giovedì 9 febbraio 2012

Festa di Maria Madre di Dio




Dal libro dei Numeri 6,22-27  

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro: Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”. Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».

 Salmo 66 - Dio abbia pietà di noi e ci benedica.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.


Gioiscano le nazioni e si rallegrino, +
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.
Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano tutti i confini della terra.


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati 4,4-7

Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli.  E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.


Alleluia, alleluia, alleluia.
Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti;
a noi parla per mezzo del Figlio.

Alleluia, alleluia, alleluia.

Dal vangelo secondo Luca 2,16-21

In quel tempo, i pastori andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.  Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Commento

Cari fratelli e care sorelle, abbiamo ancora nelle orecchie l’annuncio dell’angelo che a Natale ci ha fatto scoprire una novità sconvolgente: Dio si è fatto uomo come noi. La grandezza infinita e la potenza di Dio si è resa umile e piccola per raggiungerci ed incontrarci. Gli angeli ci hanno dato un’indicazione: “è lì, lo troverete in fasce, adagiato in una mangiatoia” ed un invito: “andate”. Gesù infatti non entra di prepotenza nella nostra vita e non si impone a chi non lo desidera. Bisogna andare, cercarlo, imparare a riconoscerlo in mezzo alla confusione dei nostri cuori, superare la paura di uscire dall’abituale e dallo scontato, ed egli si fa trovare. È l’esperienza dei pastori, gente semplice che si fece convincere facilmente dall’angelo e seguirono la sua indicazione. Quanto è più difficile per noi! Noi siamo gente complicata, dai mille distinguo e non basta certo che ogni domenica la voce dell’angelo che è il Vangelo ci dica “andate lì, lo troverete”. Per noi tutto è più difficile, anzi impossibile. Un muro di impossibilità ci separa dal Signore. Lui supera i cieli per raggiungerci, ma è tenuto lontano dal nostro muro dell’impossibile. È impossibile cambiare il modo di pensare, impossibile cambiare abitudini, impossibile non fare come si è sempre fatto. Poi gli altri che penseranno? Cosa si dirà di me? E poi perché rischiare con l’ignoto mentre il solito è conosciuto e sicuro?

Sono le domande del Natale: perché uscire nel buio? Perché andare? Perché cercarlo, addirittura, in un posto così insolito come una mangiatoia? Sì il Natale non è una data del calendario ma è una scelta, la scelta di seguire l’indicazione dell’angelo e accogliere il suo invito. È Natale ogni volta che scegliamo di fidarci del vangelo, perché ogni volta nasce in noi una vita nuova. Chiediamoci allora oggi: sono già molti i Natali che abbiamo vissuto, ma quante volte è stata solo una data del calendario e quante la scelta di far nascere in noi una vita nuova: giudizi nuovi, sentimenti diversi, atteggiamenti, pensieri azioni nuove?

Oggi la liturgia ci fa soffermare sull’evento del Natale visto nel suo mistero della maternità di Maria, madre del Signore Gesù. Anche lei all’annuncio dell’angelo che sarebbe nata una vita nuova in lei innalzò subito il muro dell’impossibile: “Non conosco nessun uomo!”. Ma si fidò: parlò con l’angelo, lo ascoltò, gli rispose e si lasciò convincere. Maria, come i pastori è una donna semplice, senza le complicazioni e le mille obiezioni che poniamo noi. Il vangelo descrive bene come Gesù nasca in un mondo di semplici e di piccoli. Due poveri ragazzi sballottati dalla storia, Maria e Giuseppe, umili pastori, gente che ha poche obiezioni da fare, facili da convincere. Dio nasce fra di loro, il re dell’universo e Signore del monto intero si circonda di umili e piccoli, non perfetti né sapienti. Proviamo ad assomigliare a loro, e Dio nascerà anche fra di noi.

Maria una volta accettato di divenire madre di Gesù fu piena di gioia e appena incontrò Elisabetta cominciò ad esultare e a lodare Dio: “Ha fatto cose grandi, non disprezza l’umiltà, anzi la riempie della sua potenza.” Ma anche i pastori, ci dice Luca, al vedere Dio nato fra loro sono pieni di stupore e di gioia “I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.” Maria si fidò, i pastori si fidarono e le loro vite rinacquero alla gioia con lo stupore di quanto possa essere bello vivere una novità grande in mezzo ad una vita vecchia. È l’esperienza di ogni cristiano che si lascia convincere dal vangelo, rompe il muro dell’impossibilità e varca i recinti della scontatezza per scopre con stupore quanto è bello vivere la novità di una vita diversa.

Come Maria fu madre anche a noi il Natale, cioè ogni volta che scegliamo di fidarci del vangelo, rende madri e padri. Dice il Vangelo come “dopo averlo visto, (i pastori) riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.  Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori.” Sì anche i pastori partecipano alla maternità straordinaria di Maria. Anch’essi diventano infatti capaci di generare vita nuova attorno a loro con l’annuncio che fanno di quanto hanno visto e vissuto. Ogni cristiano è chiamato a partecipare alla maternità di Maria, a superare, come fece lei, le obiezioni del buon senso, a fidarsi dell’angelo e a far nascere in sé una vita nuova. Tutti se ne accorgeranno, tutti ne resteranno stupiti, come di un miracolo di salvezza.

