giovedì 9 febbraio 2012

Epifania del Signore



Dal libro del profeta Isaia 60,1-6

Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza delle genti. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Màdian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore.


Salmo 71 - Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.  

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.



Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 3,2-3a.5-6

Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero. Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.


Alleluia, alleluia, alleluia.
Abbiamo visto la tua stella in oriente
e siamo venuti per adorare il Signore
Alleluia, alleluia, alleluia.

  

Dal vangelo secondo Matteo 2,1-12

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.



Commento


Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo” dicono i Magi venuti da lontano quando arrivano a Gerusalemme. Cari fratelli e care sorelle, quando ascoltiamo della venuta di questi tre personaggi un po’ misteriosi ci coglie sempre un po’ di stupore. Come avranno fatto a vedere quel segno nella “confusione” del cielo affollato di stelle? Come poterono interpretarlo e intraprendere un viaggio lungo e difficile sulla base solo di quel segno?

Sono domande che ci poniamo, noi gente che, vuoi perché apparteniamo ad un’epoca più evoluta, vuoi perché abbiamo fatto una certa esperienza della vita, facciamo fatica a capire tanto ingenuo entusiasmo per una nuova stella che appare. E poi, diciamoci la verità, di questi tempi chi ha voglia di mettersi a scrutare il cielo per cercare un segno? Sono tempi difficili: i telegiornali parlano di crisi economica e di violenza, la disoccupazione aumenta, il mondo è confuso come non mai. Tutto questo si addensa sulle nostre teste come nuvole, una nebbia che rende impossibile, anche a volerlo, vedere il cielo, figuriamoci una stella! Eppure, nonostante tutto, il profeta Isaia ci esorta: “Àlzati… perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te.”

In momenti come questi ci viene difficile alzare lo sguardo, è più facile che ci fissiamo sul basso, su ciò che è vicino e familiare perché ci rassicura in un tempo in cui le certezze vengono meno “ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te” continua il profeta. In tempo di buio e di ristrettezze il messaggio che prevale è quello del pensare a sé, del preoccuparsi del proprio futuro e di cercare una strada per se stessi.

Ma a Natale una luce è stata accesa sopra le nostre teste. È la luce di qualcuno nato per salvare il mondo e non solo se stesso. È qualcuno di grande, Dio, che si è abbassato e si è fatto piccolo proprio per amore degli altri. È solo questo amore così grande e l’interesse per l’altro che riesce a illuminare il buio della notte. L’annuncio della nascita del Salvatore è come una stella splendente, che vince la caligine, il buio, la nebbia, se abbiamo il coraggio di alzare lo sguardo su colui che è nato per salvare gli altri e non se stesso.

Eppure, come dicevo, tante sono le stelle del cielo sopra di noi, a quale dare retta? Ognuna ci indica una via per salvare se stesso: la stella del benessere economico ci indica la via dell’arricchimento come garanzia per il futuro; la stella del consumismo ci indica la via del comprare come sicura felicità; la stella del tradizionalismo ci indica la ripetizione dei riti sociali, come quelli delle feste natalizie, sempre uguali a se stessi, come certezza di continuità; la stella del successo, della competizione, dell’emergere ci invita a farci strada per restare a galla fra le difficoltà, ecc… ognuna di queste stelle si presenta come ragionevole, normale, accattivante e sicura. Ognuna  sembra capace di garantire a se stessi sicurezza e salvezza. Ma in mezzo al coro delle tante stelle dei nostri cieli ne appare una nuova: la stella del Signore Gesù. “Abbiamo visto spuntare la sua stella” dicono i Magi come bambini, e loro l’hanno riconosciuta perché ha lo splendore di una novità: mai Dio si era fatto così vicino. Sì, a ben vedere le stelle di prima sono vecchie come l’uomo. Da sempre ci si affida a loro, anche se poi quotidianamente vediamo attorno a noi che non possono mantenere quello che promettono e non danno la salvezza.

