lunedì 26 aprile 2010

Gli anni pastorali 2004/06

Relazione al Consiglio Pastorale
della parrocchia di Santa Croce
sugli anni pastorali 2004/05 e 2005/06



L’imminente scadenza del Consiglio Pastorale Parrocchiale, assieme a tutti quelli della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, mi offre l’occasione per tracciare un bilancio, seppur parziale, di questo ultimo anno e mezzo di lavoro pastorale nella Parrocchia di Santa Croce.
Il Consiglio Pastorale infatti è l’organo collegiale in cui è rappresentata l’intera comunità con il compito, assieme al parroco, di prendersi cura della vita della parrocchia nei suoi aspetti liturgici, pastorali, caritativi, formativi, amministrativi, ecc… La fase di passaggio dal Consiglio uscente al nuovo è allora occasione utile per mettere a fuoco gli sforzi fino ad ora effettuati, gli obiettivi raggiunti e il lavoro rimasto ancora da fare, al fine di mettere in grado l’organismo che sarà eletto di assumere con piena coscienza fin dal suo insediamento il ruolo per il quale sarà costituito.

Il Consiglio Pastorale Parrocchiale
Vorrei iniziare questa mia breve relazione dal Consiglio Pastorale Parrocchiale uscente. Il Consiglio che ho trovato al mio ingresso in parrocchia, nell’ottobre 2004, era composto per circa la metà da membri che non partecipano, per loro stessa ammissione, alla vita della parrocchia, neanche la domenica. Questo, come è evidente, non ha permesso a questo organo di svolgere il suo ruolo di analisi della realtà del quartiere, progettazione di iniziative pastorali, valutazione sull’andamento della vita liturgica, catechistica o altro. Venuto meno al suo ruolo istituzionale, esso è rimasto un organo nominalmente esistente, ma svuotato del suo significato e incapace di svolgere il suo ruolo di consiglio e coordinamento. Ciò non toglie che, al contrario, fra i membri del Consiglio Pastorale attivamente inseriti nella vita della comunità parrocchia si sia invece stabilito un rapporto di vivace e fattiva collaborazione al di fuori dell’ambito del Consiglio stesso.
Per sopperire all’inadeguatezza oggettiva del Consiglio Pastorale come luogo di progettazione del lavoro pastorale, sono stati costituiti degli ambiti di confronto e collaborazione fra i membri più attivi della comunità parrocchiale, con il compito di elaborare strategie pastorali, studiarne l’attuazione e valutarne l’efficacia per i diversi ambiti: liturgico, caritativo, formativo, amministrativo. Ciò ha evitato il rischio della paralisi della vita parrocchiale, la ripetizione acritica di ciò che era già esistente, e l’isolamento del parroco in un ruolo di leader delle iniziative pastorali.

Ambito liturgico
Il gruppo di lavoro dell’Ambito liturgico si è preso cura di un complessivo ripensamento della celebrazione liturgica, proprio a partire dalle preziose indicazioni concrete presenti nella prima lettera pastorale del nostro Vescovo, dedicata proprio a questo tema.
All’interno del gruppo stesso sono state individuate le persone che, in uno spirito di collaborazione ma anche di responsabilizzazione personale, si sono prese cura della celebrazione liturgica, a partire dalle suppellettili, dal coro, dal servizio all’altare e dai ministranti, fino alla preghiera dei fedeli, la lettura della Parola di Dio e l’accoglienza in chiesa dei fedeli, con particolare riguardo a quelli disabili o anziani.
Alla fine del 2005 due parrocchiani sono stati istituiti Lettori, dopo un percorso formativo di due anni guidato da Mons. Piergiorgio Brodoloni, e questo ha arricchito il gruppo liturgico di figure prima non esistenti.
