giovedì 29 aprile 2010

Iftar: La festa del digiuno di Ramadan


Festeggiamento dell’Iftar per il mese di Ramadan

presso la Parrocchia di Santa Croce


Ieri, 5 novembre 2005, presso la Parrocchia di Santa Croce di Terni si è festeggiato la fine del digiuno giornaliero del mese di Ramadan con una cena a cui hanno partecipato alcune famiglie di immigrati musulmani, in tutto una trentina di persone, assieme a un centinaio di parrocchiani e membri delle Conferenze di S. Vincenzo de’ Paoli di Terni, organizzatori dell’incontro.
Le famiglie di immigrati, per la maggioranza provenienti dal Marocco, hanno accolto l’invito come un segno significativo dell’amicizia che durante tutto l’anno caratterizza l’incontro fra musulmani e cristiani nei centri della San Vincenzo della città. “Per noi è del tutto naturale” ha affermato Antonella Catanzani, presidentessa cittadina dell’antica istituzione, “condividere con i nostri amici i momenti importanti della loro vita. Che si tratti di un battesimo, di un matrimonio, o di un’altra importante ricorrenza o di una festa di una religione diversa dalla nostra, sono sempre momenti importanti in cui si rinsalda il rapporto di famiglia che caratterizza il nostro impegno.” Patrizia Trippa, della Parrocchia di Santa Croce, ha invitato nei giorni scorsi una ad una le oltre cinquanta famiglie musulmane, ortodosse, e cattoliche che da oltre un anno frequentano settimanalmente il centro di accoglienza che offre un sostegno concreto a chi è in difficoltà: “Sono rimasta colpita dal fatto che, nonostante fossero famiglie con molti bambini piccoli ed abitassero nella periferia estrema della città, il nostro invito personale, fatto a ciascuno, ha fatto superare ogni difficoltà di spostamento, pur di non mancare alla festa.”
La cena a base di pietanze e dolci della tradizione ternana è stata preparata dagli ospiti con particolare attenzione alle prescrizioni alimentari musulmane che vietano alcool e maiale. I bambini, numerosissimi, hanno aumentato il clima di festa di famiglia.
“Il fatto di stare qui assieme a festeggiare è il segno che l’amicizia fra credenti di fedi diverse può essere profonda e sincera” ha detto don Roberto Cherubini, parroco di Santa Croce, nel saluto iniziale che ha aperto la festa, “Vi siamo voluti stare vicini in questo mese di Ramadan, così significativo per tutti i fedeli dell’Islam, perché siamo convinti che i credenti delle diverse religioni possono trovare nel profondo della propria fede le ragioni della pace e della fraternità fra gli uomini che ci aiutano a costruire un mondo migliore.”
Mohamed Lamghari, imam della moschea di via Vollusiano, portando il saluto ufficiale della comunità islamica, ha voluto sottolineare il valore di questi gesti di reciproca amicizia fra musulmani e cristiani. “Noi siamo da tanti anni in questa città, alcuni da oltre quindici, e per questo ci sentiamo ternani. Il fatto di poter pregare in moschea e l’osservanza del digiuno del Ramadan, nonostante le tante difficoltà pratiche, ci aiuta a rendere più salde e profonde le nostre radici spirituali, aiutandoci ad esser uomini migliori.” Nel ringraziare per l’aiuto e l’accoglienza che nel corso di tutto l’anno i gruppi della San Vincenzo esprimono nei confronti dei tanti musulmani in condizioni di bisogno, si è offerto di lavorare insieme perché siano moltiplicate nel corso dell’anno le occasioni di incontro e scambio come questa.




