venerdì 7 dicembre 2012

Festa dell'Immacolata concezione - 8 dicembre 2012


 

Dal libro della Gènesi 3,9-15.20

[Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?» Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato». Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai  per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».  L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.

 

Salmo 97 - Cantate al Signore un canto nuovo

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

 

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 1,3-6.11-12

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.

 

Alleluia, alleluia, alleluia.
Rallègrati, piena di grazia,
il Signore è con te.
Alleluia, alleluia, alleluia.


Dal vangelo secondo Luca 1,26-38

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».  Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Commento

 La Festa dell’Immacolata Concezione che celebriamo oggi ci coglie nel cuore del nostro cammino di Avvento. E’ una sosta opportuna, nella quale sentiamo risuonare rivolta da Dio la domanda: “Dove sei?” L’abbiamo udita pronunciare nella prima lettura da Dio verso Adamo, non a caso poco dopo che egli ha deciso di disobbedire al Padre che lo aveva appena stabilito signore della creazione. Dio, ovviamente, sa bene dove si trovano Adamo ed Eva, e il senso di quella domanda è quello di un grido di dolore, perché vede che essi hanno cominciato ad allontanarsi e a nascondersi da lui.

Il peccato, fin da quel primo peccato originale, è sempre la scelta di allontanarsi da Dio, di sfuggirlo per paura, di evitarlo come qualcosa di inquietante, da temere. Come i due primi uomini infatti anche noi abbiamo la presunzione e l’orgoglio di credere di sapere già cosa è male e cosa bene, e non abbiamo bisogno di qualcuno che ce lo insegni. Adamo ed Eva avvicinandosi all’albero del bene e del male, dopo averne mangiato il frutto, si sentono adulti, hanno imparato cosa è la vita, e possono decidere da soli la strada da prendere. È l’atteggiamento dell’uomo adulto, indipendente che, forte delle sue conoscenze, prende con decisione la strada dell’autosufficienza che lo allontana da Dio. Sì, anche noi ci sentiamo così, capaci di decidere e scegliere da noi stessi e prendiamo la strada che ci allontana da Dio, perché non sentiamo più il bisogno della sua compagnia. Anzi, come succede anche ai due primi uomini, ne abbiamo paura e lo sfuggiamo, perché la compagnia di Dio mette a nudo la pochezza della nostra sapienza e l’infondatezza della nostra sicurezza, ci scopre davanti alla vita nudi delle difese artificiose con cui noi siamo abituati a difenderci.

Ma Dio, nonostante il loro peccato e la fuga davanti a sé, cerca Adamo ed Eva, e non certo perché ne ha bisogno, ma perché  sa che da soli non sanno dove andare e cosa fare della vita che ha loro donato.

E ancora oggi Dio torna a cercare l’uomo, nascendo, a Natale, facendosi uomo perché tutti noi lo possiamo incontrare. Ma noi saremo capaci di incontrarlo? Oppure sfuggiremo nell’ubriacatura festiva e nella concentrazione su di sé e ci nasconderemo spaventati dietro le mille difese, scuse e maschere dicendoci che abbiamo molto da fare, cose più importanti a cui pensare, che ci riesce difficile uscire dall’abitudine e dalle tradizioni della ripetitività di sé per accogliere invece la novità del vangelo di Natale.

Dove sei?” dice Dio oggi anche a noi. Su che strada cammini? Quella tortuosa e avvitata attorno a te stesso, che non porta a niente se non alla fissazione egocentrica su se stesso, o su quella diritta che conduce ad uscire da sé per incontrare Dio, i fratelli e le sorelle?

In quale terreno accidentato ti sei cacciato, dove rischi di sprofondare negli avvallamenti delle illusioni di un successo e soddisfazioni facili, ma ai quali corrispondono le montagne che ci isolano da tutti e incombono pesanti e minacciose, come ostacoli insormontabili nella nostra strada?

Dove sei?” ci chiede Dio oggi, perché sa che è facile che anche noi, come Adamo ed Eva ci perdiamo su strade che non portano a niente, pur di sfuggire l’incontro con lui che mette a nudo la verità della nostra vita.

Fratelli e sorelle, a questa domanda rispondiamo con franchezza, senza nasconderci per paura e fuggire con mille scuse. Adamo ed Eva infatti davanti a Dio che li interroga non sanno nemmeno prendersi la responsabilità della loro scelta di nutrirsi dell’albero vietato e cominciano a giustificarsi e a darsi la colpa l’un l’altro. Che scena penosa: loro che si erano sentiti grandi e forti, cresciuti abbastanza da poter fare la loro strada, eccoli a scaricarsi la colpa e litigare come bambini.