L’impegno di tutti ha permesso che la celebrazione domenicale fosse arricchita di gesti e simboli, alcuni dei quali precedentemente caduti in disuso o trascurati:
• la processione d’ingresso con i ministranti, navicella, turibolo, croce astile e Bibbia;
• l’aspersione del popolo col canto del salmo 50 durante i riti di introduzione;
• la processione offertoriale;
• le preghiere dei fedeli preparate e presentate dall’ambone dai giovani e da alcuni adulti;
• la benedizione con la Scrittura alla fine della lettura del Vangelo con l’offerta ai bambini per il bacio;
• il campanello all’elevazione del Corpo e del Sangue di Cristo;
• il canto del Gloria, del Sanctus, del Padre Nostro e del salmo;
• l’incensazione dell’altare, del Vangelo, dei doni e del popolo nel corso della celebrazione;
• l’uso liturgico del libro della Bibbia e non del lezionario per l’ingresso, le letture e la benedizione;
• la comunione data a tutti sempre sotto le due specie;
• la preparazione ogni domenica dell’elenco dei canti allegato al libretto con i testi, per favorire il canto di tutta l’assemblea, nonché le prove dei canti e del versetto del salmo prima dell’inizio della celebrazione;
• il posto speciale assegnato ai bambini e ai ragazzi per favorirne la partecipazione.
Al termine della messa domenicale poi tutti sono invitati a fermarsi per un saluto fraterno con caffè, tè e dolci portati dai parrocchiani stessi. Si è inoltre cercato di favorire la partecipazione alla liturgia domenicale delle persone con problemi, come alcuni senza fissa dimora della zona, anziani con difficoltà motorie e disabili che hanno trovato così la loro integrazione proprio a partire dalla comunità liturgica domenicale.
Davanti all’altare, per tutta la settimana, è possibile lasciare su appositi foglietti la propria preghiera personale che poi viene solennemente presentata all’altare durante l’offertorio della messa domenicale. Ogni domenica sono inoltre lasciati in chiesa, a disposizione di tutti, i fogli con le letture della liturgia e l’omelia del parroco.
Questo lavoro di cura della liturgia domenicale è stato accompagnato dal rinnovo delle suppellettili e delle strutture della chiesa. Sono stati acquistati:
• nuovi abiti per la celebrazione in tutti i tempi liturgici;
• nuovi calici, pissidi e ampolline;
• una nuova croce astile d’argento;
• nuovi candelieri in ferro battuto e rame con veri lumini di cera in sostituzione delle precedenti finte candele elettriche;
• nuove tovaglie per l’altare.
L’edificio della chiesa, oltre ad un’approfondita opera di pulizia generale, è stato sottoposto a restauri nelle strutture e negli arredi. Sono stati completamente rinnovati:
• gli impianti di illuminazione del presbiterio e della navata
• la porta di accesso
• l’apparato iconografico del presbiterio e della navata (lavoro ancora in corso)
• le cassette porta-offerte
• le sedi per i celebranti
• l’ambone (costruito ex-novo in muratura al posto dei precedente leggìo mobile)
La riorganizzazione degli spazi del presbiterio e della navata ha permesso la chiusura delle due porte alle spalle dell’altare, che venivano utilizzate durante la messa per portare l’incenso, i doni, ecc.., creando disturbo alla celebrazione e motivo di distrazione per i fedeli, ed ha permesso l’aggiunta di cinque panche e alcune sedie, resesi necessarie per l’aumentato numero dei fedeli che partecipano alla liturgia, dei quali alcuni oggi restano in piedi per la mancanza di posti a sedere.
Si è abolito poi l’uso di accedere al Sacramento della Confessione nel corso della celebrazione liturgica, con l’inopportuno andirivieni dei penitenti dalla navata alla sagrestia mentre la Messa era in corso. La confessione è ora possibile ogni giorno, prima o dopo la Messa, non durante.
Secondo l’uso tradizionale, l’apparato iconografico della chiesa di Santa Croce era funzionale ad una impostazione devozionistica della pietà dei fedeli. La riforma liturgica operata dal Concilio Vaticano II ha ripristinato la centralità di alcuni elementi nell’azione liturgica (la proclamazione della Parola di Dio, il Sacramento dell’Eucarestia, la presidenza, ecc..) che hanno un riverbero anche nell’organizzazione degli spazi e nell’apparato iconografico. Essi infatti non hanno più il ruolo di punti di riferimento della pietà individuale del singolo fedele, avulsi dal contesto liturgico e isolati l’uno dall’altro, ma assumono il ruolo di concentrarne l’attenzione durante la celebrazione e accompagnarla nel corso delle varie fasi dell’azione liturgica.
