venerdì 7 dicembre 2012

I domenica di Avvento - 2 dicembre 2012


Dal libro del profeta Geremia 33,14-16

Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d'Israele e alla casa di Giuda. In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra. In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia.

 

Salmo 24 - A te, Signore innalzo l'anima mia

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,

insegnami i tuoi sentieri.

Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,

perché sei tu il Dio della mia salvezza.


Buono e retto è il Signore,

indica ai peccatori la via giusta;

guida i poveri secondo giustizia,

insegna ai poveri la sua via.


Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà

per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.

Il Signore si confida con chi lo teme:

gli fa conoscere la sua alleanza.

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési 3,12-4,2

Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell'amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi. Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio - e così già vi comportate -, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù.

 

Alleluia, alleluia.

Mostraci, Signore, la tua misericordia
e donaci la tua salvezza.
Alleluia.

 

Dal vangelo secondo Luca 21,25-28,34-36

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saran­no segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le po­tenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nu­be con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risol­levatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'im­provviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Ve­gliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di com­parire davanti al Figlio dell'uomo».

 

Commento

Cari fratelli e care sorelle, si apre oggi l’Avvento che, come tutti sappiamo, è il tempo di preparazione e attesa che il Signore Gesù venga fra noi. Sono quattro settimane in cui la liturgia ci invita, attraverso le parole dalla Scrittura, a essere vigilanti e pronti a cogliere i segni che ci preparano alla venuta del Signore.

Ci sono tante diverse aspettative che segnano il nostro tempo. La realizzazione di progetti, il compimento di aspirazioni. Sono gli “auguri” che ci scambieremo nelle prossime settimane, a Natale e Capodanno, perché tutto vada bene a ciascuno di noi. In genere sono aspettative individuali: che a me accada qualcosa, che si realizzi un mio progetto o sogno; che io ottenga qualcosa.

Allo stesso tempo però viviamo tutti un grande timore del futuro, segnato dalla crisi economica e dall’incertezza, e l’augurio spesso nemmeno è perché si realizzi qualche novità eclatante, quanto piuttosto che si mantenga almeno quello che già abbiamo.

È più forte infatti il timore di ricevere cattive notizie che la speranza di riceverne di buone. Il clima generale in cui viviamo ci spinge dunque a sperare che tutto resti così com’è e, almeno, non si vada indietro.

L leggi che regolano il mondo sono rigide, l’economia, le grandi potenze, le norme sociali, cosa posso sperare io di cambiare? Che forza ho io per poter augurare una novità che vada contro il solito modo di andare del mondo? Paradossalmente in un mondo in cui il progresso tecnologico e scientifico sembra rendere tutto possibile, poi, nella pratica, tutto è bloccato e sembra impossibile fare alcunché di nuovo e aspettarsi chissà cosa: meglio volare basso per non essere delusi.

Davanti a questo senso di impotenza e di impossibilità il Natale diviene allora un’occasione per stordirci, non pensare, distrarci attraverso il consumismo e le tradizioni.

Alle porte di questo nuovo tempo di Avvento che si apre oggi ci vogliamo chiedere: possiamo accettare di restare schiavi dell’impotenza e della paura, riaffermare che niente di nuovo e diverso è possibile e stordirci per non pensarci ? E’ una scelta, una decisione da prendere, perché anche lasciarsi trascinare dalla corrente di come fanno tutti è una scelta.

Davanti a questo quadro il brano del profeta Geremia che abbiamo letto ci propone una visione diversa: “In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra.” Egli parla mentre si trova in carcere, nella città di Gerusalemme assediata dal forte esercito del re di Babilonia. Eppure Geremia non è prigioniero del presente suo e di tutto il popolo. La sua visione scavalca il muro di impossibilità, di rassegnazione, di impotenza e annuncia  un tempo nuovo di giustizia che Dio farà sorgere. Ad essere realisti Geremia non ne può scorgere i segni. Tutto sembra negarlo, eppure Dio lo promette. Davanti ad una realtà difficile, come quella di oggi, l’uomo di Dio si fida della Parola e guarda oltre il muro dell’impossibilità che sembra così solido e invalicabile. Anche il vangelo di Luca descrive un tempo difficile, anzi terrificante: “Vi saran­no segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra.” Cosa di buono ci si potrebbe aspettare davanti a tanto male? Ma l’evangelista prosegue: “Quando cominceranno ad accadere queste cose, risol­levatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.” E “Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nu­be con grande potenza e gloria.