Cari fratelli e care sorelle, non scegliamo per la sterilità di una vita paurosa e rinchiusa fra i muri dell’impossibile. Essere padri e madri non è solo in senso fisico. Anche chi ha figli deve imparare a rigenerarli alla vita nuova del Vangelo, anche chi è avanti nell’età deve imparare a continuare con la sua testimonianza a dare figli e figlie alla vita che non finisce. Anche chi è piccolo deve imparare a desiderare un mondo nuovo, a costruirlo fin da subito diverso da quello che conosciamo.

Gesù ha detto ai suoi discepoli: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.” (Gv 15, 9; 13) C’è un modo di dare la vita agli altri che è amare. L’amore ridà forza a chi è debole, dà speranza a chi è senza futuro, da fiducia a chi è disorientato. L’amore ridà dignità a chi è disprezzato, dà gioia a chi non sa da chi andare. Ecco allora cosa ci chiede la festa di oggi: imparare a dare la vita, come fece Maria con Gesù, come le madri sanno fare, amando chi ne ha più bisogno. Al contrario, purtroppo,  il mondo insegna principalmente come toglierla la vita, come diminuirla negli altri per il proprio vantaggio, come fare finta di niente dove essa è schiacciata e diminuita. E purtroppo sono veramente tanti i modi con cui gli uomini sanno toglierla. Lo si fa con la violenza, e pensiamo agli oltre cento morti che proprio a Natale la follia omicida ha fatto in Nigeria, inermi cristiani riuniti per celebrare nella messa la nascita del re della pace, e con loro tanti cristiani che in molti altri paesi sono perseguitati e uccisi, come in Pakistan, in India. Si uccide per dimostrare il proprio disprezzo per la vita di chi non conta nulla. Noi però sappiamo che quelle povere vite spezzate non sono perdute, anzi hanno un valore grandissimo, perché testimoniano che l’amore del vangelo è più forte della morte e non viene spento con la violenza, ma alimentato. Le loro vite sono rinate ad una vita più forte e più vera, quella che non finisce.

Anche per questo la Chiesa il primo gennaio ricorda la giornata mondiale per la pace. Sì, perché il mondo ha bisogno di pace e la vita può crescere e aumentare nella pace. Vogliamo allora oggi pensare e ricordare nella preghiera tutti i paesi in guerra, e le popolazioni sofferenti per le violenze. Ricordarne i morti, chiedere il sollievo per le sofferenze dei feriti. Un nuovo futuro di pace si apra per il mondo intero.

Fratelli e sorelle, con questi sentimenti iniziamo un nuovo anno. Preghiamo perché sappiamo viverlo all’insegna della vita che rinasce dentro e attorno a noi e soprattutto della pace, perché rifiorisca laddove ora regna la morte e la guerra.

    Preghiere
O Signore che sei nato da Maria, fa’ che anche noi sappiamo accoglierti come fece lei e portarti con noi per tutta la vita.
Noi ti preghiamo
O Cristo Gesù ti preghiamo in questo giorno per tutte le madri in difficoltà. Fa’ che ognuna sappia trovare il modo di accogliere con amore e disponibilità la vita che nasce da loro.
Noi ti preghiamo
O Signore che sei stato visitato dai pastori ai quali l’angelo aveva annunciato la nascita del Salvatore, fa’ che anche noi veniamo da te per ricevere come da una fonte inesauribile la vita e la speranza.
Noi ti preghiamo
Dio Padre onnipotente che hai tanto amato il mondo da dare il tuo figlio unigenito, guarda con bontà a noi tuoi figli, perché nonostante il nostro peccato e la fragilità delle nostre umanità sappiamo accogliere con gioia la salvezza che ci hai mandato con il Signore Gesù.
Noi ti preghiamo

Dio del cielo manda la pace in tutte le terre. Ti preghiamo per la Nigeria, il Pakistan, l’India, e tutti i Paesi in cui c’è guerra e violenza. Fa’ che Regni ovunque la pace .
Noi ti preghiamo
 
Gesù, Signore della pace, dona ad ogni uomo di poter vivere e lavorare in serenità. Fa’ che dove oggi c’è odio e divisione regni presto la concordia fra gli uomini e le donne.
Noi ti preghiamo
O Signore che ci doni la tua pace, fa’ che sappiamo scambiarcela l’un l’altro. Aiutaci a fermarci accanto a chi è solo e in difficoltà perché parlando con loro viviamo la pace vera che il mondo non conosce.
Noi ti preghiamo
O Dio proteggi dall’alto tutti coloro che hanno bisogno di aiuto: i malati, i sofferenti, i prigionieri, i senza casa, i condannati a morte, i profughi. Dona a tutti pace e salvezza.
Noi ti preghiamo

1 commento:

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