La stella del Salvatore Gesù invece compare nuova, luminosa. Ma chi se ne accorge? Solo i Magi la scorgono perché continuano a cercare, non dimettono, nonostante l’età avanzata e la loro sapienza, la dimensione della ricerca di ciò che può farli felici veramente. Sono ingenui e credono a quella novità, rischiano un viaggio lungo, e alla fine incontrano il Signore Gesù. L’ingenuità e il rischio di un viaggio viene premiato con l’incontro con colui che non nasce per salvare se stesso, anzi viene per salvare il mondo. Loro, che nemmeno erano ebrei, si accorgono che quel bambino, piccolo e umile, porta in sé la forza più potente del mondo, l’amore di Dio, intuiscono che proprio lui realizza le promesse antiche di salvezza dell’uomo.

Anche Erode e i sapienti di Israele conoscono quelle promesse, tanto che le ripetono facilmente: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele” ma non cercano più una novità nella loro vita: pensano di possedere già cosa li salva: il ruolo, il potere, la ricchezza, e la nascita di qualcosa di nuovo li spaventa e lo vogliono eliminare: “All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.” Sì, chi non cerca più, chi crede di avere già capito e imparato tutto non vede la stella nuova che è la Parola di Dio che ci indica in questo Natale il luogo in cui incontrare la nostra salvezza.

Quante volte anche noi giudichiamo il vangelo troppo ingenuo, come erano quei magi che “Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima.” Giudichiamo imprudente lasciare la strada vecchia e intraprenderne una nuova dietro quella luce sorta nella notte. Pensiamo che sia tempo perso dare retta a quel Vangelo troppo semplice. Ci parla di una vita spesa per voler bene agli altri, di una salvezza che viene dal dare più che dal prendere, di una pienezza di vita che viene dal beneficare gli altri più che dal mettere al sicuro se stessi. Quei Magi hanno capito quel messaggio e lo vivono: “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.” Quei tre misteriosi personaggi vedono un bambino e una madre e si prostrano adorandolo. Si fanno toccare il cuore, colgono quanto è meravigliosa l’umiltà di Dio e offrono quanto di più bello e prezioso hanno: oro, incenso e mirra. Mettono tutto ciò che hanno a disposizione del più piccolo e indifeso: un bambino.

Fratelli e sorelle imitiamo i Magi e con la stessa loro ingenuità scrutiamo il cielo della vita per cogliere la novità che viene dal Vangelo. Rispetto a loro noi siamo privilegiati e abbiamo una stella sicura: basta ascoltare la Parola di Dio e scorgere in lei la stella nuova che appare brillante. Ci parla di cose semplici, luminose, alla portata di tutti: voler bene, essere generosi, spendersi per gli altri, non pensare solo a sé, … Lasciamoci guidare da quelle parole e incontreremo Gesù in carne e ossa.

Ieri in questa chiesa si è realizzata la scena che oggi abbiamo ascoltato descritta dal Vangelo. Proprio qui la stella dell’amore per gli altri ci ha condotti a riunirci insieme a tante persone umili e bisognose, come i pastori, che cercavano la gioia della festa. Con loro abbiamo voluto aprire ciascuno i propri scrigni e offrire ciò che di più bello abbiamo: l’accoglienza, la familiarità, l’affetto, la tenerezza. Ci siamo tutti scoperti ricchi, perché ci siamo chinati davanti all’umiltà di umanità bambine. Non eravamo qui per ricevere, ma per donare gratuitamente e largamente, e ci siamo ritrovati più ricchi e sazi di bene. Sì, ieri in questo luogo, e sempre dove i poveri sono accolti ed amati, il bambino che è Gesù porta la salvezza di una gioia e di una vita che non finisce. Allora possiamo ben dire che l’immagine di ieri della festa di Natale coi poveri è, in questo tempo di buio, l’icona del natale più vera: ci si salva non pensando a se, non accumulando e rivendicando per sé, ma donando agli altri.