Parrocchia di Santa Croce
Commissione Diocesana per l’Ecumenismo



In occasione del mese di Ramadan
Lunedì 24 ottobre 2006 alle ore 17.00
presso la sala parrocchiale di Santa Croce
Via Cavour 33

Si terrà un incontro-conferenza sul tema:

Il digiuno
nelle grandi tradizioni religiose

Saranno presenti i rappresentanti
delle grandi religioni mondiali
per offrire la loro testimonianza

Seguirà alle ore 19.00
Festa dell’Iftar
con i musulmani della città


L’ impegno a fianco dei poveri delle nostre città ci ha portato ad incontrare sempre più spesso persone di fede musulmana. Molti di loro sono immigrati da paesi arabi (Marocco, Algeria, Egitto, ecc...) ma vi sono anche europei (come gli Albanesi, i Kossovari o i Bosniaci) ed Africani (Senegalesi, Somali, Sudanesi, ecc…). La fedeltà nell’amicizia con loro ci ha portato a conoscere e ad apprezzarne l’adesione sincera alla fede, pur vivendo in un contesto culturale e religioso diverso, come l’Italia.
In questi giorni per il calendario musulmano ci troviamo nel mese chiamato “Ramadan” che, come molti sanno, prescrive il digiuno per tutta la durata della giornata. Nei paesi a maggioranza musulmana anche la vita civile durante il mese di Ramadan modifica i suoi ritmi per favorire l’adempimento di questa prescrizione. Evidentemente in Italia non è possibile, e tante volte gli orari di lavoro rendono più difficile a tanti musulmani osservare il precetto del digiuno totale, anche dalle bevande, dall’alba al tramonto.
Il digiuno è una forma di pietà che accomuna tutte le grandi religioni: Ebraismo, Cristianesimo, Islam, Buddismo, Induismo, ecc… Per tutte è un mezzo di rinnovamento spirituale e crescita umana del credente. Infatti, sperimentando la propria debolezza e il limite fisico si è portati a rinsaldare la fiducia in Dio, unico vero fondamento e sostegno della vita dell’uomo.
In particolare il Corano, il testo sacro per l’Islam, dice: “O voi che credete, vi è prescritto il digiuno, come era stato prescritto a coloro che vi hanno preceduto. Così diverrete timorati di Dio” (Corano II, 183), “E' nel mese di Ramadân che abbiamo fatto scendere sulla terra il Corano, guida per gli uomini e segno di retto cammino e direzione. Chi di voi vuole essere testimone del suo inizio deve digiunare”. (II, 185). Il digiuno del Ramadan è quindi per i musulmani occasione di memoria della rivelazione del loro testo sacro e, quindi, modo per rinnovare la propria sottomissione alla volontà di Dio e alla sua guida.
Le società islamiche vivono questo mese (denominato Santo, per sottolinearne l’unicità, all’interno del calendario annuale) anche come occasione per rinsaldare i legami familiari e di solidarietà con i bisognosi. Per questo ogni sera le famiglie si invitano a vicenda e invitano quanti sono in difficoltà per “rompere il digiuno”, cioè per il pasto serale dopo il tramonto, quando è consentito mangiare. Questa cena festosa e familiare prende il nome di “ Iftàr ”, che poi diventa una vera e propria celebrazione solenne l’ultimo giorno del mese, con il nome di “Aid al Fitr”.
Proprio per questo crediamo che sia importante essere vicini in modo particolare ai nostri amici musulmani in questi giorni, così significativi per loro. Lo vogliamo fare offrendo loro una “ Iftar ”, come avviene in tanti paesi islamici fra comunità cristiane e musulmane. La festa consiste in una cena (nel rispetto ovviamente delle prescrizioni islamiche che non ammettono il consumo del maiale e dell’alcol) a cui vogliamo invitare tutti i musulmani della città. Tutti sono invitati, per accogliere gli ospiti e condividere la gioia del banchetto e per contribuire alla festa con cibi e dolci preparati da ciascuno.
Siamo convinti che questo gesto sarà accolta da tutti con gioia e avrà il valore di un’invocazione della misericordia del più Misericordioso, della pace di Colui Che è Pace.


Don Roberto Cherubini, parroco di Santa Croce.


Nessun commento:

Posta un commento