Il vangelo ci propone una strada: Risollevati e alza il capo, solleva lo sguardo da te stesso, dal piccolo mondo di disillusioni e paure e guarda invece la prospettiva larga del vangelo. Non è la prospettiva mia individuale, ma è larga e coinvolge tutto il popolo. Qualcosa di grande sta per accadere, la salvezza dal presente incerto e un futuro diverso. Ma per fare questo bisogna mantenere gli occhi del cuore ben aperti e far entrare nel nostro orizzonte gli altri, i tanti che in genere non consideriamo nemmeno. Dice Luca: “che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'im­provviso” Stiamo attenti a non ubriacarci nel clima natalizio consumista e tradizionale che ci spinge a pensare a noi stessi e a stringere il nostro orizzonte ad una cerchia stretta, perché così non saremo capaci di vedere la visione dell’uomo di Dio e quel giorno, cioè il Natale ci passerà davanti inutile e scontato, una ulteriore occasione persa per essere più felici.

Ma cosa è questa visione di cui parlano Geremia e il Vangelo? In un tempo di ingiustizia il profeta Geremia parla della realizzazione di un mondo giusto. Anche oggi ce n’è un gran bisogno, e il tempo di Natale spesso è proprio un indicatore che segna la differenza fra chi è nell’abbondanza e spreca il più possibile  all’insegna dell’ubriacatura consumista e chi invece non ha motivo di festeggiare la venuta di Gesù. Per questo, come è ormai tradizione a S. Croce, noi vogliamo a Natale festeggiare con le persone più povere che durante l’anno aiutiamo. E’ un segno di giustizia, un gesto che riafferma che la povertà di tanti è una ingiustizia che non accettiamo come normale. Per questo le domeniche di Avvento saranno dedicate a raccogliere le offerte per imbandire la Tavola del Natale qui in chiesa con i circa 200 poveri che l’anno scorso hanno festeggiato con noi. E’ un segno concreto, una visione di giustizia che ci vogliamo portare nel cuore e che ci aiuta a non ubriacarci nell’affanno consumista ma ad alzare lo sguardo in alto verso l’attesa di una novità grande. È una visione larga e nelle quale accogliere tanti, libertà dalla prigione dell’io e del mio che intorpidisce il cuore e rende schiavi della paura.

Don Roberto.

 


 

Preghiere

 

O Signore nostro Dio che vieni a visitarci, aiutaci a vivere questo tempo nell’attesa della tua venuta, perché non siamo distratti e presi da noi stessi, ma attenti ai segni che preparano il tuo Avvento.

Noi ti preghiamo

 

Signore, ti preghiamo, vieni presto fra di noi, porta la giustizia che tanti invocano e abbatti i muri di separazione e di odio che dividono gli uomini.

Noi ti preghiamo

 

 Signore, ti preghiamo, vieni presto fra di noi, e porta la pace nei tanti luoghi dove ora infuria la guerra e il terrorismo. Fa’ che presto nessuno muoia più per la mano violenta dell’altro uomo

Noi ti preghiamo

 

Signore, ti preghiamo, vieni presto fra di noi, porta il bene dove ora il male tiene gli uomini in suo potere. Porta guarigione e salvezza agli ammalati e conforto a chi è nel dolore.

Noi ti preghiamo

 

O Signore, ti chiediamo perdono perché spesso non vediamo la necessità che tu venga presto a salvarci. Liberaci dalla cecità del cuore e dalla pesantezza degli occhi perché impariamo a sentire l’invocazione dei tanti che aspettano con impazienza la salvezza che viene da te.

Noi ti preghiamo

 

Dio Padre del cielo, che hai tanto amato gli uomini da mandare il tuo figlio unigenito per la nostra salvezza, fa’ che questo nostro mondo diviso e spaventato sappia far spazio all’Emanuele, Dio-con- noi.

Noi ti preghiamo.

 

O Signore insegnaci a fare nostre le visioni grandi degli uomini di Dio. Fa’ che non viviamo ripiegati su noi stessi, attenti solo ai nostri piccoli drammi, ma aperti ad un mondo che abbracci la vita di tanti, specialmente dei più poveri.

Noi ti preghiamo

 

O Cristo che sei venuto, ma i tuoi non ti hanno accolto, fa’ che noi, tuoi discepoli, sappiamo allargare lo spazio dell’accoglienza e della solidarietà, perché il mondo divenga sempre più un luogo dove ciascuno è amato e aiutato.

Noi ti preghiamo

 

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