Sì, siamo stati condotti a vivere la festa del Natale con i poveri dalla stessa del Vangelo, e abbiamo incontrato il Signore in loro: nel fratello bisognoso, nella sorella in difficoltà, in chi è solo, in quelli che tutti scansano perché molesti, fastidiosi a guardare, umiliati dalla vita. Nel loro volto abbiamo riconosciuto i tratti di un bambino bisognoso di cure, che vuole essere protetto e voluto bene. In chi ci sembrava scontroso o ci faceva magari anche timore, abbiamo riconosciuto il bisogno di tenerezza e di affetto che ha ogni piccolo. Allora anche noi scopriremo di avere in noi cose preziose e belle da offrire e che la nostra salvezza sta nel donarle generosamente senza tenere tutto egoisticamente per sé. Ci siamo scoperti capaci di essere veri fratelli e vere sorelle, che è cosa preziosa come l’oro; ci siamo scoperti capaci di ridare fiducia e speranza, che è come un profumo di incenso; ci siamo scoperti capaci di consolare, che è un unguento che come la mirra cura tutte le ferite.

Fratelli e sorelle, i Magi dopo aver incontrato il Signore “per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.” Sì, dopo aver gustato la bellezza del vangelo vissuto le strade di prima non ci sembrano più così attraenti. Forse sono più comode e dritte, ma non sono più le nostre. Hanno tante stelline ammiccanti, come le lucine dell’albero di natale, ma le scopriamo posticce e finte. Forse sono più sicure e note, ma non ci portano qui, cioè al luogo dove i fratelli le sorelle si amano e si riconoscono tali perché sanno chinarsi davanti al bambino piccolo, indifeso e bisognoso di cura e affetto che scopriamo in ogni uomo e donare ciò che di più bello e prezioso hanno: la capacità di voler bene e donare gratuitamente.

Preghiere

Ti preghiamo Signore perché come i Magi sappiamo cercare nel cielo della vita la novità del Vangelo. Aiutaci a non avere paura del buio del nostro tempo, e a seguirla con ingenuità ed entusiasmo.
Noi ti preghiamo


O Signore Gesù, fa’ che anche noi sappiamo donare ciò che abbiamo di più prezioso e bello a chi ne ha bisogno. Insegnaci la generosità dei Magi che offrirono i loro doni ad un bambino che non poteva dare loro niente in cambio.
Noi ti preghiamo


O Padre del cielo che hai donato il Figlio unigenito per la salvezza degli uomini, fa’ che siamo degni di incontrarlo bambino in ogni uomo e donna più piccola. Insegnaci a chinarci sui poveri e gli umili, per poterli riconoscere nostri fratelli e sorelle.
Noi ti preghiamo


Signore Gesù, non sdegnarti dell’indifferenza di tanti, e torna a nascere nei cuori di chi ti attende con fiducia. Fa’ che anche noi siamo pronti a cercarti e, seguendo la stella della tua Parola, possiamo trovarti un giorno nell’umiltà delle parole buone e semplici del Vangelo.
Noi ti preghiamo


O Padre di eterna bontà, guarda con amore a questo mondo ancora così sconvolto dalla guerra e dalla violenza. Guarisci le ferite di quanti sono colpiti, accogli chi è stato ucciso, consola chi è nel dolore, da’ rifugio a chi è profugo e senza tetto.
Noi ti preghiamo

Cristo Gesù che nascesti circondato dall’indifferenza della gente e dall’ostilità dei potenti, suscita nei cuori di chi compie il male sentimenti di umanità, perché mai nessun bambino sia più minacciato di morte. 
Noi ti preghiamo


Come i Magi cambiarono strada una volta che ti ebbero incontrato, fa’ o Signore che lasciamo le strade abituali del pensare a sé e impariamo le vie dell’umanità e dell’amore per tornare alle nostre case come uomini e donne rinnovati.
Noi ti preghiamo

O Dio che hai a cuore la salvezza del mondo intero, fa’ che tutti i cristiani ti annuncino come l’unico che può salvare la vita e testimonino la forza del tuo amore che vince ogni male.
Noi ti preghiamo

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