Per questo motivo tutto il complesso delle immagini della chiesa è stato ripensato, in sostituzione di quello precedente, che era il risultato dell’aggiunta in fasi successive di elementi eterogenei, l’uno accanto all’altro, di genere e stile diverso, ognuno col suo apparato di oggetti devozionali (ceri, vasi per fiori, porta-piante, centrini, tovagliette, faretti, lumini elettrici, con le relative mensole e davanzali per poggiarveli, ecc..). Il risultato era che il fedele entrando in chiesa veniva distratto dalla moltitudine di presenze iconografiche, tutte livellate allo stesso piano, o in “gara” fra loro per il numero e l’evidenza degli oggetti devozionali che ciascuna poteva vantare. C’erano: 1 statua di S. Rita, 1 statua dell’Ecce Homo, 1 quadro di S. Barbara, due oscuri pannelli moderni di rame ossidato, illeggibili nel loro contenuto figurativo se non da distanza ravvicinata, 1 pala d’altare seicentesca ispirata all’episodio dell’inventio crucis, 1 quadro della Madonna di Pompei, 1 statua di S. Antonio.
Il ripensamento dello spazio liturgico di Santa Croce ha mirato innanzitutto a creare un fuoco visivo centrale, punto di attrazione dell’attenzione dei fedeli fin dal loro ingresso in chiesa. Esso è stato individuato nel crocifisso, in onore del titolo della chiesa, copia artistica della famosa opera del Cimabue, posto al di sopra dell’altare. Un’adeguata illuminazione, concentrata su di esso e non dispersa casualmente sul presbiterio, fa sì che risalti allo sguardo del fedele come vero fuoco ottico ma anche spirituale, attorno al quale ruota tutto lo spazio sacro.
L’altare, luogo della celebrazione del sacrificio e simbolo liturgico della sepoltura del Signore, è stato impreziosito da un paliotto che rappresenta la via crucis, dal processo alla sepoltura del Signore. Il presbiterio diviene così luogo eloquente delle vicende centrali dell’azione redentrice del Cristo e l’ultima cena, che ogni domenica viene rinnovata al suo centro, sull’altare, trova la sua cornice naturale nelle raffigurazioni delle vicende che l’accompagnarono: dal giudizio fino al sepolcro, passando per il supplizio della croce.
L’ambone invece, luogo della proclamazione del Vangelo della Resurrezione, verrà decorato con la rappresentazione del sepolcro vuoto e dell’angelo che annuncia l’avvenuta resurrezione del Cristo alle donne venute ad imbalsamare il suo corpo. Sui suoi due lati saranno rappresentate le mirofore e gli apostoli Pietro e Giovanni, i primi quattro ad essere testimoni oculari della tomba vuota. Il ciclo figurativo dell’ambone completa la storia dell’azione redentrice del Salvatore così come i vangeli ce la riportano, offrendo in una posizione protesa verso il popolo il frutto pieno della sua realizzazione: il sepolcro vuoto, simbolo della morte vinta una volta per sempre, dal quale il Vangelo della resurrezione è proclamato solennemente ogni domenica.
La liturgia eucaristica è azione memoriale della morte e resurrezione del Cristo e rinnova, alla presenza di tutto il popolo, i misteri della sua redenzione ad opera del Signore. Il ciclo pittorico del presbiterio si inserisce dunque a coronamento dell’azione liturgica, fornendo la rappresentazione figurativa di ciò che avviene sull’altare, irruzione dell’eterno nella storia, e ingresso della storia nell’eternità del disegno salvifico del Creatore. Per questo i due arcangeli Michele e Gabriele, raffigurati ai lati dell’altare, vestono gli abiti diaconali. Essi richiamano la liturgia celeste che in eterno è celebrata al cospetto di Dio e nella quale l’umanità intera e tutta la storia è come eternamente offerta in sacrificio sull’altare della divinità, perché il suo Creatore ne operi la redenzione fino al compimento della pienezza dei tempi.
