lunedì 26 aprile 2010

Le immagini della chiesa

Le immagini della chiesa di Santa Croce:
un percorso di fede.

Entrando nella piccola chiesa di Santa Croce si è naturalmente attratti dal crocefisso sopra l’altare cui lo sguardo ci guida. Esso è il fuoco su cui si concentra l’attenzione e il cuore, punto di arrivo di un itinerario guidato dalle immagini che accompagnano il fedele ad esso.
L’altare, luogo della celebrazione del sacrificio e simbolo liturgico della sepoltura del Signore, è decorato da un paliotto che rappresenta la via crucis: dal processo davanti a Pilato fino alla sepoltura del Signore. Il memoriale dell’ultima cena, che ogni domenica viene rinnovato sull’altare, trova la sua cornice naturale nelle raffigurazioni delle vicende della passione di Nostro Signore che accompagnarono l’istituzione dell’Eucarestia.
L’ambone, luogo della proclamazione del Vangelo, è decorato con la rappresentazione dell’angelo che annuncia la vittoria di Cristo sulla morte. Sui suoi due lati sono rappresentate le donne che portano i vasi di olio profumato e gli apostoli Pietro e Giovanni, i primi testimoni della tomba vuota. Le immagini dell’ambone completano la rappresentazione della Passione del Signore, offrendo in una posizione protesa verso il popolo il simbolo della Resurrezione di Cristo: il sepolcro vuoto.
Tutto il ciclo pittorico del presbiterio è dunque a coronamento dell’azione liturgica, fornendo la rappresentazione figurativa di ciò che avviene sull’altare, irruzione dell’eterno nella storia, e ingresso della storia nell’eternità del disegno salvifico. Per questo i due arcangeli Michele e Gabriele, raffigurati ai lati dell’altare, vestono gli abiti diaconali. Essi rievocano la liturgia celeste che è celebrata al cospetto di Dio e nella quale l’umanità intera e tutta la storia è eternamente offerta in sacrificio sul suo altare santo, perché il Creatore ne operi la redenzione fino al compimento della pienezza dei tempi.
I due angeli recano le insegne del servizio all’altare (il turibolo, simbolo dell’azione di lode alla gloria divina, e il libro della Scrittura con l’acclamazione “Santo, Santo, Santo” della liturgia escatologica descritta nell’Apocalisse) e sono accompagnati l’uno dalle parole del Canone Romano che recita: “Ti supplichiamo o Dio onnipotente fa’ che questa offerta sia portata dal tuo angelo santo davanti alla tua Divina Maestà” e l’altro da quelle della Liturgia di S. Giovanni Crisostomo: “Noi che cantiamo l’inno Trisaghio deponiamo ogni preoccupazione mondana per poter accogliere il Re dell’universo”, unendo in un’unica sinfonia le tradizioni liturgiche d’occidente e d’oriente.
Nello splendore delle tinte squillanti e dell’oro delle immagini il presbiterio emerge come spazio “altro” rispetto alla navata, per sottolineare la diversità della vita liturgica da quella ordinaria, che, come afferma la tradizione orientale, è un “angolo di Paradiso in terra”.
La navata inizia dalla soglia, punto di unione, ma anche diaframma dello spazio sacro dalla città, e accompagna nella sua lunghezza il cammino del fedele che entra in essa ed è indirizzato verso l’altare. E’ un cammino fisico ma anche spirituale, dalla vita ordinaria a quella straordinaria della fede, dalla terra al cielo, dalla caduta alla redenzione. Per questo l’immagine del Cristo e della sua Madre accolgono il fedele ai due lati dell’ingresso: Maria è la “Porta del Cielo”, come cantano le litanie, e Cristo è la “Porta delle pecore”, come afferma il Vangelo (Gv 10,7), mentre le immagini dei santi, subito dopo, si fanno nostri compagni di viaggio nell’itinerario spirituale simboleggiato dalla navata.
Essi sono: Francesco, Rita, Benedetto e Valentino, i santi umbri più amati, raffigurati in atteggiamento di marcia, col volto benevolmente rivolto al fedele, ma i piedi in cammino verso Cristo. E’ la dimensione della vita del cristiano, come ci ricorda l’antico testo della lettera a Diogneto: cittadino di questo mondo, ma in marcia verso la sua vera patria, il cielo.
A metà dell’itinerario sono proposte al fedele in cammino due soste: a destra l’altare delle croci, a sinistra quello della Scrittura. Sono, assieme all’altare centrale, i luoghi della presenza reale e concreta del Cristo nella storia: nelle croci dei dolori del mondo, nel sacrificio eucaristico, nella Parola di Dio. L’icona della Casa sulla roccia esemplifica e porge al fedele la meditazione del brano evangelico che indica il fondamento più solido della vita cristiana, la Parola di Dio (Mt 7,25). Il monte delle croci, provenienti da tutto il mondo, formano un Golgota di dolore e un’invocazione costante al Signore perché completi presto l’opera di redenzione del creato.

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