mercoledì 22 febbraio 2012

VII domenica del tempo ordinario




Dal libro del profeta Isaia 43,18-19.21-22.24b-25

Così dice il Signore: «Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa. Il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi. Invece tu non mi hai invocato, o Giacobbe; anzi ti sei stancato di me, o Israele. Tu mi hai dato molestia con i peccati, mi hai stancato con le tue iniquità. Io, io cancello i tuoi misfatti per amore di me stesso, e non ricordo più i tuoi peccati».



Salmo 40 - Rinnovaci, Signore, col tuo perdono
Beato l'uomo che ha cura del debole: +
nel giorno della sventura il Signore lo libera.
Il Signore veglierà su di lui,
lo farà vivere beato sulla terra,
non lo abbandonerà in preda ai nemici.

Il Signore lo sosterrà sul letto del dolore;
tu lo assisti quando giace ammalato.
Io ho detto: «Pietà di me, Signore,
guariscimi: contro di te ho peccato».

Per la mia integrità tu mi sostieni
e mi fai stare alla tua presenza per sempre.
Sia benedetto il Signore, Dio d'Israele,
da sempre e per sempre. Amen, amen.


Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1, 18-22

Fratelli, Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è «sì» e «no». Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi, io, Silvano e Timòteo, non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì». Infatti tutte le promesse di Dio in lui sono «sì». Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro «Amen» per la sua gloria. È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito l'unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori.



Alleluia Alleluia Alleluia

Il Signore mi ha mandato
a portare ai poveri il lieto annuncio,
Alleluia Alleluia Alleluia.



Dal vangelo secondo Marco 2, 1-12

Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico "Ti sono perdonati i peccati", oppure dire "Àlzati, prendi la tua barella e cammina"? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te - disse al paralitico -: alzati, prendi la tua barella e va' a casa tua». Quello si alzò e subito prese la sua barella e sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».



Commento



Cari fratelli e care sorelle, con questa liturgia si conclude il tempo ordinario e si apre la settimana che ci prepara all’inizio del tempo di Quaresima. Mercoledì prossimo riceveremo il segno della cenere con cui si segna il capo e il cuore di chi inizia a prepararsi a ricevere l’annuncio della Resurrezione del Signore Gesù. Sì, questa notizia è talmente decisiva che bisogna prepararsi a riceverla, per non rischiare di lasciarla cadere nella confusione della vita ordinaria e di non dargli l’importanza che invece ha. Per questo c’è bisogno di un tempo di preparazione, la Quaresima, che ci guida a passare attraverso la vita di tutti i giorni riscoprendo il bisogno che abbiamo noi e il mondo intero di riascoltare l’annuncio della vittoria della vita sulla morte, del bene sul male, del perdono sul peccato, della gioia sulla tristezza. Le letture di oggi in un certo senso ci accompagnano alla soglia della Quaresima che sono le ceneri mostrandoci la situazione in cui ci troviamo. 

Il profeta Isaia alza un grido: “Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?” Con queste parole egli smaschera la radice dalla quale si nutre e si sviluppa nella nostra vita la pianta del male a cui spesso diamo benevola ospitalità: la tenacia con cui conserviamo noi stessi rifuggendo dal cambiamento che è fare nostra la novità del vangelo. Sì, siamo attaccati alle nostre abitudini, ai nostri modi di pensare e agire che ci sono così spontaneamente connaturati. Ci sembra impossibile rinunciarci, siamo convinti di avere sempre agito così, tanto da non poterne ormai più fare a meno, e lo chiamiamo “carattere” o “personalità” pretendendo che siano qualcosa di genetico, come il colore dei nostri occhi o dei capelli, invece di riconoscere che sono modi di fare e di pensare che abbiamo appreso nel corso della nostra vita, che ci sono stati trasmessi e ai quali ci siamo abituati sentendoli irrinunciabilmente nostri.

Ma Dio, per bocca del profeta, ci richiama alla vera natura di questo nostro modo di essere gelosi “conservatori” di sé, che non è semplice naturalezza o spontaneità innocua, ma peccato: “tu non mi hai invocato, o Giacobbe; anzi ti sei stancato di me, o Israele. Tu mi hai dato molestia con i peccati, mi hai stancato con le tue iniquità” prosegue infatti Isaia. Per questo ci invita a disfarcene, perché rendono la nostra vita come una terra arida, un deserto di umanità. Sì, il Signore smaschera il nostro atteggiamento conservatore e di rifiuto a cambiare, e non solo ci “dice” o ci “comanda” di vivere qualcosa di nuovo, ma lo plasma lui stesso e lo fa germogliare nella nostra vita. Ma un germoglio è delicato e basta il freddo o l’aridità per farlo seccare definitivamente. Tante volte crediamo che la nostra vita non è più nella stagione dei germogli, oppure che questo nostro tempo non è adatto per dare nuovi getti così delicati e vulnerabili. Per questo ci rattrappiamo nella conservazione di noi così come siamo, nella ripetizione di un passato sempre più ingrigito e stanco. Il Signore ci vuole liberare da questo deserto in cui ci costringiamo da soli: “Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa” è la sua promessa, ed è la strada nella quale la Quaresima ci vuole condurre. Il suo inizio però è in questa coscienza che a volerci conservare così come siamo ci si perde. Se non partiamo da questo non potremo mai percorrere la via che conduce alla libertà dal male e dalla morte che è la Resurrezione, la Pasqua.