I due angeli portano le insegne del servizio all’altare e le suppellettili liturgiche (uno il turibolo, simbolo dell’azione di lode alla gloria divina, e l’altro il libro della Scrittura con l’acclamazione “Santo, Santo, Santo” della liturgia escatologica descritta nel libro dell’Apocalisse) e sono accompagnati l’uno dalle parole del Canone Romano che recita: “Ti supplichiamo o Dio onnipotente fa’ che questa offerta sia portata dal tuo angelo santo davanti alla tua Divina Maestà” e l’altro da quelle della Liturgia di S. Giovanni Crisostomo: “Noi che cantiamo l’inno Trisaghio deponiamo ogni preoccupazione mondana per poter accogliere il Re dell’universo”, unendo in una unica sinfonia di lode le tradizioni liturgiche occidentale e orientale.
Nello splendore delle tinte squillanti e degli ori delle immagini, esaltati dall’illuminazione, il presbiterio emerge come spazio “altro” rispetto alla navata, non tanto per sottolinearne la separazione, quanto la diversità qualitativa della vita liturgica da quella ordinaria, che, come la definivano i Padri orientali, è un “angolo di Paradiso in terra”.
La navata inizia dalla soglia, punto di unione, ma anche diaframma della chiesa dal luogo della vita ordinaria, e accompagna nella sua lunghezza il cammino del fedele che entra in essa ed è come attratto verso l’altare. E’ un cammino fisico ma anche spirituale, dalla vita ordinaria a quella straordinaria, dal mondo al cielo, dalla caduta alla redenzione. Per questo l’immagine del Cristo e della sua Madre accolgono il fedele al suo ingresso: Maria è la “Porta del Cielo”, come cantano le litanie lauretane, e Cristo è la “Via”, come afferma il Vangelo di Luca, mentre le immagini dei santi si fanno nostri compagni di viaggio nell’itinerario spirituale simboleggiato dalla lunghezza della navata.
Lungo la nave sono rappresentati i santi umbri più amati: Francesco, Rita, Benedetto e Valentino, e sono dipinti in atteggiamento di marcia, col volto benevolmente rivolto al fedele, ma i piedi in cammino verso Cristo. E’ la reale dimensione della vita del cristiano, come ci ricorda l’antico testo della lettera a Diogneto, cittadino di questo mondo, ma in marcia verso la sua vera patria, il cielo.
A metà dell’itinerario sono offerte al cristiano in cammino due soste. A destra l’altare delle croci, a sinistra quello della Scrittura. Sono, assieme all’altare centrale, i luoghi della presenza reale e concreta del Cristo nella storia. A destra la presenza del Cristo nelle croci delle povertà del mondo, al centro la presenza del Cristo nel sacrificio eucarestico, a sinistra la presenza del Cristo nella Parola di Dio.
L’icona della Casa sulla roccia esemplifica e porge al fedele la meditazione del brano evangelico che esprime il fondamento della vita cristiana, la Parola di Dio.
Le tante croci, provenienti da tutto il mondo, formano un Golgota di dolore e un’invocazione costante al Signore perché completi presto l’opera della sua redenzione di tutto il creato.
Sono due soste di preghiera silenziosa, proposte al fedele attraverso le immagini, mentre si avvicina alla mensa del pane di vita.
Attraverso la bellezza e l’espressività dell’arte, posta al servizio della liturgia, il luogo ritrova così il suo ruolo di compagno della comunità nella sua azione liturgica, aiutandolo a farne il fulcro della sua vita, senza disperderlo nei mille rivoli individuali del devozionismo.
Sempre legato all’ambito liturgico segnalo il restauro del locale seminterrato, prima adibito a ripostiglio di suppellettili in disuso, nel quale è stata realizzata una cripta. Questo luogo è dedicato al ricordo del passaggio di S. Francesco d’Assisi a S. Croce, di cui si era persa memoria, ed è aperto tutto il giorno per la preghiera personale e il raccoglimento. In essa sono disponibili testi di spiritualità francescana e biblica, oltre ai Vangeli commentati dal Vescovo e alle Fonti Francescane.
Nella cripta di S. Francesco si tiene ogni settimana un incontro di preghiera che raccoglie dalle 15 alle 20 persone.

Ambito caritativo
L’unica attività caritativa esistente in parrocchia era un gruppo di 3 persone che gestiva un centro di accoglienza settimanale in cui erano ricevute e aiutate una quarantina di persone.
