giovedì 9 febbraio 2012

III domenica del tempo ordinario




Dal libro del profeta Giona  3, 1-5. 10

Fu rivolta a Giona questa parola del Signore: «Alzati, va' a Nìnive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico». Giona si alzò e andò a Nìnive secondo la parola del Signore. Nìnive era una città molto grande, larga tre giornate di cammino. Giona cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta». I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli. Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.



Salmo 24/25 - Fammi conoscere, Signore, le tue vie.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.



Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 7, 29-31

Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d'ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l'avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!



Alleluia, alleluia alleluia.

Il regno di Dio è vicino; 

convertitevi e credete nel Vangelo.

Alleluia, alleluia alleluia.



Dal vangelo secondo Marco 1, 14-20

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.



Commento

Cari fratelli e care sorelle, come anche domenica scorsa, il Vangelo ci offre oggi la visione di alcune persone che incontrano la forza di una Parola che cambia la loro vita. Vediamo infatti una città intera, Ninive, cambiare radicalmente perché ascolta l’annuncio che Giona fa circa il fatto che il suo modo di vivere porta alla propria autodistruzione. Addirittura una città intera, una importante capitale di un regno forte e potente si piega docilmente alla forza contenuta nella Parola di Dio che la mette in guardia dal pericolo di usare male la propria vita. E’ la forza delle parole che il profeta annuncia, facendosi portavoce di Dio, che li spinge a lasciare quello che stavano facendo, le occupazioni abituali per seguire un cammino diverso. Lo stesso accade, come già abbiamo visto domenica scorsa, ai primi apostoli chiamati da Gesù mentre erano intenti al loro lavoro di pescatori.

In genere ciò che persuade gli uomini ad affrontare la fatica di una svolta decisiva nella loro vita è una prospettiva di guadagno o di acquistare potere e fama. Chi, ad esempio, cambierebbe città o addirittura Paese, come fanno quei semplici pescatori, se non per l’offerta di un lavoro migliore? Per cosa altro varrebbe la pena di rischiare e faticare così tanto?

Gesù però non prospetta un miglioramento sociale o economico. Piuttosto egli parla di un tempo che si sta per compiere e di un Regno che sta per aprirsi: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”. Gesù cioè parla del passaggio da una fase della storia ad un’altra. È una prospettiva larga e che non interessa solo il loro individuale futuro. Anzi proprio questo Gesù afferma: è l’ora di inserire la propria storia in un orizzonte più largo, in un passaggio d’epoca che coinvolga il mondo intero. In entrambe i casi sembra una pretesa eccessiva: Dio vuole far convertire una città intera così grande che ci volevano tre giorni per attraversarla tutta, e usa un solo uomo, Giona. Ed ora vediamo Gesù che chiama quattro semplici e umili pescatori a imprimere una svolta alla storia dell’umanità. Sì, Dio ha l’ambizione di usare l’umiltà dei poveri mezzi che siamo ciascuno di noi, con tutti i nostri limiti e peccati, per compiere il suo disegno grandioso. Come potremo mai essere all’altezza? Ci chiediamo oggi. Ce lo dice lui stesso: “convertitevi e credete nel Vangelo”. Giona chiamato da Dio a farsi suo portavoce parte ed esegue fedelmente l’incarico ricevuto, e il risultato è la salvezza della grande megalopoli. Così anche Andrea, Simone, Giacomo e Giovanni si lasciano facilmente convincere e affidano a Gesù tutto il loro futuro, e non saranno delusi.

Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino” afferma Gesù. Per quei tempi in cui le società erano spezzettate in tanti piccoli regni e potentati, mettersi sotto la protezione di un re forte era una garanzia contro i rischi di essere attaccati o anche uccisi da un nemico più arrogante. La restaurazione di un Regno forte e sicuro come quello di Dio dava conforto agli animi degli ebrei, esacerbati dall’oppressione del dominio dei romani che angariavano gli Ebrei.

Oggi i tempi sono cambiati. Nessuno vuole mettersi sotto il dominio di qualcuno, si proclama la propria indipendenza e ognuno pretende di essere re a se stesso. Da me so difendermi e nessuno come me stesso è capace di capirmi e volermi bene, di proteggermi e garantirmi. Eppure fratelli e sorelle, quanto è illusoria questa pretesa! Sì, in un tempo in cui si afferma l’individuo e il suo orgoglioso ergersi come unico padrone di se stesso, mai come ora si sviluppano forme di schiavitù forse più subdole, ma proprio per questo meno evidenti e più invincibili. Mi riferisco, ad esempio, alla schiavitù del materialismo che ci domina, determina ogni nostra decisione, piegandola alle logiche della convenienza e del vantaggio economico e di posizione. Tutto si valuta monetariamente, tutto si sceglie in base a questo. In questa logica siamo tutti l’uno contro l’altro, rivali e nemici. Chi che è improduttivo va soppresso, chi non ha potere d’acquisto non conta, l’individuo vale per quanto può spendere. Ma fratelli non è questa una schiavitù pesante che ci incatena a logiche disumane, ci rende ciechi e sordi alla voce dello spirito, cioè di tutto ciò che non è grettamente materiale, di ciò che è apparentemente inutile, ma rende la vita più umana, come l’amore, l’amicizia, la pietà, la solidarietà?

Pensiamo poi all’altra grande schiavitù che è l’individualismo: la cultura del nostro tempo esalta il singolo, la capacità di essere autosufficiente e senza bisogno di nessuno. Si dice che la più grande disgrazia è avere bisogno di qualcuno, si proclama che la vera felicità è poter fare a meno di tutti. Ma questa logica non ci rende forse schiavi della paura di perdere la forza, la salute, la giovinezza, fino a maledire una vita che si prolunga negli anni perché si diventerà comunque, alla fine, bisognosi degli altri?

