mercoledì 26 dicembre 2012

Notte di Natale


 
Dal libro del profeta Isaia 9,1-6

Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia,  hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda. Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo aguzzino, come nel giorno di Màdian. Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando e ogni mantello intriso di sangue saranno bruciati, dati in pasto al fuoco. Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul suo regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre. Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.
 

Salmo 95 - Oggi è nato per noi il Salvatore.

Cantate al Signore un canto nuovo, +
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.


Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. +
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.
 

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito 2,11-14

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
 

Alleluia, alleluia alleluia.
Vi annunzio una grande gioia:
oggi vi è nato un Salvatore: Cristo Signore.
Alleluia, alleluia alleluia.

Dal vangelo secondo Luca 2,1-14

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Commento

Cari fratelli e care sorelle, nel buio della notte siamo usciti dalle nostre case e siamo convenuti in questo luogo. Cosa siamo venuti a cercare? Il profeta Isaia descrive: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse.”

Eppure, fratelli e sorelle, nella nostra vita quotidiana non ci sembra di vivere al buio. Ciascuno di noi ha i suoi punti di riferimento; ha il chiarore, forse flebile ma sufficiente, della propria esperienza, e poi siamo abituati a muoversi in ambienti che ci sono familiari, dove non abbiamo bisogno di luce per orizzontarci. Anche al buio in fondo ci troviamo bene, basta farci l’abitudine. Infatti anche Isaia afferma che il popolo già “camminava nelle tenebre” e, in un certo senso, si è reso conto di ciò solo quando “ha visto una grande luce”.

È il buio di questo tempo di crisi, con le sue contraddizioni e le paure per il futuro, ma anche il buio della difficoltà che incontriamo spesso nei rapporti, in famiglia, con gli amici. Spesso si procede a tentoni e nel buio il volto di chi ci sta accanto resta sconosciuto, è impossibile conoscersi a fondo. Nel buio vediamo solo un breve tratto di strada davanti a noi, le lunghe prospettive ci sono oscure. Nel buio il panorama attorno ci è estraneo e ostile e preferiamo facilmente concentrarci su noi stessi, su quello che proviamo al nostro interno, sulle nostre reazioni, sui malesseri, le insoddisfazioni.

In queste situazioni si verificano talvolta momenti di chiarezza, come dei lampi di luce che in qualche modo ci fanno essere coscienti che sì, il buio ci avvolge. È un dolore improvviso e inatteso che ci coglie senza risorse, oppure un incontro, una persona, una storia che ci colpisce. Accade che allora ci interroghiamo e ci rendiamo conto che sì, al buio si sta male e che abbiamo un grande bisogno di luce nella nostra vita personale.

Per questo abbiamo attraversato la notte buia, le strade deserte, per venire qui, dove il Vangelo ci annuncia che una luce è venuta, e non solo per un lampo improvviso e passeggero, ma per restare con noi. È il Vangelo del Natale che abbiamo ascoltato.

L’evangelista Luca narra infatti come accanto al luogo dove nacque Gesù “C’erano … alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce.” Essi furono i primi testimoni di quell’evento straordinario: Dio è nato per stare con noi, ha eliminato ogni divisione e distanza, ha riempito il vuoto di Dio che rende scura e fredda la terra.

Ma come mai si manifesta proprio a quei pastori? Il Vangelo azzarda un perché: “pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge.” I pastori sono raggiunti dal chiarore della nascita di Dio perché stavano all’aperto e vegliavano. Sì, la luce del Natale non penetra dentro le stanze delle case, non entra nei portoni blindati e nelle finestre chiuse. C’è bisogno di uscire dai luoghi riparati e nascosti nei quali spesso ci rinchiudiamo, per vivere nelle strade dove si incontra la gente, dove siamo posti di fronte ai piccoli e grandi drammi della vita. Ma spesso noi rifuggiamo dall’essere coinvolti da questo e preferiamo il chiuso.

E poi quei pastori vegliano, cioè non dormono. È il sonno con cui spesso noi preferiamo rinchiuderci in noi, cullandoci nei sogni individuali, che passano facilmente ma sono semplici e rassicuranti, meglio dello spettacolo della realtà, dura e inquietante.