Attualmente il centro accoglie ogni mercoledì fra i 70 e gli 80 nuclei familiari ai quali viene offerto un aiuto alimentare e vestiario. Le persone che sono impegnate nella gestione del centro sono divenute 8. Gli alimentari distribuiti sono in parte forniti dal Banco Alimentare di Perugia, in parte frutto di raccolte organizzate di fronte ai supermercati dai volontari della parrocchia. Le persone che gestiscono il centro hanno costituito un gruppo della S. Vincenzo.
Per i mesi invernali del 2004-05 la parrocchia ha aperto un centro di accoglienza notturno che ha ospitato una quindicina di senza casa, italiani e stranieri, per un totale di 6 posti letto. L’anno successivo purtroppo i locali della Diocesi in cui si era potuto organizzare il centro di ospitalità notturna non sono stati più disponibili. Attualmente è in avanzato stato progettuale l’apertura di un nuovo centro di ospitalità notturna per il quale sono già stati individuati i locali. Per i mesi più freddi dell’inverno 2005 due senza casa sono stati ospitati per la notte nei locali della parrocchia.
Con il gruppo dei giovani si è svolto un lavoro di sensibilizzazione sul tema dei bambini soldato che ha coinvolto una decina di classi delle scuole medie e superiori di Terni, nonché circa 5000 persone che hanno firmato una petizione per limitare il commercio di armi verso paesi in cui sono utilizzati minori per combattere in guerra. L’attività ha visto una sua presentazione pubblica ufficiale nel convegno “Immagina un mondo senza bambini soldato” svoltosi nel giugno 2005 nella sala Rossa del palazzo Gazzoli, alla presenza di un centinaio di operatori della scuola, educatori, catechisti, rappresentanti dell’associazionismo cattolico e laico, ai quali i ragazzi hanno presentato il loro lavoro, anche per mezzo di due video appositamente realizzati.
Nel periodo del Natale 2005 e 2006, sempre con i giovani, sono stati organizzati due mercati di giocattoli usati, raccolti coinvolgendo i bambini di alcune scuole elementari di Terni e rivenduti a Corso Tacito e Corso Vecchio. Sono stati coinvolti nell’iniziativa circa 400 bambini di 5 diversi Circoli Didattici e il ricavato delle vendite hanno finanziato nel 2004 una casa famiglia per ragazzi di strada di Kiev e un progetto della Diocesi per le vittime dello tsunami, mentre nel 2005 ha pagato lo studio e le cure mediche di alcuni bambini soldato di Gulu, in Uganda.
Durante l’anno si sono svolte in parrocchia varie feste che hanno raccolto i bambini della parrocchia assieme ai figli delle famiglie aiutate attraverso il centro di accoglienza, di nazionalità e religione diverse.
Da febbraio 2005 un gruppo di adulti della parrocchia visita settimanalmente gli anziani dell’Istituto “Le Grazie”, in particolare quelli che non hanno familiari che li vadano a trovare. Sempre in istituto i volontari assieme al parroco hanno animato tre volte la liturgia della domenica mattina e fatto una festa in occasione del Natale 2005.
Il martedì sera alcuni parrocchiani garantiscono la distribuzione dei panini ai senza casa che dormono alla stazione e ai nomadi accampati lungo il Nera. Nell’estate 2005 due bambini nomadi sono stati portati in vacanza da una volontaria della parrocchia presso un centro ricreativo estivo a Lugnano.
Per il Natale 2004 e 2005 si sono tenuti in parrocchia due pranzi che hanno ospitato anziani, stranieri, barboni e famiglie aiutate nel centro di accoglienza. Il primo anno hanno partecipato circa 20 persone, l’anno successivo 95, con il coinvolgimento di 23 volontari che hanno preparato l’ambiente per il pranzo e i regali. Quattro ristoranti del quartiere (l’Anfiteatro, il Cicalino, Gulliver e il Placebo) hanno fornito gratuitamente i pasti, mentre i dolci sono stati offerti dalla pasticceria Pazzaglia e dal bar Cavour.