Si potrebbe parlare di molte altre schiavitù: schiavitù dall’abitudine a non pensare e a credere solo alla televisione; schiavitù di circoscrivere i propri orizzonti umani solo a quello che riguarda me, fino a divenire gretti e ignoranti; schiavitù dell’ambizione di successo come ci è presentato dai mass media, spesso volgare, squallido, violento; ecc…

Davanti a tutte questi re che bramano di impadronirsi della nostra vita per dominarla, Gesù nel Vangelo ci propone di entrare in un tempo nuovo in cui regna una signoria diversa, quella di Dio. Noi ci sentiamo umiliati a dover chinare il capo, ci sembra una capitolazione dalla nostra autonomia individuale, ma in realtà ci conviene infinitamente. Seguire il Signore infatti non ci umilia, anzi.

Gesù parla ai due fratelli Pietro e Andrea mentre erano alle prese con le loro reti. Era la loro vita quotidiana di pescatori, ma è anche la nostra esperienza comune: essere costantemente impegnati nel districare reti ingarbugliate nelle quali alla fine restiamo impigliati anche noi: le reti delle convenienze, delle convenzioni sociali, delle abitudini, le reti delle piccole e grandi schiavitù. Gesù propone a quei due uomini la libertà da questi reti che impigliano la vita per legarsi invece agli unici legami che non imprigionano ma rendono liberi, i legami fraterni fra gli uomini: “vi farò diventare pescatori di uomini”. Sì è questa l’unica vera rete che vale la pena gettare, quella che ci lega ai fratelli, che ci raduna assieme, vincendo l’individualismo egoista che ci fa schizzare l’uno lontano dagli altri, fa superare la logica materialista per scoprire il valore vero che è dentro ogni uomo e sorella, anche il più umile, fa vincere l apaura di dipendere dall’affetto dei fratelli e dal loro aiuto.

Pietro e Andrea avvertono subito che questa è l’occasione della loro vita: “E subito lasciarono le reti e lo seguirono.” In questa adesione immediata c’è la risposta grata ed entusiasta all’amore grande di Gesù.

Quanto invece noi allo stesso invito rispondiamo con una pigra indolenza, preferendo restare impigliati nei nostri modi di fare soliti, nei rapporti sociali e familiari dettati dalla convenienza e l’abitudine. Ma come fare a liberarsene? Noi ci sentiamo impacciati e confusi: non sappiamo cosa ci è chiesto: cosa dobbiamo fare?

Gesù non ci chiede di aprire strade nuove e di fare un cammino che nessuno conosce: No, lui ci propone, molto più semplicemente, di seguire i suoi passi. Non c’è bisogno di essere grandi inventori, basta seguire i suoi passi, fedelmente, umilmente, semplicemente. Seguire i passi è l’atteggiamento del bambino, dell’umile che ripete quello che Gesù fa e dice. E’ quello che ci è proposto oggi: “essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.” Facciamo anche noi la stessa cosa, lasciamo ciò che ci è di impaccio, fosse anche rassicurante e sicuro come un padre e i suoi garzoni, e obbediamo come bambini all’unico padre buono della nostra vita, Gesù. Sì, anche noi possiamo farlo, se facciamo nostre le parole del Salmo che abbiamo cantato:

“Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza.”



Preghiere



O Padre misericordioso e benigno, guarda con bontà noi riuniti nel tuo nome e donaci la tua santa benedizione. Fa’ che sappiamo seguire i tuoi passi e come bambini imitare sempre il tuo esempio.

Noi ti preghiamo





Accogli o Dio onnipotente la nostra preghiera perché la pace regni in tutto il mondo. Dona un cuore umano a tutti quelli che ora percorrono le vie dell’odio e della violenza.

Noi ti preghiamo



O Gesù che hai percorso le strade del mondo perché noi potessimo seguirti, fa’ che ascoltiamo le tue parole come l’invito a lasciare le reti che ci imprigionano per legarci a te, ai fratelli e alle sorelle.

Noi ti preghiamo



O Spirito di amore, soffia nei nostri cuori, ispira le nostre azioni, perché non riconosciamo come importante solo ciò che porta vantaggi materiali ma tutto quello che ci rende più simili a te.

Noi ti preghiamo



Ti preghiamo o Dio per tutti coloro che soffrono nel mondo: per i malati, i prigionieri, i disprezzati e i sofferenti. Fa’ che sappiamo essere loro fratelli e sorelle, testimoni della resurrezione di Cristo.

Noi ti preghiamo



Abbi pietà di noi o Signore perché spesso abbiamo cercato il nostro interesse e vantaggio, anche a discapito degli altri. Aiutaci a vivere un legame fraterno con tutti, perché cerchiamo il bene comune.

Noi ti preghiamo.



O Cristo Gesù, dai forza e coraggio alle comunità dei tuoi discepoli ovunque disperse nel mondo. Fa’ che la loro presenza in una città sia segno di umanità e di vita vera.

Noi ti preghiamo



O Padre buono e misericordioso, non guardare l’umiltà delle nostre vite, ma accetta l’invocazione dei tanti poveri che gridano a te. Ascolta l’invocazione di chi ha bisogno di aiuto, conforto e salvezza, perché presto si realizzi il tuo regno di pace e di giustizia.

Noi ti preghiamo






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