mercoledì 24 luglio 2013

XI domenica del tempo ordinario - 16 giugno 2013


Dal secondo libro di Samuele 12, 7-10. 13

In quei giorni, Natan disse a Davide: «Così dice il Signore, Dio d’Israele: Io ti ho unto re d’Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo padrone, ti ho dato la casa d’Israele e di Giuda e, se questo fosse troppo poco, io vi aggiungerei anche altro. Perché dunque hai disprezzato la parola del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai colpito di spada Urìa l’Ittìta, hai preso in moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la spada degli Ammonìti. Ebbene, la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, poiché tu mi hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Urìa l’Ittìta».Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il Signore!». Natan rispose a Davide: «Il Signore ha rimosso il tuo peccato: tu non morirai». 

 

Salmo 31 - Togli, Signore, la mia colpa e il mio peccato.
Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno.

Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.

Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia,
mi circondi di canti di liberazione.
Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia! 


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati 2, 16. 19-21

Fratelli, sapendo che l’uomo non è giustificato per le opere della Legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù per essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della Legge; poiché per le opere della Legge non verrà mai giustificato nessuno. In realtà mediante la Legge io sono morto alla Legge, affinché io viva per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me. Dunque non rendo vana la grazia di Dio; infatti, se la giustificazione viene dalla Legge, Cristo è morto invano.

 

Alleluia, alleluia alleluia.
Dio ha amato noi e ha mandato il suo Figlio
come vittima di espiazione per i nostri peccati.
Alleluia, alleluia alleluia.


Dal vangelo secondo Luca Lc 7, 36 - 8, 3

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!». In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

Commento

 

Cari fratelli e care sorelle, i brani della liturgia di oggi ci propongono di soffermare la nostra attenzione sul bisogno che abbiamo di essere perdonati. Infatti possiamo vedere nel Vangelo di Luca come Gesù confronta il peccato della prostituta che gli si era avvicinata con quello del fariseo che lo aveva invitato a cena e si sofferma sul loro diverso atteggiamento verso di sé. A prima vista quel fariseo non ha fatto nulla di male, anzi è stato gentile con Gesù, lo ha invitato a cena e ha dimostrato così la sua disposizione non ostile, a differenza di tanti altri farisei che lo contestavano. Ma Gesù pone l’accento su un aspetto del comportamento di quelle due persone evidenziando così la vera differenza fra i due: la mancanza o la presenza di amore, e le conseguenze che questo ha.

Gesù infatti vuole far capire che ogni uomo è peccatore, che nel suo cuore albergano sentimenti di inimicizia ed egoismo che lo rendono, seppur in modi diversi, partecipe del grande disegno del male che agisce nell’umanità. In questo possiamo dire che siamo tutti uguali e le differenze sono veramente minime. Noi, al contrario, siamo abituati a pesare sempre il peccato col bilancino, a valutare gravità e venialità, per dire che in fondo noi non abbiamo fatto niente di veramente grave. In realtà in un’altra situazione Gesù dice che non c’è molta differenza fra dire “stupido” al fratello e, addirittura, l’ucciderlo (Mt 5,21-22). Le parole di Gesù infatti sembrano dare poca importanza alla grandezza del peccato delle due persone, la prostituta e il fariseo, differenza che invece ai commensali di Gesù sembra così evidente, tanto da far pensare a tutti che Gesù è uno sciocco perché non dà segno di accorgersene. Ma per il Signore la vera differenza sta non tanto nel “peso” dei peccati, quanto piuttosto nel bisogno che i due sentono di allontanarsi da essi e di ritrovare il legame di amore con Dio che il peccato fa perdere.

Questa per Gesù è la differenza che conta.

I farisei infatti erano un gruppo religioso che esercitavano in modo molto scrupoloso l’osservanza alla legge. Erano attentissimi a non infrangere nemmeno il più piccolo dei comandamenti di Dio contenuti nella bibbia, imposti da Dio nel corso dei secoli. Secondo loro questo era sufficiente per essere davanti a Dio irreprensibili e, di conseguenza, per non avere più bisogno di Lui. Paradossalmente i farisei, con il loro scrupolo di osservanza della legge, avevano costruito il sistema perfetto per fare a meno di Dio. Era infatti la loro meticolosità, la rettitudine, l’onestà, il comportamento ineccepibile a salvarli e a mettere al sicuro la loro vita dal peccato. In questo modo che bisogno avevano più di Dio, del suo perdono, del suo aiuto, del suo amore?

È un vero paradosso, tutta la forza dei farisei si collocava nella loro volontà, autocontrollo, rigidezza, nell’essere sempre e comunque a posto davanti a Dio e agli uomini. Questa è la grave accusa che Gesù muove al suo ospite: aver costruito la sua vita su un sistema di comportamenti e di idee che lo rende impermeabile all’amore di Dio, semplicemente perché non ne sente il bisogno, e proprio per questo di essere a sua volta incapaci di voler bene agli altri.