Nell’ottobre 2004 e 2005 la parrocchia di Santa Croce ha ospitato la comunità islamica di Terni offrendo una cena dell’Iftar, rottura del digiuno serale nel tempo di Ramadan. Nel 2005 l’iniziativa è stata accompagnata da una conferenza sul digiuno nelle religioni abramitiche, con la partecipazione di relatori di diverse religioni.
Tutte le iniziative caritative sono accompagnate da riflessioni sul significato evangelico dell’incontro con i poveri, sacramento del Signore realmente presente in essi, come ci insegna il Vangelo di Matteo al capitolo 25. La cresciuta attenzione ai più deboli è stato il frutto della predicazione domenicale, nonché del clima familiare e comunicativo instauratosi fra i parrocchiani più impegnati. Questo ha fatto sì che diverse persone nel corso dell’anno hanno dato la loro disponibilità per lavorare con i poveri, facendo crescere l’iniziale numero di tre agli oltre venti attuali.

Ambito culturale e formativo
Innanzitutto si è rivolta l’attenzione alla catechesi dei bambini e dei ragazzi. Ad ottobre 2004 in parrocchia si teneva un catechismo in preparazione della cresima con 4 ragazze e uno per la comunione con 4 bambini. Non esisteva un gruppo che raccogliesse i giovani né gli adolescenti.
L’anno successivo, attraverso un lavoro di paziente tessitura dei rapporti con le famiglie e di missione nelle scuole fra i ragazzi stessi, si sono formati due gruppi di catechesi rispettivamente di 16 adolescenti e 10 bambini. Ad essi si è affiancato un gruppo di 7 ragazzi.
Il lavoro formativo rivolto ai più giovani è stato programmato attraverso un’attenta valutazione dei motivi dell’allontanamento dei ragazzi dalla parrocchia. Ci siamo convinti che il fatto di partecipare alla vita della parrocchia nei bambini e nei ragazzi è sempre più una scelta e non un obbligo o una tradizione di famiglia scontata. Proprio per questo o è motivata da un forte attaccamento umano ad alcune figure, come il catechista e il parroco, e sostenuta da una considerazione alta del posto che occupa una fede concretamente vissuta nella loro vita, o non può reggere alla mole di interessi che affollano la loro vita fin dai primi anni di scuola.
Rifiutato un atteggiamento lamentoso, assai diffuso in ambienti parrocchiali, teso a scaricare le colpe sui soliti scontati motivi, crisi dei valori, crisi della famiglia, ecc…, siamo partiti da questa crisi reale per costruire qualcosa di nuovo.
Si è cercato innanzitutto di creare un clima di amicizia e uno stretto rapporto umano fra i ragazzi e con gli educatori evitando di applicare automaticamente modelli di tipo scolastico. Si sono individuati i modi con cui rendere i ragazzi partecipi attivamente alla messa domenicale e protagonisti di iniziative di impegno per i poveri. Si è così raggiunto lo scopo di fare dei gruppi dei ragazzi e dei bambini in parrocchia un ambito di amicizia fra di loro e con alcuni adulti, anche attraverso gite fuori Terni che hanno permesso di aumentare l’amicizia e la familiarità. Il segno più evidente del buon risultato raggiunto è il fatto che nel corso dell’anno alcuni ragazzi hanno chiesto di entrare a far parte del gruppo.
E’ in progetto la celebrazione mensile di una messa per i giovani, indirizzata a bambini e ragazzi.
La formazione si indirizza anche agli adulti. In primo luogo l’impegno di molti parrocchiani nell’ambito liturgico e caritativo, a cui si è fatto già cenno, ha costituito occasione privilegiata di crescita e formazione di coloro che si sono coinvolti a diretto contatto con due realtà fondamentali, costitutive dell’esperienza cristiana.
Oltre a questo nel 2004-05 si sono svolti incontri quindicinali di formazione per adulti sul tema del Vangelo di Marco, e nel corso del 2005-06 si sta svolgendo una Scuola di Preghiera con incontri mensili di riflessione sulla preghiera e la Bibbia, il Padre Nostro, I salmi, la preghiera nell’Antico Testamento, accompagnati da un appuntamento settimanale di preghiera, cui si è fatto già cenno.
Nei momenti forti dell’anno liturgico si sono tenuti ritiri di un pomeriggio fuori città, con riflessioni bibliche guidate dal parroco e inerenti la vita della comunità parrocchiale.
