martedì 27 aprile 2010

XXXIII domenica del Tempo Ordinario (C) 2004

XXXIII domenica del Tempo Ordinario - 14 novembre 2004

Ml 3, 19-20
Così dice il Signore: «Ecco, sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno venendo li incendierà - dice il Signore degli eserciti - in modo da non lasciar loro né radice né germoglio. Per voi invece, cultori del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia».

2 Ts 3, 7-12
Fratelli, sapete come dovete imitarci: poiché noi non abbiamo vissuto oziosamente fra voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato con fatica e sforzo notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi. Non che non ne avessimo diritto, ma per darvi noi stessi come esempio da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi demmo questa regola: chi non vuol lavorare neppure mangi. Sentiamo infatti che alcuni fra di voi vivono disordinatamente, senza far nulla e in continua agitazione. A questi tali ordiniamo, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, di mangiare il proprio pane lavorando in pace.

Lc 21, 5-19
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, Gesù disse: «Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?». Rispose: «Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: "Sono io" e: "Il tempo è prossimo"; non seguiteli. Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine». Poi disse loro: «Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime»
Commento
Il brano del Vangelo di Luca che abbiamo ascoltato ci appare terribile e spaventoso. Certo dipende anche da quanto, ascoltando la Parola di Dio, ci crediamo veramente, perché c’è anche un modo di sentire le parole che il Signore ci rivolge come una vecchia musica che un po’ conosciamo già, dal suono monotono che ci culla senza dirci più nulla. Eppure se ci soffermiamo su questo testo sì che c’è da aver paura. Scrive infatti Luca : “…sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, … Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. ... sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome.”

Cari fratelli e care sorelle, proviamo ad entrare più in profondità nel testo del Vangelo per capire cosa il Signore vuole dirci con questa che sembra un’oscura minaccia. Innanzitutto bisogna notare che Gesù si rivolge ad un gruppo di discepoli che “parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano”. C’è un’ammirazione esteriore e superficiale in quelle parole dei discepoli. Sono confortati dalla solidità delle pietre che li rassicura della solidità della loro religione, e la ricchezza dei doni che ornano il tempio è interpretata come la prova di una stima diffusa, di buona fama tra la gente, di un consenso generale di cui compiacersi. Sì, tutto sembra confermare loro che sono dalla parte giusta, che la loro religione ha fondamenta salde in quelle pietre e nel benessere. Gesù risponde loro: “Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta” ma non perché Gesù si augura che la fede del popolo ebraico, che poi era la sua stessa fede nel Dio di Abramo di Isacco e di Giacobbe, venga abolita, ma perché sa che le pietre, gli ornamenti, l’esteriorità non possono essere un fondamento per la fede, sono cose passeggere, legate alle contingenze della storia umana.

Quante volte anche noi siamo legati ad un’esteriorità della fede, fatta di pietre belle e ornamenti. Ci rassicurano, ci fanno credere di poter essere tranquilli che tutta va bene. Ci danno la piacevole sensazione di stare dalla parte giusta, e questo ci piace molto. Ma ne possiamo essere veramente sicuri? Stare dalla parte giusta è stare col Signore, e Gesù sembra dare veramente poca fiducia a queste certezze esteriori. Anche perché la convinzione di poter stare tranquilli e sicuri ci rende ciechi davanti a quello che sta attorno a noi. Dice il Signore infatti a quei discepoli: Non vedete le guerre, le distruzioni, i tradimenti, i terremoti, le pestilenze, le carestie che ci circondano e state qui a compiacervi della bellezza delle pietre del tempio ben ornate? Sì, cari fratelli e care sorelle, il Signore con il Vangelo di oggi non vuole rivolgerci una oscura minaccia, ma vuole aprire i nostri occhi su quello che è già ora una drammatica realtà: quante guerre, quante carestie, quante pestilenze colpiscono il mondo? Pensiamo alla povertà di tanti paesi africani in cui milioni di famiglie vivono con meno di un euro al giorno. Pensiamo ai milioni di malati di AIDS che muoiono non perché non esistono cure, ma perché costano troppo, più di 100 euro a settimana. “Questo vi darà occasione di render testimonianza” dice il Signore, cioè è questo il contesto in cui dobbiamo pensare il nostro essere cristiani: non il salotto buono della nostra vita, tranquillo e rassicurante, ma l’orizzonte largo e drammatico del mondo intero, così carico di contraddizioni e di ingiustizie, di drammi e di sfide. Forse tutto ciò può farci paura, è normale, e il Signore lo sa e non ci chiede eroismi o un coraggio sovraumani, ma, molto semplicemente, dice: “Io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere”. Ecco allora dove riporre la nostra fiducia, dove trarre la certezza della nostra fede, non dalle pietre né dai ricchi ornamenti e suppellettili, ma dalla Parola di Dio che ci da parole vere e sapienza vera, così più forti di quelle del mondo che nessun avversario potrà resistere né controbattere. Ma non perché sono parole arroganti e violente, che non ammettono replica, ma perché sono vere, sincere e buone. All’amore è difficile resistere o controbattere, alla comprensione affettuosa è difficile resistere o controbattere, al servizio generoso a chi è debole è difficile resistere o controbattere.

In queste giornate, come sapete, la nostra Diocesi si sta raccogliendo per riflettere assieme sul tema della centralità della Parola di Dio nella vita dei cristiani. Assieme al Vescovo tutti i cristiani di Terni, Narni ed Amelia siamo chiamati a provare a ridare un orientamento forte alla nostra vita usando la bussola del Vangelo. Per questo qui in questa parrocchia abbiamo voluto che la Bibbia aperta fosse sempre aperta, sull’altare al centro della nostra attenzione, proprio per significare la centralità della Parola del Signore nella nostra vita. Per questo abbiamo voluto ricoprire il libro della Bibbia con una copertina preziosa, ricamata d’oro, non per ammirarla dall’esterno, ma per significare che questo e non un altro è il libro d’oro della nostra vita. Per questo tutti i giovedì sera alle nove ci riuniamo per ascoltare e conoscere meglio il Vangelo di Marco, perché vogliamo che ci accompagni lungo tutta la settimana scaldandoci il cuore e insegnandoci le parole della nostra fede.

Il brano di Luca ci presenta la grande forza di protezione della Parola di Dio per la nostra vita: “nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime”. Sì, cerchiamo la salvezza delle nostre anime restando perseveranti, fedeli all’ascolto della Scrittura, saremo protetti dal male e la nostra anima sarà salvata dall’essere sua complice, impastata col male e tutte le sue drammatiche conseguenze che vediamo nel mondo.

don Roberto

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