Perché il bagliore di un attimo o di una situazione diventi allora un fascio di luce costante c’è bisogno di vivere come i pastori, all’aperto e con gli occhi aperti davanti a mondo, con le sue bellezze e le sue brutture, con le sue domande e i suoi enigmi. Dentro casa tutto sembra più semplice, ma solo perché c’è buio. Tante volte vivere nel ristretto ambito della propria famiglia, ignorando gli altri e rinchiudendosi nelle mura casalinghe ci fa illudere di avere la pace, ma gli uomini sono gli stessi e la vita è la stessa che fuori, solo che nel buio possiamo far finta di niente, ignorarla e pensare solo a noi stessi.

E solo all’aperto, per le strade e in mezzo alla moltitudine, non solo si sente il freddo della notte, ma si incontrano anche gli angeli. Essi non sono, come già dicevamo domenica scorsa, solo quegli esseri paffuti e fanciulleschi delle illustrazioni natalizie, ma le persone e le situazioni che ci parlano di Dio. Essi non bussano alle porte delle case, ma si rivolgono a chi accetta di incontrare gli altri. Gli angeli nella nostra vita sono i poveri, nei quali Dio stesso parla. Dice Gesù: “avevo fame e mi avete dato a mangiare, avevo sete, ero straniero, ero carcerato, ecc…” (Mt 25). Proprio nei più poveri Gesù, nato povero in una stalla, ci si rivolge con lo sguardo, con la parola, con la semplice presenza che ricorda quanto bisogno c’è di qualcuno che voglia bene. Sì, noi possiamo farne a meno, abbiamo le nostre risorse, ma chi è povero senza qualcuno che gli voglia bene e lo aiuti non ce la fa a vivere. Pensiamo a chi è senza casa, come Gesù appena nato, a chi è emigrato e fugge dalla miseria e dalla guerra, come Gesù profugo in Egitto perché Erode vuole ucciderlo, pensiamo a chi è perseguitato, torturato, disprezzato, come Gesù nella sua passione.

Ecco allora che questo Natale è un’occasione che ci viene offerta per uscire dal buio: perché continuare a sopportare una vita diminuita e vissuta a metà? Perché non cercare quella luce che è Gesù che chiede di nascere anche nella nostra vita e ci si rivolge con la sua Parola proclamata qui, nella sua casa, e con la richiesta di aiuto dei poveri?

Forse siamo venuti qui solo per una pia abitudine, per una tradizione che ripetiamo stancamente. Ma qui abbiamo trovato la luce vera, quel Gesù che è Dio che vuole stare con noi, che ci illumina il vostro dei fratelli e la strada su cui camminiamo. Allora, come fecero i magi, torniamo a casa da un’altra strada, cioè iniziamo un cammino nuovo che ci riporta alle nostre case ma rinnovati dentro. Ora lo sappiamo, la luce esiste, non possiamo più fingere di non riconoscere nei poveri quel Gesù che in questa notte ci si è rivelato indifeso, debole, bisognoso di protezione e aiuto come un bambino appena nato. La luce del Signore ci si è mostrata, cerchiamola da oggi ogni giorno della nostra vita, ed essa ci guiderà verso quella pace vera di cui Cristo è re e Signore.

Preghiere


Ti preghiamo o Signore Gesù, illumina la nostra vita al buio, scalda i nostri cuori e rendici partecipi della notizia sconvolgente della tua presenza in mezzo a noi,

Noi ti preghiamo

Fa’ o Padre misericordioso che non preferiamo restare al buio delle nostre stanze chiuse, ma uscendo per la strada incontriamo i fratelli e le sorelle, le loro domande e le loro gioie per giungere insieme ad incontrarti,

Noi ti preghiamo

Aiuta o Dio chi ha bisogno di sostegno e consolazione: chi è nel dolore e in affanno, chi è schiacciato dal male e porta i segni della povertà. In questa notte dona loro pace e salvezza,

Noi ti preghiamo

Sostieni con la tua forza o Dio quanti si incamminano verso il luogo della tua nascita e ti cercano nonostante il freddo e il buio. Aiutali a giungere presto ad incontrarti e a gioire della tua vicinanza,

Noi ti preghiamo

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