A giugno un pellegrinaggio conclude l’anno prima della pausa estiva. L’anno 2005 si sono visitati i luoghi dei martiri e delle prime comunità cristiane a Roma, quest’anno è ancora in corso di definizione la meta ed il tema del pellegrinaggio.
In alcune occasioni la parrocchia si è fatta promotrice di iniziative culturali aperte al quartiere, come ad esempio la mostra fotografica sui “Monasteri del deserto egiziano” aperta nell’ambito della manifestazione “CavourArt” nell’ottobre 2004 o i già citati convegni “Immagina un mondo senza bambini soldato” e “Il digiuno nelle tradizioni religiose”.
Il sito web della parrocchia oltre a contenere notizie sulle attività che in essa si svolgono è settimanalmente aggiornato da un anno e mezzo con i testi delle letture domenicali e dell’omelia, con le riflessioni della Scuola di Preghiera mensile e dei ritiri e con altro materiale per approfondimenti culturali e la riflessione spirituale dei fedeli che vogliono accedervi.

Ambito amministrativo
Si è già fatto cenno all’impegno di restauro dei locali della Parrocchia e delle chiesa stessa. Agli interventi già citati si aggiungono:
• il rifacimento dell’impermeabilizzazione del terrazzo sovrastante i locali del primo piano (c.a 100 mq.), afflitti da annose infiltrazioni di acqua piovana,
• il risanamento della copertura dell’ufficio parrocchiale, nel quale si infiltrava acqua piovana,
• il risanamento del locale “ex lavanderia”, opportunamente attrezzato e adibito a deposito per lo smistamento dei vestiti usati da distribuire al centro di accoglienza settimanale,
• lo svuotamento dai materiali inutilizzabili e il risanamento completo dei locali interrati per la realizzazione di un luogo di preghiera,
• la sistemazione dei paramenti liturgici antichi in un apposito armadio asciutto e ventilato (invece che in locali umidi e con infiltrazioni di acqua piovana, come avveniva precedentemente).
Per quanto riguarda la gestione economica delle proprietà della parrocchia, al mio arrivo l’appartamento al secondo piano risultava occupato da una famiglia di albanesi che non pagavano affitto. I locali in via Cavour 27 erano invece affittati ad un commerciante della zona ad un prezzo irrisorio (118 euro) pari a circa un terzo del loro valore commerciale.
Dopo una lunga controversia legale, la famiglia al secondo piano è stata allontanata e l’appartamento è stato affittato a 250 Euro mensili, mentre il locale su via Cavour è tornato a disposizione della parrocchia per le sue attività.
Inoltre una stanza del primo piano, risanata con gli interventi di impermeabilizzazione precedentemente descritti, è stata data in affitto due giorni a settimana ad una scuola di taglio, con un introito di 150 Euro mensili.
In totale la parrocchia riceve oggi 400 Euro di affitti, avendo a disposizione due stanze in più, precedentemente occupate, contro i 118 Euro e due stanze in meno della situazione precedente.
Si è già fatto cenno ad alcune attività di finanziamento per la parrocchia.
Esse in un anno e mezzo sono consistite principalmente in:
4 mercati dei giocattoli usati (che hanno fruttato nei due anni 4.500 Euro)
3 pesche o vendite di beneficenza (2.000 Euro complessivi)
1 contributo Carit (3.000 Euro)
Contributi vari di privati per un totale di circa 10.000 Euro (compreso il valore dei generi alimentari raccolti davanti ai supermercati o offerto da commercianti e ristoratori)
Affitti circa 5.000 Euro
Offerte raccolte durante la messa o nelle cassette in chiesa 5.000 Euro.
Offerte per le messe (lasciate dal parroco) 1.500 Euro
Totale: 31.000 Euro per i 17 mesi fra ottobre 2004 – febbraio 2006.
L’intera somma ricavata è stata utilizzata per le attività caritative (circa 20.000 Euro) e per le spese di amministrazione (rimanente 10.000).
In cassa sono attualmente presenti circa 1.000 Euro.

Terni, 15 febbraio 2006
Il parroco di Santa Croce
don Roberto Cherubini

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