi le parole degli altri e di Dio, i pezzi di vita vissuta con gli altri, le esperienze e i sentimenti: tutto scorre nel vortice attorno a me stesso che è l’unico vero valore che resta.

Maria invece lascia sedimentare ciò che ascolta e che vede, ciò che prova e che gli altri le dicono. Il nostro intimo si amplia e diviene profondo se ci impegniamo a dare un posto a tutto ciò; al contrario tutto rimane superficiale e istintivo, come un susseguirsi di idee e di sensazioni che non hanno il tempo di costruire qualcosa di nuovo e di profondo.

Cari fratelli e care sorelle, questo anno che si apre con questa Liturgia sia anche per noi occasione di cominciare a crearci uno spazio di interiorità, un tesoro di esperienze vissute mettendo in pratica la Parola ascoltata. Maria seppe farlo e per questo fu capace di seguire il Figlio fin sotto la croce. Non sempre fu facile per lei, anzi spesso trovò nel Signore Gesù un critico severo, ma nulla di quello che ascoltava e vedeva cadde nel vuoto. Maria cioè non nacque discepola, non lo fu per natura, ma lo divenne perché seppe far spazio dentro di sé e conservarvi le parole del figlio. Viviamo anche noi così e nello spazio della nostra interiorità germoglierà più facilmente quel seme di vita nuova che l’annuncio del Natale è venuto a seminare. Lì troverà un terreno fertile di cui nutrirsi e l’irrigazione abbondante di un ascolto senza interruzioni e dimenticanze. Anche lo nostre vite allora, rese feconde dalla Parola che vi è seminata, potranno dare frutti buoni e abbondanti di pace e amore, di fraternità e bene, quello che oggi ci auguriamo all’aprirsi di un anno nuovo, non per scontata cortesia, ma perché siamo usciti prontamente e abbiamo visto e sperimentato la bellezza della vita con Dio, nato bambino per stare con tutti noi.   

 
Preghiere  

O Dio che ci inviti ad uscire con prontezza e docilità dalle nostre vite di sempre per raggiungere il luogo dove tu nasci in mezzo a noi, aiutaci a riconoscerti povero e piccolo, indifeso e mite per imitarti e seguirti sempre,

Noi ti preghiamo

Come ai pastori, anche a noi l’angelo della Parola di Dio ci ha invitato a non temere e a non rimandare l’incontro personale con te. Fa’ che senza indugio ti restiamo vicini senza stancarci,

Noi ti preghiamo

 
O Signore Gesù che hai voluto nascere da Maria, donna umile e semplice, e ce la indichi come esempio di discepola attenta alla tua Parola e pronta a conservarla dentro di sé senza perderne una, aiutaci a imitarla per divenire anche noi tuoi figli,

Noi ti preghiamo


Perdona o Padre clementissimo la dimenticanza e l’orgoglio che ci fanno ritenere inutile coltivare nel nostro intimo uno spazio di ascolto e di riflessione sulla tua Parola. Donaci un’interiorità larga e accogliente, dove il seme del Vangelo possa germogliare e crescere,

Noi ti preghiamo


Ti preghiamo o Signore per tutti quelli che soffrono a causa della violenza e dell’ingiustizia: per i profughi dalla guerra e dalla miseria, per i perseguitati, per chi è malato e senza aiuto. Sostieni col tuo amore tutti quelli che ti invocano,

Noi ti preghiamo

Guida e proteggi, o Dio, la tua Chiesa ovunque nel mondo, specialmente dove i suoi figli sono ostacolati e perseguitati. Dona a tutti i cristiani di essere testimoni autentici del Vangelo e operatori per il bene dell’umanità intera,

Noi ti preghiamo.

Salva o Signore Gesù le nostre vite dall’egoismo e dalla durezza, rendici docili al Vangelo e sensibili al bisogno del povero, perché in questo tempo che oggi si apre sappiamo vivere sempre  come tuoi discepoli,

Noi ti preghiamo

Ti ringraziamo o Signore per i doni con cui hai benedetto le nostre vite nell’anno che si è concluso: per la Parola che ci è stata annunciata, per le testimonianze di amore evangelico che abbiamo conosciuto, per l’invito che abbiamo ricevuto a seguirti nonostante la nostra indegnità,

Noi ti preghiamo

 

 

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