Cari fratelli e care sorelle, come è facile difronte a questo invito reagire con un naturale atteggiamento di scetticismo furbo, di distacco che ci fa ritenere impossibile cambiare qualcosa del modo di vivere. È questo l’atteggiamento degli scribi che assistono alla scena di Gesù che libera dal peccato con la forza delle sue parole. Quei sapienti sono seccati dalla pretesa del Signore di rompere la schiavitù del male da cui è imprigionato quel malato e aprirgli una nuova strada perché la sua vita potesse cambiare. Tante volte anche a noi viene spontaneo provare fastidio per le parole di Gesù che ci invitano a guardare alla vita con uno sguardo nuovo, libero dall’egoismo e dall’individualismo che ci fa interessare solo di noi stessi. È una novità fastidiosa, che pretende di cambiare atteggiamenti, pensieri, modi di agire consolidati nel tempo e accettati da tutti come normali. In nome di chi e di cosa il vangelo pretende di farlo? Scetticismo e senso di superiorità sono il nostro modo con cui rivendichiamo l’impossibilità a cambiare anche il più piccolo dettaglio del nostro modo di vivere. Gesù non si fa intimidire e non cede davanti a questo atteggiamento falsamente realistico: col miracolo della guarigione del corpo Gesù dimostra che è possibile vincere il male, anche se è sempre stato presente, come può esserlo una malattia fin dalla nascita.

Fratelli e sorelle, il Signore nel deserto apre una strada, a noi imboccarla e lasciarci guidare fino ad incontrarlo risorto, vivo e più forte del male e della morte. È questa la vera salvezza a cui il Vangelo ci chiama, la buona notizia che vuole far giungere a ciascuno noi. Diamo ascolto all’invito del profeta e proteggiamo con cura il germoglio di vita nuova che Dio vuole far nascere in questa Quaresima dal nostro tronco. Si svilupperà e porterà frutti se lo proteggeremo dal gelo dell’indifferenza e dall’aridità dell’incredulità scettica. Il mondo ha bisogno di gente che porti frutti generosi di bene e di pace e non possiamo rifiutarci restando sterili ed inutili.



Preghiere



O Signore Gesù, ti ringraziamo perché fai nascere nelle nostre vite un germoglio nuovo di bene e di generosità. Fa’ che lo proteggiamo dal freddo e dall’aridità perché cresca e dia frutti buoni per molti,

Noi ti preghiamo



Aiutaci o Dio a non avere paura di cambiare atteggiamenti e giudizi, perché seguendo il tuo esempio sappiamo essere misericordiosi e benevoli con tutti,

Noi ti preghiamo



Ti ringraziamo o Signore per il dono del tempo di Quaresima che si sta per aprire. Fa’ che lo viviamo ricercando in noi la novità del vangelo che vieni a portarci,

Noi ti preghiamo



Sostieni, o Padre misericordioso, lo sforzo di quanti ti cercano con fatica e impegno. Fa’ che non ci scoraggiamo per la fragilità e la debolezza della nostra volontà ma cerchiamo sempre la tua compagnia,

Noi ti preghiamo



Proteggi o Padre di eterna bontà quanti soffrono per la malattia del corpo e la schiavitù del peccato. Fa’ che il tuo amore li liberi e li guarisca,

Noi ti preghiamo



Offri riparo o Signore Gesù a chi è indifeso e debole: agli anziani, ai malati, a chi è senza casa e famiglia, a chi è disoccupato, ai prigionieri. Dona a tutti salvezza e pace,

Noi ti preghiamo.







Guida tutti i cristiani del mondo che si accingono a vivere il tempo di Quaresima. Perché sia per tutti occasione di conversione e rinnovamento della vita,

Noi ti preghiamo



Proteggi dal male quanti sono nel pericolo, minacciati dalla violenza e dalla guerra. Dona la pace a tutti i popoli del mondo,

Noi ti preghiamo




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