martedì 11 dicembre 2012

Preghiera di mercoledì 12 dicembre - II settimana di Avvento



 

Dal Vangelo di Luca, 2, 25-38

25Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch'egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

"Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
31preparata da te davanti a tutti i popoli:
32luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele".

 Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: "Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35- e anche a te una spada trafiggerà l'anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori".

36C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

 Commento

Cari fratelli e care sorelle, viviamo in queste settimane il tempo benedetto dell’attesa della venuta del Signore Gesù, occasione opportuna per interrogarci con profondità sul nostro modo di vivere. Non a caso questo tempo di avvento si è aperto, due domeniche fa, proprio con la domanda di Dio rivolta ai primi uomini: “Dove sei?” Adamo ed Eva infatti si nascosero dallo sguardo di Dio per vergogna della loro nudità.

È la distanza del peccato che da quel primo giorno si è come insinuata fra l’uomo e Dio, distanza che noi aumentiamo scegliendo di nasconderci dallo sguardo di Dio che rivela la nostra nudità di uomini fragili e deboli, poveracci senza protezione e difesa. Eppure proprio per questo fuggiamo spaventati e cerchiamo le false sicurezze e la falsa forza che possano rivestirci e darci tranquillità. È la storia dell’umanità che è segnata in tanti momenti dalla fuga dell’uomo da Dio e che ancora oggi continua in tanti modi diversi. Ma ecco che una notizia sconvolgente viene comunicata dall’angelo a Maria: Dio vuole annullare questa distanza dall’uomo e nasce in mezzo a noi!

È la notizia dell’avvento di Dio, a cui noi ci prepariamo in queste settimane.

Oggi lo vogliamo fare incontrando le due figure di anziani che il Vangelo di Luca ci presenta nel loro farsi incontro a Gesù appena nato. Simeone e Anna sono avanti nell’età, che cosa si possono ancora aspettare dalla vita? È normale, pensiamo tutti noi, che dopo tanti anni vissuti non ci si aspetti più molto. Tanto più quando la malattia, e la fragilità fisica, a volte l’abbandono della famiglia e l’isolamento sociale, sembrano dire ogni giorno che c’è più niente di buono da aspettarsi.

Eppure dice l’Evangelista: “un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele” e di Anna afferma: “parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme”. Proprio quei due anziani riconoscono Gesù in quel bambino, perché attendevano con fiducia e impazienza la salvezza promessa da Dio. Sì quei due vecchi sono l’uomo e la donna dell’avvento, perché non fuggono davanti al Signore, come facevano Adamo ed Eva, ma proprio perché sono deboli e bisognosi accolgono con gioia Gesù, Dio fattosi uomo per soccorrere la debolezza e stare accanto a chi è fragile.

Spesso proprio dalle loro parole possiamo imparare che la vita non finisce con l’indebolirsi del corpo, ma anzi proprio allora si può scoprire una forza interiore che viene dalla preghiera e dall’amore per gli altri che rende anche chi è vecchio ancora più utile e prezioso per tutti. Viene sconfitta nell’amicizia con chi è anziano l’idea mondana dell’inutilità, anzi, del peso che si diventa da anziani per la famiglia e la società, idea disumana che Simeone e Anna smentiscono con la loro gioiosa accoglienza di Gesù appena nato. Pochi infatti, oltre a loro, sono quelli che si sono accorti della nascita del Salvatore nella città dei giovani e dei forti, distratta e rumorosa. Ancora oggi gli anziani ci insegnano che la fragilità e la povertà non va temuta e fuggita, ma anzi è una risorsa che fa vivere con speranza l’attesa della salvezza che Dio promette a chi lo cerca.

In questi giorni allora, assieme a Simeone, Anna e ai tanti anziani che a Terni e nel mondo intero sono soli, abbandonati e spesso dimenticati da tutti vogliamo stringere un’alleanza fatta di amore e di preghiera, perché il Signore che viene non ci trovi impreparati e distratti, ma desiderosi di vederlo presto fra noi. E il segno più sicuro della presenza di Gesù, ce lo insegna lui stesso, è proprio quando con l’amore un fratello vince la solitudine del fratello e sostiene la debolezza della sorella: “dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20). 

Preghiamo allora perché in questo tempo di Avvento sappiamo partecipare anche noi all’attesa fiduciosa di tanti anziani, sostenere con il nostro affetto e la preghiera la loro invocazione di vita benedetta dall’incontro con lui e dall’amicizia dei fratelli. È un modo con il quale possiamo dare un contenuto all’avvento e dire con entusiasmo e convinzione: “Signore vieni presto in nostro aiuto!

 

Nessun commento:

Posta un commento