Quei due non riescono ad uscire dal pantano di peccato in cui si sono immersi, perché non accettano di ammettere ciascuno la propria colpa. Sì, per potersi liberare dal peccato bisogna ammettere di averlo commesso e pentirsi, chiedendo perdono. Forse se avessero scelto questa strada sarebbero stati perdonati da Dio. È il cammino che l’Avvento ci propone: riscoprirci nudi e indifesi, spaventati di riconoscerci davanti a Dio così come siamo, bisognosi che Dio ci si faccia vicino e ci dia la vera salvezza.

Oggi, ancora una volta, la liturgia ci offre una grande opportunità. Rispondiamo alla domanda di Dio confessando la nostra distanza da lui: la paura che ci fa allontanare, l’arroganza del nostro sentirci grandi e capaci di badare a noi stessi, l’orgoglio del voler fare la strada che decidiamo da noi sulla base delle nostre esperienze o di quello che insegna il mondo. Confessiamo la forza delle abitudini che ci fanno sentire questo tempo di Avvento come qualcosa di inutile.

Se noi ammettiamo la nostra distanza da lui, il Signore la colmerà, venendo lui stesso, di sua iniziativa, a Natale verso di noi, come fece con Maria.

Fare ciò non è impossibile: Maria l’ha fatto prima di noi. In modo opportuno l’Avvento ce la presenta oggi, all’inizio del suo cammino, come un esempio e una guida. Lei non si è tirata indietro, non ha cambiato strada e non si è giustificata con la sua giovane età o fragilità femminile. Ha accolto con forza che fosse Dio attraverso l’angelo a descriverle il suo futuro: “concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine … Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio.” Maria accetta il futuro che Dio vuole per lei e risponde alla domanda di Dio “Dove sei?” rispondendo: “Sono qui, pronta a vivere il futuro che mi hai preparato.” Non fugge né si nasconde, ma accetta ceh Dio riveli la verità della sua vita umile.

Facciamo nostre queste parole, in questo tempo d’Avvento di preparazione e di attesa della realizzazione del futuro che anche per noi Dio ha preparato. E oggi vogliamo farlo in compagnia di Maria. Immaginiamocela in questi giorni vicini al parto, assieme a Giuseppe. Non fu facile per loro perché, come sappiamo, la vita li pose di fronte a difficoltà enormi, eppure erano fiduciosi della bontà del futuro che Dio aveva preparato per e che egli stesso in persona si sarebbe fatto presente nella loro vita.

Con questa fiducia di Maria anche noi incamminiamoci verso il Natale confessando oggi a Dio la nostra distanza e chiedendo a Lui la misericordia di colmarla  perché noi e il mondo intero ne abbiamo un grande bisogno.

Preghiere
Ti ringraziamo o Dio del cielo perché hai mandato il tuo Spirito su Maria, rendendola degna di divenire madre del tuo Figlio. Aiuta anche noi a ricevere con gioia la buona notizia della tua nascita.
Noi ti preghiamo
 
O Dio che stai per venire nel mondo, fa’ che confessiamo umilmente il nostro peccato e il bisogno che abbiamo d’incontrarti povero e piccolo accanto a Maria, nella mangiatoia di Betlemme.
Noi ti preghiamo
 
Ti supplichiamo Signore Gesù di preservarci dall’orgoglio e dall’autosufficienza ma, sull’esempio di Maria, fa’ che sappiamo accogliere la tua volontà per compierla.
Noi ti preghiamo
 
Proteggi e accompagna o Padre misericordioso tutti quelli che nel mondo sono in pericolo a causa della loro fede in te. Fa’ che coloro che oggi nutrono sentimenti di odio e avversione possano scoprire la vera natura del Vangelo che è annuncio di pace e salvezza per tutti. 
Noi ti preghiamo
 
Custodisci o Signore Dio il mondo intero, così disorientato e attraversato da correnti di violenza e di guerra. Fa’ che i tuoi discepoli sappiano mostrare con la loro vita che l’unico fondamento certo di ogni società è l’amore e la solidarietà che nascono dal Vangelo.
Noi ti preghiamo
 
Guida la tua Chiesa, o Pastore buono, su pascoli erbosi, perché nutriti dalla tua Parola sappiamo annunciare a tutti la buona notizia del Natale.
Noi ti preghiamo.
 
Dona guarigione e salvezza, o Dio, a tutti i poveri, specialmente a quelli che in questa stagione soffrono a causa del freddo del clima e dei cuori. Dona a ciascuno di essere accolto e amato come un fratello.
Noi ti preghiamo
 
O Medico buono delle anime e dei corpi, ti imploriamo di dare la guarigione a tutti coloro che sono malati e nel dolore. Addolcisci i cuori di chi è loro accanto e ungi con olio di misericordia la vita di chi li cura.
Noi ti preghiamo
 
 
 

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