Questo atteggiamento è così simile a quello di tanti uomini oggi. Da un lato il progresso scientifico e tecnologico ci rende molto più orgogliosamente autonomi davanti a Dio e sembra che ormai il possesso di tutti i meccanismo naturali ci renda autosufficienti e senza bisogno di fare riferimento ad un aiuto esterno e superiore all’ordine naturale, cioè Dio. Ma poi, oltre questo fattore, esiste un altro atteggiamento, simile a quello dei farisei, che è credere che la nostra salvezza si trovi in un fascio di valori da osservare.

Si parla infatti molto di valori oggigiorno, addirittura individuando nella loro presenza o assenza la realizzazione del cristianesimo o meno. Si dice infatti: la nostra società si è allontanata dai valori cristiani, ecc… Ma essere cristiani, cari fratelli e care sorelle, non coincide con l’aderire a certi valori. Non basta infatti, come non bastava per il fariseo, essere irreprensibile quanto a onestà, rettitudine, correttezza, ecc… C’è bisogno di qualcos’altro, dice Gesù a quel fariseo e a noi oggi. L’unica cosa che salva è voler bene. Non basta essere corretti, onesti e giusti, se non si vuole bene. E questo per un fatto molto semplice: perché solo chi vuole bene si rende conto di essere voluto bene da Dio, e che il proprio amore non ha forza né possibilità di esistere se non si nutre di una amore ricevuto prima di tutto da Dio. Chi pensa di amare per propria capacità vuol dire che non conosce l’amore vero, cioè quello di Dio che è la fonte del vero voler bene. Infatti per noi cristiani l’uomo è fatto a immagine di Dio, pertanto non è vero uomo e vera donna se non assomiglia a Lui, cioè se non ama. L’amore che viviamo è ciò che ci lega a Dio, e chi non ama può anche essere un modello irreprensibile di onestà, ma ha tagliato i suoi legami col Signore, si è costruito come figlio di Sé e non più di Dio. è quanto afferma bene l’apostolo che dice: “per le opere della Legge non verrà mai giustificato nessuno” anche se ammettessimo che qualcuno possa rispettare a perfezione tutte le regole di rettitudine.

Questa è la radice di ogni peccato, perché questo è quello che il maligno vuole ottenere: allontanare in modo sempre più forte gli uomini da Dio, e come ci riesce facilmente illudendolo che ci si può salvare da sé, basta aderire ai valori! La prostituta è proposta invece da Gesù come un modello.

Ma come, dicono gli onesti e i corretti, quelli che fanno propri i valori della famiglia, della moralità e del decoro, una peccatrice che va contro i valori cristiani può essere un modello? Sì, paradossalmente per Gesù quella donna è meno peccatrice del fariseo perché lei sente il bisogno dell’amore di Dio, si avvicina a lui, gli dimostra tutto il suo affetto con gesti inequivocabili. Si umilia ai suoi piedi, non pretende di stare alla sua altezza, sullo stesso piano, come il fariseo, ma riconosce il proprio bisogno di essere accolta ed amata da Gesù. Questo atteggiamento è chiamato dal Signore fede: “La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!” La fede salva e non la correttezza e l’osservanza dei valori, e questa fede si  sostanzia nel sentire il bisogno di essere voluti bene da Dio per poter voler bene agli altri, riconoscendosi bisognosi del suo perdono e aiuto e incapaci a salvarsi da sé, con la propria scrupolosità e forza di volontà.

Cari fratelli e care sorelle, quanto è grande questa realtà e comprenderla e viverla ci rende liberi e felici. Impariamo a conservare nel fondo del nostro cuore la coscienza del nostro bisogno di essere amati, cioè perdonati, sostenuti, accolti da Dio, e la nostra vita, nonostante i peccati e la fragilità della nostra volontà, sarà sempre piena della benedizione della santità che è restare vicini a Lui.

Preghiere  

O Dio nostro Signore, aiutaci a riconosce sempre il nostro peccato e a vivere con umiltà il bisogno di essere perdonati da te,

Noi ti preghiamo

Aiutaci o Signore Gesù a chinarci sempre ai tuoi piedi come fece quella prostituta, perché impariamo da te a voler bene per primi e a perdonare di cuore i fratelli,

Noi ti preghiamo
 
Aiutaci o Signore Dio nostro a vincere il male con il bene, a non desiderare mai il male degli altri e ad attendere con umiltà e fiducia il perdono che libera dal male,

Noi ti preghiamo

Sostieni o Signore Gesù quanti ti invocano nelle loro necessità, aiutali, confortali e dona loro pace,

Noi ti preghiamo
 
Consola o Dio Padre misericordioso quanti sono nel dolore: i malati, gli anziani, chi è senza casa e famiglia, le vittime della guerra e della violenza. Dona a tutti loro pace e salvezza,

Noi ti preghiamo
 

Trasforma o Dio questa nostra città, manda il tuo Spirito a suscitare sentimenti di concordia e solidarietà nei cuori dove oggi albergano rancori ed egoismo,

Noi ti preghiamo.
  

Proteggi o Dio il nostro papa Francesco, sostienilo nel compito difficile di rendere più bello ed evangelico il volto della Chiesa,

Noi ti preghiamo
 

Aiuta o Padre tutti i tuoi figli a invocarti e amarti come tu ci hai amato. Fa’ che in ogni parte della terra il tuo nome venga onorato e il Vangelo ascoltato e vissuto con amore,

Noi ti preghiamo

 

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